Quando Calogero nesci cè nellaria una piccola scia di friscu. Lui la ciauria tutta quella brezza di mare che ogni tanto profuma le sere. E tutti questi palazzi e queste case e questa munnizza non ciarrinesciunu a fermarla quella goduria.
Quando era nicu sua madre una volta lha portato in un posto che cera il mare e la spiaggia nica nica e dietro la sabbia cerano le rocce che acchianavano verso il cielo. Erano tutti chini di piante quei massi che pareva che i tronchi fussiru per cascare da un momento allaltro e invece resistevano e scavavano. E di petra niura facevano terra odorosa. E di deserto paradiso.
Lui aveva giocato e sera fatto il bagno e poi tornando a casa dentro la corriera sera messo a ciauriarisi che nella pelle attaccato cera rimasto un odore... un odore che a lui ci piaceva e non lo voleva levarselo dalla testa. Lo stesso ciauro di quella sera. E ora ci sale nella testa quel ricordo e caccia ogni malinconia.
Il panificio ciavi la saracinesca abbassata ma dentro cè luci che di sicuro ci stanno lavorando. Calogero spera di trovare Cettina affacciata al balcone che non ci vuole suonare alla porta o almeno non ci voli sunari mentre cè sò o pa o qualche strafallaria di quelle che quel cristano si porta a casa ogni sei misi.
Aspetta Calogero ma poi non cè la fa chiù a stari dassutta che li sente gli sguardi di quelli che sono affacciati e lo sa che stanno parlando di lui e del panificio e allora si decide e entra nel palazzo e tuppulia.
"Ohhh! E cu cè cà? Calò! Il piccolo Calo!"
La fimmina ciavi una magliettina longa che ciammuccia i mutanni e un culu chinu comu la panza di un quartara. Calogero nemmeno ce lo chiede come conosce il suo nome che tanto non è importante e allora fa il gentile e:
"Buonasera signora cè Cettina? Ciavissa dire una cosa"
"Certo. Certo che cè! Trasi. Accomodati! Cettina! Cettina! Ti cercano. Veni cà! Cettina!"
La carusidda spunta che sembra contrariata ma poi spinge Calogero dentro a una stanza. Che "sarà la sua" pensa lui. E la stanza ciavi tutti i pelusci e i disegni attaccati no muru e un letto e una scrivania macari che Calogero non lha mai vista quellabbondanza. Neanche nella stanza di Luciano è accussì che quello ciavi tutta una parete che ci hanno messo larmadio per tutta la famigghia e allora lo spazio per lui non è come quello che cè qua.
"Picchì vinisti?"
"Ti devo chiedere una cosa"
"Che cosa?"
"Cià cuntari tutto a Don Tano..."
"Tu sì pazzo!"
"No. No. Ora ti ricu. Ascuta."
E mentre il caruso parla Cettina è tutta attenta. Ogni tanto accala la testa che Calogero ce ne ha conforto e prende coraggio e non si ferma con le parole. Alla fine lui la talia tutto contento che lo sa che lei gli dirà di sì. E infatti accussì succeri. A Cettina ci scappa anche di abbracciarlo e di mittirisi a chianciri che Calogero non lo sa bene cosa fare. Rimane fermo come a un baccalaru. Immobile. Poi però quando lei si stacca ci passa un dito sotto locchio e ci leva una lacrima e se la mette in bocca e dopo fa una smorfia che i due carusi accumenciano a ridere e non ce la finiscono chiù.
"Cettina! Cettina! Diccillo al tuo amico su voli un gelato! Calò! Calò chiffai u voi un gelato?"
La voce della donna ferma le risate e Cettina ci risponde solo:
"No Scieron. Non ne vuole Calogero gelato. Stamu niscenno. Cinque minuti e tonnu."
"Ma comu? E' tardi! U sai che poi tuo padre bruntulia"
"Cinque minuti Scieron. Tonnu presto. Prima casarritira"
Cettina ci pigghia la mano a Calogero fino a quando sono fuori nella strada. E insieme vanno verso il panificio mentre Scieron rimane a sistimarisi. A passarisi la crema nelle cosce e nelle braccia che più tardi torna il suo amore e lei non può farisi trovare come a una pezza lodda. Ciavi trentanni ormai. E troppe delusioni alle spalle. Troppe sfortune. Quello è un partito buono. E poi a lei ci piace che è un belluomo. Macari su ciavi una figghia viziata e un chiodo fisso nella testa e in mezzo alle gambe.
Mi sto impegnando e sto imparando il siculo, ma nica che vuol dir?
RispondiEliminaAmica effe
Il mio siculo è molto "sgarrupato" :-)
RispondiEliminaCiao Amica effe :-)
ps nica sta per piccola