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28/02/09

25/02/09

Esquerda

O Caderno de Saramago
http://caderno.josesaramago.org/

Temos razão, a razão que assiste a quem propõe que se construa um mundo melhor antes que seja demasiado tarde, porém, ou não sabemos transmitir às pessoas o que é substantivo nas nossas ideias, ou chocamos com um muro de desconfianças, de preconceitos ideológicos ou de classe que, se não conseguem paralisar-nos completamente, acabam, no pior dos casos, por suscitar em muitos de nós dúvidas, perplexidades, essas sim paralisadoras. Se o mundo alguma vez conseguir ser melhor, só o terá sido por nós e connosco. Sejamos mais conscientes e orgulhemo-nos do nosso papel na História. Há casos em que a humildade não é boa conselheira. Que se pronuncie bem alto a palavra Esquerda. Para que se ouça e para que conste.

Escrevi estas reflexões para um folheto eleitoral de Esquerda Unida de Euzkadi, mas escrevi-as pensando também na esquerda do meu país, na esquerda em geral. Que, apesar do que está passando no mundo, continua sem levantar a cabeça. Como se não tivesse razão.

Qui la traduzione: il Quaderno di Saramago

24/02/09

Don Vito

Appena si arrusbigghiava Don Vito chiureva locchi e incominciava a dire:
"Sono vivo! Sono vivo! Sono vivo!"
Se lo ripeteva una trentina di volte, fino a quando non si convinceva che era come diceva lui. Poi si scordava di tutta questa cerimonia ed era allora, solo allora, che accuminciava veramente la giornata.
Era un gran lavoratore Don Vito. Lui li sapeva fare veramente gli interessi suoi e della sua famigghia. Che importava se qualcun altro per quello ogni tanto ci ieva sutta. Il mondo è per chi ciavi i cugghiuni! E' la legge! E non ci possono essere ni sta vita cento lupi e quattro picureddi.
Quel giorno ad esempio ciaveva un nuovo contratto da fare. Una cosuccia insomma, pecchè ni sti cosi era abituato in grande, ma però anche a fare una strada di cento metri cera guadagno e di muddicheddi è fattu u pani.
Resi na taliata dalla finestra e mussiau. Pioveva e a lui ciaveva dato sempre fastidio il tempo quando era allacqua. Comunque non era il momento di ciddiari, pigghiau limpermeabile e nisciu. Prima di andare al comune voleva vedere questo pezzo di campagna da asfaltare. Lautista ci misi tannicchia ad arrivari che il posto era lontano e scumutuleddu, ma nel frattempo u suli ava nisciuto tra le nuvole e Don Vito non potti fare a meno di pensare che lui era veramente fortunato.
La strada da fare doveva unire la provinciale con un capannone che lassessore sera comprato un anno prima. Quando arrivò lì però si ricordò preciso che anche quello era opera sua, che quel deposito laveva costruito lui. Una cosa vecchia. Un lavoro a gratisi. Un regalo per il cognato di un onorevole importante di Palermo. A lui da quella finta spesa cera venuto più del doppio del guadagno quando lanno dopo ci furono le gare per la costruzione dellospedale di Bonomo. Ah! Che bei ricordi! Che tempi!
Si fece lasciare vicino alla strada e si incamminò da solo verso la costruzione.
Ci venne in testa la sua nipotina. Il giorno prima quando era venuta a trovarlo con quello scansafatiche di suo figghio non laveva voluto salutare con un bacio. Poi però si era convinta. Si viri da quando su nichi comu su buttani cetti fimmini! Don Vito se lera comprata con due torroncini e la promessa di una Barbi nuova per lindomani. Sorrise a pensare a questa cosa che lui di fimmini se ne intendeva, qualcosa però, allimprovviso, gli sbarrò la strada. Un albero. Non se nera accorto prima. Rappuli di ciuri russi comu u sangu niscevano fora tra le foglie scure e il tronco massiccio pareva tutto chinu di rughe. Comè che non laveva visto? Eppure era alto una decina di metri. Si girò indietro per chiedere allautista informazioni su quella cosa, ma non si vedeva più la macchina e neanche la strada ci passi di vedere. Aveva camminato così tanto? Si furiau di novu e macari il capannone non cera più. Tutto attorno sulu terra sicca, e quellalbero sconosciuto anche. Ciaccuminciau a girare la testa. Si sedette sotto al tronco e chiuse locchi. Ci sembrò allora di sognare. Cera suo nonno che gli portava delle cose buonissime. "Pigghia Vito, assaggia sti carrubbi!" ci riceva, ma lui per quanto si sforzava non cià faceva a masticari.
Si svegliò che era notte. E non passau chiù.

23/02/09

Le mirabolanti avventure del ragioniere Saladino - 10 -

Giorgio aspetta in giardino, sembra triste anche se lo so che non lo ammetterebbe mai. Mi saluta come ogni giorno infatti, con quel suo annusare che ricorda la faccia di una vecchia zia fintamente scontrosa, e poi entriamo insieme per andare a casa a cenare.

"Com'è andata? Vi ho visto parlare"
"Mi sembra bene..."
"Ricordi Borghetti i tempi che le ho dato"
"Certo, anche se..."
"Non intendo ritornare più su questo"
"Sì, sì, mi scusi... va bene"

Quando l'hanno operata non sapevo bene cosa volessero fare, avevo chiesto a qualcuno, fatto supposizioni, ma i medici mi avevano detto che era indispensabile intervenire tempestivamente, proprio quelle erano state le parole, ed io avevo accettato, non potevo negare quel sì. No, non potevo.

22/02/09

1984




Source: Orpolina!
Address : http://tumblr.eppol.net/post/80442780/1984

Il video sopra riguarda la prima trasposizione cinematografica di 1984 di George Orwell, realizzata dalla BBC nel 1956. Il film è rilasciato sotto licenza Creative Commons (Public Domain) e può dunque essere ridistribuito senza problemi.

(può famosa di questa, ma risalente al 1984, è la versione di Michael Radford; anche quella tuttavia, per qualche strana ragione, introvabile in DVD)


21/02/09

Grandi maestri: la pedagogia delle priorità

23. Ho letto che per le classi dalla seconda in poi non cambierà nulla, a scuola invece mi dicono che mio figlio il prossimo anno non avrà le stesse maestre e soprattutto non ci sarà più la possibilità di fare il laboratorio di informatica (è una classe numerosa) a causa dell'abolizione delle compresenze. Chi ha ragione?

Le classi successive alla prima nel prossimo anno scolastico avranno confermato l’orario di funzionamento di quest’anno (27 o 30 ore settimanali più eventualmente la mensa).
La riduzione delle ore di compresenza comporterà qualche riassetto organizzativo, ma in linea di massima le insegnanti della classe potranno essere confermate.
La scuola, nella sua autonomia didattica e organizzativa, potrà organizzare le attività e gli insegnamenti facendo in modo di assicurare la massima funzionalità dei servizi. Ci auguriamo che anche il laboratorio di informatica possa trovare spazio tra le attività, anche se vorrà convenire che esso non costituisce, soprattutto nella scuola primaria, un insegnamento prioritario.


20/02/09

Le mirabolanti avventure del ragioniere Saladino - 9 -

"Sì è pronta"
"Le va una birra dopo l'ufficio?"
"Non so"
"Impegni?"
"No, a parte Giorgio..."
"Il suo gatto, vero?"
"Sì!"
"Saprà aspettarla per una sera, non crede?"
"...ssssì... credo di sì"
"Bene, a più tardi allora"
"A più tardi"

"E allora, come va? Tu.. possiamo darci del tu, vero?... cosa prendi? Sì, va bene... due spine grandi e ... sì... un momento... per te va bene? Sì allora, anche quelli, mi raccomando però, non troppo piccanti... dunque, torniamo a noi, non mi hai risposto... come va? Lo so, lo so che non hai mai amato molto parlare... però, ogni tanto... ci conosciamo da così tanto tempo. Dimmi, quanti anni saranno? Tre... quattro? Insomma, anche io ho conosciuto la tua... beh... sai abbiamo sofferto tutti per te quando... ma ora è passato del tempo, sì, certo, lo so che non è solo questione di tempo, ma hai delle responsabilità... ecco, verso te stesso innanzitutto, non puoi permetterti di rinunciare anche a quelle, sì! Certo! Rinunciare! Perché se vai via è solo colpa tua"

E' solo colpa tua dice e intanto i bicchieri si fanno meno pesanti e la schiuma, quella sì, è andata via, tra i suoi baffi, un rivolo. E da lì che si affaccia un omino, e mi saluta anche. Simpatico però! Ha uno strano costume a righe, come... come quello che si usava al mare il secolo scorso ecco, azzurro e bianco. Ora è appeso all'ultimo pelo sul viso del mio superiore. Tranquillo svolazza nel vuoto poi si tuffa dentro il boccale eseguendo un doppio salto, carpiato. Riemerge contento, proprio bravo, non c'è che dire. Lo applaudirei se non fosse un po' sconveniente, e gli direi: "Ancora!", ma non so se l'altro capirebbe, e poi lui sta gia risalendo sul maglione bordeaux, sul colletto della camicia, e da lì con un balzo e di nuovo tra la barba del mio dirimpettaio. "Dove vai? Dove ti nascondi?" penso, "Stai attento!" mi scappa, ma Borghetti, il suo trampolino, mi guarda stupito, ed io, allora, non so più che dire.

Borghetti, lo so, è una brava persona. Lui, quando ci siamo conosciuti, indossava una camicia bianca ed aveva una cravatta anche, con delle piccole racchette da tennis in rilievo, rosse, ricordo... che la cravatta era blu, come il computer sul tavolo, come la sedia, come la cornice che custodiva la foto della sua famiglia. E' una brava persona Borghetti, anche se non lo ascolto stasera, che non ho voglia, e penso a Giorgio che mi aspetta, e poi, finalmente, ci lasciamo, e "Certo! Farò come tu dici" e "A domani", "A domani."

19/02/09

Le mirabolanti avventure del ragioniere Saladino - 8 -

A tratti tutto accelera e la testa inizia a dondolare forte sempre più forte prima di fermarsi improvvisamente, come di fronte al mare. A tratti mi ritrovo in altri luoghi, e mi osservo, e mi spoglio, e mi rivesto, a tratti.
A tratti sono di nuovo immobile e mi sembra di sentirti muovere, sopra di me, ed allora tutto di nuovo procede velocemente, e noi, sì, noi, a tratti. Poi ogni cosa esplode e mi ritrovo di nuovo a fuggire, veloce, sempre più veloce, fino a.
A tratti mi manchi, a tratti.

"Conosci Ettore, Giorgio? Figlio di Priamo e marito di Andromaca. Padre di Astianatte e uccisore di Patroclo. Conosci Ettore, Giorgio? Ed i suoi giri attorno alla rocca, e le paure, ed il coraggio. Lo conosci? Dimmi! Dimmi!"

Con un pensiero cancello parole, intere frasi dalla mente. Con un pensiero sono simile a Dio e poco altro conta.

18/02/09

Le mirabolanti avventure del ragioniere Saladino - 7 -

Ho aspettato di sentire cadere le prime gocce dai rami prima di decidermi ad aprire l'ombrello. Giorgio è rimasto a casa, "ti raggiungo dopo" mi ha detto, anche se è domenica, anche se.
Non ho molti luoghi da visitare: il necessario, che poi mi ci perdo; e così mi ritrovo ancora una volta al parco, e siamo soli io e lui. La pioggia a farci compagnia.
La panchina non è ancora inzuppata, il legno ha solchi profondi, ferite inferte da ragazzi e innamorati, medaglie al valore date dal tempo. Mi sono chinato a raccogliere della terra, luccicava, e improvvisamente anche le mie labbra avevano sete, ed era buona la terra come mai nessuna cosa prima. Poi mi sono seduto sul prato, accanto al grande cirmolo, e con le dita ho scavato, ma non c'era nulla sotto, nessun tesoro, ed i segni che avevo visto sparivano sotto le mie mani ecco... venti gradi ad est, quaranta ad ovest, tre passi prima della roccia con inciso il tuo nome.
All'improvviso ho sentito Giorgio accanto a me, l'ombrello piantato a bandiera ci proteggeva. "Cantiamo?" mi ha chiesto alle spalle, ma poi non mi ha dato il tempo di pensare a cosa mi sarebbe piaciuto ascoltare. "Oggi potrebbe essere festa, come ogni giorno, del resto" ha aggiunto ed è stato allora, solo allora, che ho pianto.

17/02/09

600mila euro

"Io mi sono tenuto in stretto contatto con le persone di B. e loro conoscevano la mia situazione. Erano consapevoli, in particolare, di come i miei soci si fossero intascati la maggior parte del dividendo; sapevano bene che il modo in cui io avevo reso la mia testimonianza (non ho mentito ma ho superato momenti difficili, per dirla in modo delicato) avesse tenuto Mr.B fuori da un mare di guai nei quali l'avrei gettato se solo avessi detto tutto quello che sapevo".


Nella foto David Mills, condannato a 4 anni e 6 mesi per corruzione in atti giudiziari.


16/02/09

Le mirabolanti avventure del ragioniere Saladino - 6 -

"Crede che dovremmo licenziarlo?
"Veda lei stesso..."
"I grafici dice? Ma analizzano solo gli ultimi sei mesi"
"Le sembrano pochi?"
"E' stato un ottimo elemento in passato"
"Già"
"Potremmo assegnarlo ad un altro incarico"
"Quale?"
"Non so... è ancora presto per..."
"Tre mesi"
"Cosa?"
"Le do tre mesi"
"Ma..."
"Dovrà risalire ad almeno settanta sul grafico"
"Proverò"
"Deve"

14/02/09

Gli Incitatus e il razzismo


Sono passati pochi giorni dal 27 gennaio, "Giorno della Memoria", istituito con una legge del 2000: "al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei". In occasione del Giorno della Memoria, la legge richiede che siano organizzate iniziative ed incontri, in modo particolare nelle scuole: "in modo da conservare nel futuro dell'Italia la memoria di un tragico ed oscuro periodo della storia, affinché simili eventi non possano mai più accadere".
Malgrado il giorno della memoria, noi rimaniamo un popolo di smemorati, tanto da non renderci conto che le leggi razziali sono tornate.
Sono tornate in pompa magna, con tanto di deliberazione parlamentare ed è tornato lo stesso linguaggio di discriminazione (fino all'eccitazione all'odio razziale) da parte dei capi politici che additano i gruppi sociali più deboli (immigrati, Rom, senza casa) come capro espiatorio del crescente disagio sociale.
Dall'avvento del nuovo Governo, i semi delle leggi razziali sono stati distribuiti un po' dovunque nelle pieghe della legislazione e dei provvedimenti governativi (per esempio la schedatura dei bambini Rom), ma con la legge che approva, al Senato, la seconda parte del pacchetto sicurezza, non sono soltanto i semi della discriminazione verso i gruppi sociali più deboli che vengono diffusi nell'ordinamento, sono gli stessi specifici istituti previsti dalle leggi razziali del ‘38 ad essere riesumati. È cambiato soltanto l'oggetto della discriminazione.
Con il Regio decreto legge del 17 novembre 1938 (provvedimenti per la difesa della razza italiana) furono introdotte nell'ordinamento una serie di misure persecutorie, la prima della quali consisteva nel divieto dei matrimoni misti (art. 1 "il matrimonio del cittadino italiano di razza ariana con persona appartenente ad altra razza è proibito").
Adesso è tornato lo stesso divieto. Il disegno di legge sulla sicurezza votato dal Senato, prevede (art. 39, comma 1, lett. f) e art. 5) l'impossibilità giuridica per gli stranieri, che non siano titolari di un permesso di soggiorno in corso di validità, di contrarre matrimonio. Il che significa che, sia pure in modo mascherato, è stato reintrodotto nel nostro ordinamento il divieto dei matrimoni misti (fra cittadini italiani e cittadini extracomunitari in condizione di irregolarità amministrativa).
Nel luglio del 1938 fu istituita presso il Ministero dell'Interno la Direzione generale per la Demografia e la Razza (Demorazza), con il compito di provvedere al censimento della popolazione ebraica presente in Italia, e quindi di mantenere ed aggiornare un registro degli ebrei.
Adesso è ritornato lo stesso istituto, rivolto ad una speciale categoria di soggetti deboli: l'art. 44 del disegno di legge sulla sicurezza prevede l'istituzione presso il Ministero dell'Interno di un registro dei senza casa.
Ma a cosa serve un registro dei clochard? La storia ci insegna che il registro degli ebrei fu molto utile alla SS, che trovarono gli elenchi già pronti. Forse un domani il registro dei clochard potrebbe tornare utile alle ronde che la stesso provvedimento di legge istituisce (art. 46) per contribuire al presidio del territorio. Magari potrebbero utilizzarlo per bonificare il territorio.
Ma la fantasia dei legislatori leghisti del nostro tempo si è spinta anche oltre gli istituti previsti dalle leggi razziali.
Infatti il fascismo aveva consentito ai genitori di razza ebraica di conservare la patria potestà sui figli, prevedendo che potessero perderla soltanto in un'ipotesi inverosimile, vale a dire nel caso che, qualora i figli appartenessero a religione diversa da quella ebraica, i genitori pretendessero di impartire loro una educazione non corrispondete ai principi religiosi dei figli o "ai fini nazionali" (art. 11 del Regio decreto 17 novembre 1938).
Con la nuova legislazione gli appartenenti alla razza degli immigrati extracomunitari, non dotati di titolo di soggiorno, non possono compiere atti di stato civile. Questo significa che una donna che partorisce, non potrà riconoscere il proprio figlio naturale, che nascerà come figlio di nessuno, e quindi verrà tolto alla madre naturale ed affidato ad un istituto.
Per fortuna la difesa della famiglia è al primo posto nell'agenda politica di questa maggioranza, clericale e timorata di Dio, altrimenti chissà cos'altro avremmo dovuto aspettarci.
Del resto non dobbiamo preoccuparci più di tanto, i nostri leaders politici sono contrarissimi alle leggi razziali (del fascismo): abbiamo dimenticato i viaggi di Veltroni ad Auschwitz?


Fonte immagine IL MANIFESTO: http://www.ilmanifesto.it

13/02/09

Filu di vespru - 12 -

Era venuto il momento di farisi due cunti. Insomma da quello che avevo letto ciavevo una famigghia cumplicata assai, genti ca mancava, genti ca spuntava, ricordi che forse non avevano senso. Mi stava accuminciannu a furiari di nuovo la testa. Non cera nenti da fare dovevo ritornare da quel cazzo di nutaru e farimi dire tutto. Piffozza. Non potevo essere sicuro ma pimmia era là che potevo trovare cunottu.
Camminando non mero accorto però che ero rispuntato di nuovo sotto a quella casa. Furunu una mano e un ciato di fogna a farmelo capire.
"Ah! Turnasti allura!"
"Prego?"
"E finiscila! E' cà u to destinu. U sai!"
"Mascusari! Però.. macchivoli lei insomma?"
"Veni. Entra!"
Lo seguii come a un mammaluccu. Ero troppo curioso, e poi.. chi mi puteva fari?
Garibaldi accuminciau a salire le scale fino ad arrivare al tetto: una terrazza grandissima dominava la piazza.
"A viristi quella?" E mi indicò il posto dove avrebbe dovuto esserci la nicchia.
"No! Chi è?"
Mi taliu con mezzo sorriso comu a dire: "u sacciu", ma poi si girò dallaltra parte. U visti pigghiri un pezzo di gesso dalla tasca e abbiarisi in terra.
"Chiffai?"
Non mi rispondeva chiù. Immaginavo la sua mano muoversi, ma non capivo quello che stava facendo.
U lassai perdere e maffacciai per vedere il panorama. Catania vista da lì era unaltra città: case basse, mattoni di lava, tegole rosa. Ci mancava u sceccareddu e a lavavannara per fare un bel quadro, uno di quelli con la cornice dorata da mettere nel salotto buono con i mobili antichi di truciolato accattati sotto casa che costano meno.
Quando mi vutai maccorsi che ero rimasto solo. A terra cera il ritratto di una fimmina e un nome: Benedetta. Io non canuscevu a nuddu che si chiamava così però quella sopra a quel disegno era mia madre. Lavevo vista tante volte nelle foto che la zia nascondeva dentro larmadio.

12/02/09

Le mirabolanti avventure del ragioniere Saladino - 5 -

Collegando con una linea il marciapiede alla basilica e questa al bar e poi tracciando una curva tra l'uscita a sinistra di quest'ultimo ed il negozio di giocattoli quasi alla fine del viale si ottiene un arco, e se poi mi ci metto in mezzo sono una freccia, e corro, e non riesco più a fermarmi, e uuuuurlo... uuuuurloooooo... e la mia scia sono decina di altri me, centinaia, migliaia, e mi seguono; ma io smetto di urlare, e la piazza è vuota. E' notte.

La casa è appena fuori città, non ci vuole molto ad arrivarci, venti,  trenta minuti: secondo il passo, la volontà.

Insomma Giorgio fammi dormire! Ho visto anch'io le luci, e tutte quelle parole, ma chissà se anche tu hai perso a volte, è così? Oggi cercavo la spilla, quella con le tre stelle sai? Quella del secondo anniversario. No! Tu non c'eri... dimenticavo. E allora Giorgio, ce la faremo a perdere? Oppure, anche oggi... senti? Una civetta, la senti? E il cigolio di una bici e le cicale anche, e i grilli, i tordi, i sordi, i morti.
Prima avevo imparato tante filastrocche; potevano servire, mi dicevo, e le ripetevo per strada, che la strada si accorciava e non mi accorgevo di essere arrivato e toh! Sono già qui, e "buongiorno direttore", e "buongiorno collega", "buongiorno!".

11/02/09

Le mirabolanti avventure del ragioniere Saladino - 4 -

"Ha finito?"
"Debbo solo completare le note finali"
"Bene Saladino, mi raccomando, so di poter contare su di lei"
"Certo, grazie"
"Quasi mi dimenticavo..."
"Dica."
"Ieri... il Dottor Graziosi... ha registrato un reclamo."
"Sì...?
"Un tale... ne sa niente lei?
"No, certo."
"Sa quel tipo... insomma... quello è il nipote del Dottor Guarino."
"Chi?"
"Guarino, sa... il proprietario del giornale."
"Quale?"
"Insomma ragioniere! Stia attento, mi raccomando... la vedo stanco ultimamente."
"Saranno le code"
"Cosa?"
"Le code. A volte perdono i peli e anche i lupi, dicono"
"...sì... ma..."
"Hi, hi, hi. Completerò il lavoro stasera dottore, non si preoccupi."
"Bene Saladino, bene."

09/02/09

Le mirabolanti avventure del ragioniere Saladino - 3 -

Vicino al fiume il puzzo cresce e ti entra nei vestiti che quasi sembra di essere lì, tra i morti che stanno a guardia dei vivi, dei loro ricordi. A Giorgio però piace, e io e lui passeggiamo come vecchi amici. A volte improvvisamente sparisce... lo so, lo so... amoreggia - hi, hi, hi - poi però torna da me e mi saluta come se non fossimo stati insieme sino a solo venti minuti prima. E' fatto così lui, e a me non resta che rispondere al suo saluto e dirgli ogni volta: "Ciao Giorgio! Come è andata oggi?".
E' bello ascoltare le sue storie. Sono sempre le stesse, lo so, ma a me ogni volta appaiono nuove come un gelato appena comprato, e io lecco le sue ferite e lui le mie, e si cammina, insieme.
Certi giorni capita, poi, che la luce dei lampioni si diverta a tagliare le nostre ombre, a farne casuali rivoli,  allora la mia mano destra cerca un punto, che non trova, e la sinistra anche, finché Giorgio, o i suoi baffi, mi indicano la strada.

08/02/09

Farisei

Allora Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo: "Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Quanto vi dicono, fatelo e osservatelo, ma non fate secondo le loro opere, perché dicono e non fanno. Legano infatti pesanti fardelli e li impongono sulle spalle della gente, ma loro non vogliono muoverli neppure con un dito. Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dagli uomini: allargano i loro filattèri e allungano le frange; amano posti d`onore nei conviti, i primi seggi nelle sinagoghe e i saluti nelle piazze, come anche sentirsi chiamare "rabbì``dalla gente. Ma voi non fatevi chiamare "rabbì``, perché uno solo è il vostro maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate nessuno "padre" sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello del cielo. E non fatevi chiamare "maestri`, perché uno solo è il vostro Maestro, il Cristo. Il più grande tra voi sia vostro servo; chi invece si innalzerà sarà abbassato e chi si abbasserà sarà innalzato. Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che chiudete il regno dei cieli davanti agli uomini; perché così voi non vi entrate, e non lasciate entrare nemmeno quelli che vogliono entrarci. Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che percorrete il mare e la terra per fare un solo proselito e, ottenutolo, lo rendete figlio della Geenna il doppio di voi. Guai a voi, guide cieche, che dite: Se si giura per il tempio non vale, ma se si giura per l`oro del tempio si è obbligati. Stolti e ciechi: che cosa è più grande, l`oro o il tempio che rende sacro l`oro? E dite ancora: Se si giura per l`altare non vale, ma se si giura per l`offerta che vi sta sopra, si resta obbligati. Ciechi! Che cosa è più grande, l`offerta o l`altare che rende sacra l`offerta? Ebbene, chi giura per l`altare, giura per l`altare e per quanto vi sta sopra; e chi giura per il tempio, giura per il tempio e per Colui che l`abita. E chi giura per il cielo, giura per il trono di Dio e per Colui che vi è assiso. Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pagate la decima della menta, dell`anèto e del cumìno, e trasgredite le prescrizioni più gravi della legge: la giustizia, la misericordia e la fedeltà. Queste cose bisognava praticare, senza omettere quelle. Guide cieche, che filtrate il moscerino e ingoiate il cammello! Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pulite l`esterno del bicchiere e del piatto mentre all`interno sono pieni di rapina e d`intemperanza. Fariseo cieco, pulisci prima l`interno del bicchiere, perché anche l`esterno diventi netto! Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che rassomigliate a sepolcri imbiancati: essi all`esterno son belli a vedersi, ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni putridume. Così anche voi apparite giusti all`esterno davanti agli uomini, ma dentro siete pieni d`ipocrisia e d`iniquità. Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che innalzate i sepolcri ai profeti e adornate le tombe dei giusti, e dite: Se fossimo vissuti al tempo dei nostri padri, non ci saremmo associati a loro per versare il sangue dei profeti; e così testimoniate, contro voi stessi, di essere figli degli uccisori dei profeti.

Nuovo Testamento - Vangelo di Matteo

07/02/09

Calare la maschera

Dovremo arrivare a quelle riforme della Costituzione che sono necessarie perché la Carta è una legge fatta molti anni fa sotto l’influenza della fine di una dittatura e con la presenza al tavolo di forze ideologizzate che hanno guardato alla Costituzione russa come a un modello da cui prendere molte indicazioni

7 febbraio 2008


06/02/09

SECONDA DICHIARAZIONE DI DISOBBEDIENZA da etnie.org

Dichiarazione di Disobbedienza

Dopo l’approvazione del decreto di legge al Senato, ed in particolare dell’emendamento della Lega Nord che cancella la norma per cui il medico non deve denunciare lo straniero che si rivolge a strutture sanitarie pubbliche, oggi, in qualità di medico, ribadisco la mia “Dichiarazione di Disobbedienza”, già rilasciata in data 13 novembre 2008 e aggiornata in questa:
La discriminazione ormai è all’ordine del giorno e nulla sembra più fermare questi barbari col fazzoletto verde. La Costituzione, che sancisce l’uguaglianza di tutti i cittadini, e la Dichiarazione dei diritti dell’Uomo, che celebra l’uguaglianza di tutti gli esseri umani, sono documenti senza alcun significato per questi razzisti colmi d’odio e di paura, che ogni giorno siedono con le loro grasse natiche e le loro pance piene sui seggi del Parlamento italiano.
Ormai è diventato totalmente inutile anche lo stesso spiegare l’assurdità di proposte sempre più offensive per il genere umano e sempre più adatte ad un vero e proprio regime dittatoriale.
Ormai è giunto il momento della nonviolenza attiva; ormai è arrivato il momento della disobbedienza civile.
Io, in qualità di medico, disobbedirò, se verrà approvato anche alla Camera dei Deputati, al provvedimento che dovrebbe spingermi a segnalare i migranti irregolari che avranno eventualmente bisogno delle mie cure.
In qualità di medico rivendico la mia fedeltà al giuramento di Ippocrate che, tra l’altro, recita:

Consapevole dell’importanza e della solennità dell’atto che compio e dell’impegno che assumo, giuro:
- di esercitare la medicina in libertà e indipendenza di giudizio e di comportamento;
- di attenermi alla mia attività ai principi etici della solidarietà umana, contro i quali, nel rispetto della vita e della persona, non utilizzerò mai le mie conoscenze;
- di curare tutti i miei pazienti con eguale scrupolo e impegno indipendentemente dai sentimenti che essi mi ispirano e prescindendo da ogni differenza di razza, religione, nazionalità condizione sociale e ideologia politica;
- di osservare il segreto su tutto ciò che mi è confidato, che vedo o che ho veduto, inteso o intuito nell’esercizio della mia professione o in ragione del mio stato.

Infine, essendo, oltre che medico, umanista, m’impegno a lottare con tutti i mezzi nonviolenti a mia disposizione affinché venga cancellato questo vergognoso “pacchetto sicurezza” e tutti gli emendamenti dall’inconfondibile sapore razzista ad esso collegati, nonché tutte le leggi razziste a partire dalla legge Bossi-Fini.
Roma, 5 gennaio 2009
Carlo Olivieri

medico umanista

Fonte: SECONDA DICHIARAZIONE DI DISOBBEDIENZA da etnie.org

05/02/09

Le mirabolanti avventure del ragioniere Saladino - 2 -

La settimana scorsa c'era una gran nebbia. Gli oggetti, le persone uscivano dal nulla e poi sparivano e la fermata dell'autobus era lì, ma se facevo un passo indietro iniziava a volare con le sue scritte rosse... o nere? Insomma volava, ma tutti facevano finta di niente: chi guardava l'orologio, chi sonnecchiava.
Siamo sempre gli stessi qui alla fermata, anche se non ci siamo mai salutati. Siamo sempre gli stessi in queste mattine, uguali.
Immaginavo che anche loro sapessero, ma Giorgio ha detto "Basta!" e mi son dimenticato di chiederlo per esserne sicuro, di urlare pieno di sorpresa:
"Ha visto? Volava via il cartello! Ha visto?".
Giorgio si è un po' spaventato. Non ha capito cosa fosse quella grande ombra che si avvicinava.
"Vieni! Saliamo" gli ho detto per rincuorarlo, ma lui mi è scappato dalle mani e così ci siamo rivisti solo la sera.
Aveva fame, e anch'io.

04/02/09

Le mirabolanti avventure del ragioniere Saladino - 1 -

Solo due cose sono importanti: arrotolare bene tra le dita la sigaretta prima di accenderla, ricordare che il lavoro termina alle venti.

"Insomma! Non c'è nessuno qui?"
"No, signore. No."
"E lei?"
"Io? Io immagino di sì"
"Ma non mi faccia incazzare. Non lavora qui lei? La vedo sa, ogni giorno con le sue sigarette! E i colleghi? Ci pensa, lei, ai suoi colleghi?
"Sono solo"
"Vabbè comunque, può essere così gentile da aiutarmi?"
"No"
"Guardi, è solo un attimo"
"Lei non fuma?"
"No... ogni tanto, dopo pranzo... a volte"
"Quando è notte, bisogna fare attenzione..."
"Lei è pazzo, mi faccia parlare con un suo superiore!"
"...perché di giorno è più semplice..."
"Mi ha sentito? Vuole rispondermi?"
"...ogni cosa ha il suo colore..."
"Basta! Ci rinuncio! Ma non finisce così... vedrà!"
"...e ride."

03/02/09

02/02/09

Stalingrado, 2 febbraio 1943




Fame e macerie sotto i mortai
Come l'acciaio resiste la città
Strade di Stalingrado di sangue siete lastricate
Ride una donna di granito su mille barricate

Sulla sua strada gelata la croce uncinata lo sa
D'ora in poi troverà Stalingrado in ogni città

L'orchestra fa ballare gli ufficiali nei caffè
l'inverno mette il gelo nelle ossa
ma dentro le prigioni l'aria brucia come se
cantasse il coro dell'armata rossa

La radio al buio e sette operai
sette bicchieri che brindano a Lenin
e Stalingrado arriva nella cascina e nel fienile
vola un berretto un uomo ride e prepara il suo fucile

Sulla sua strada gelata la croce uncinata lo sa
D'ora in poi troverà Stalingrado in ogni città




01/02/09

25 note ed alcuni link

1- Quando ho scoperto Usenet ho pensato di non essere poi tanto folle.

2- Le prime cose che ho mandato erano poesie tirate fuori dai cassetti, groppi giovanili che, con mia sorpresa, piacevano a qualcuno.

3- La cosa strana che poteva - può?- capitarti su Usenet era quella di innamorarsi delle parole (non erano stati ancora pubblicati i bollettini ufficiali sui rischi della rete) e con esse dei personaggi immaginifici che le postavano. Non posso dire di esserne stato immune.

4- Avevo un nick "femminile" (in omaggio al mitico Ranxerox) è questo fu a volte causa di divertenti malintesi.

5- In ogni gruppo, con il tempo, si formava un grumo di nomi, la cricca.

6- Ho aspettato tanto tempo prima di conoscere molti dei miei virtuali interlocutori, credo sia stato uno dei vantaggi della rete quello di poter scegliere quando.

7- Ho letto cose bellissime e sciocchezze immani, non avrei potuto sprecare meglio il mio tempo.

8- Quando ho iniziato ero ufficialmente disoccupato, insomma facevo mille lavori ma quasi mai per lunghi periodi.

9- Quando ho finito ero postino, trasportavo lettere e lettere pensavo, su una vespa quasi sempre mal funzionante.

10- Su Usenet ho iniziato a vivere la scrittura come bisogno, ancora oggi sto male se non riesco a scrivere per molto tempo.

11- Ho "difeso" poche volte le mie cose, mi è sempre andato bene sia il "è una merda" che il "bravo" però alcune critiche mi hanno aiutato moltissimo a capire quello che andava tenuto e quello che andava eliminato.

12- A volte si scrive e solo grazie agli altri si capisce cosa.

13- Se potessi a volte lascerei solo una parola, generalmente la stessa da cui nasce ogni tentativo di scrittura.

14- Da piccolo il mio primo tentativo fu un disatro, avevo sette anni e amavo la classica bimba del primo banco. Sul bus che ci portava a casa riuscii a darle la mia prima lettera d'amore, lei con tutta la cattiveria di cui i bambini son dotati inizio a sghignazzare e a urlare quando lesse un "bela" non proprio ortodosso.

15- A scegliere una parola direi condivisione.

16- Quando arrivò la prima lettera della Sellerio raggiunsi livelli di felicità pericolosi.

17- Quando arrivò la seconda lettera della Sellerio volevo sprofondare.

18- Alcuni amici del gruppo non sono più rintracciabili, altri non saranno più.

19- Mi manca quel tipo di dialogo, anche se considero chiusa quell'esperienza.

20- Salame, formaggio, pane, vino, libri credo mancasse poco al primo incontro "editoriale" del gruppo it.arti.scrivere.

21- Spezz ettar e le parole, a l l u n g a r l e , storpdfdtyfdtfkiarle, usarle.

22- Non avevo mai partecipato ad un concorso letterario, pochi mesi fa ho ceduto. Alla premiazione mi son girato cercando qualcuno alle spalle quando un gentile signore mi ha chiesto: "Lei è un poeta?"

23- Credo si possano ancora usare parole considerate generalmente "usurate".

24- Non so se si scrive di se stessi, ma mi risulta difficile scrivere di ciò che non conosco, che non immagino.

25- Scrivere è scrivere.
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