La casa è nica ma Calogero non se ne preoccupa che tanto non cè mai nuddu di estraneo tra quelle mura. Rapi la porta ed è già nella cucina che cerca tannicchia di pani che ci vinni fami.
"Calogero si tu?"
"E cu pogghiessiri o ma'?"
"Veni. Veniccà Calò. Pottami tannicchia di acqua"
Calogero pigghia il bicchiere e rapi il rubinetto che così lacqua scorre e diventa chiù fridda. Poi passa nellaltra stanza. Aiuta la madre a alzare tannicchia la testa e ci runa lacqua a picca a picca.
Un colpo di tosse ci vagna la mano ma lui ci è abituato e si ferma e poi riprende e nel frattempo la talia per assicurarisi che tutto sia a posto.
"Chiffà voi ca ti cangiu?"
"No. No. Spostami tannicchia invece. Ciafai?
"E certo ca ciafazzu. U sai"
Calogero puntella i peri sul pavimento e poi con le mani ammutta quel corpo senza vita fino a sollevarlo un poco sul fianco. Sua madre cerca di sorridere e di aiutarlo ma ci fa fatica luna e laltra cosa. Dura una para di minuti questo esercizio che Calogero si sposta anche dallaltro lato e poi ripigghia il bicchiere e ritorna in cucina mentre quella accumencia a lamintarisi sottovoce come fussi vento di sventura.
Calogero afferra di nuovo il pallone e nesci senza fare rumore. Le scale sono frische e per un momento pensa che sarebbe bello spugghiarisi a nura e strofinarisi sopra a quelle mattonelle. A casa ha scoperto che quando lo fa a panza sutta succeri che il corpo savvampa e la minchia trova ristoro. Raffaele ci ha spiegato che tra una para di anni accumincerà macari a sbrugghiari e allora non ciabbasterà più una stricata per avere sollievo. Ma questo Calogero macari su fa u spettu che ci accala la testa allamico e arrirri ancora non lo capisce bene e forse mancu ci pensa.
Sutta al palazzo accumencia a esserci di nuovo vita ma lui non è tanto contento che ora accumenciano a arrivare le machine e non cè più posto per giocare.
Calogero accumencia a palleggiare e a cuntari:
"1. 2. 3. 4. 5. 6 ... "
Una volta è arrivato a cento che poi si è sentito felice ma dopo quella volta ci basta solo farlo per un po' che poi si siddia subito. Tanto lo sa che è bravo.
"Calò! Calò! Passa sta palla!"
Iano sta arrivannu di corsa. Ciavi i pantoloncini nuovi e la maglietta pulita e stirata. Di sicuro stamattina sinniiu al mare con tutta la famigghia che loro cianno la cabina al lido.
"Chicci fai cà?"
"Me o pa' dice che dobbiamo andare a trovare a nanna dentro alla casa"
"Ma non mossi?"
"No! Era me nannu. A simana passata!"
"Ah!"
Calogero aspetta la palla. La talia scinniri lenta davanti a lui e allora si coordina per piazzare un destro al volo. E' il suo colpo preferito. Di collo pieno. U palluni parte come un missile e arriva sopra alla Panda russa di Don Tano e poi rimbalza sulla porta del garage e poi ancora torna perfetta sopra ai piedi del calciatore. Come una machinedda radiocomandata. Come fussi un lignu di quelli dellaustralia.
Calogero sorride soddisfatto mentre parte lallarme a sirena della machina. Mentre si sente Lino rapiri di nuovo lavvolgibile.
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