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31/03/13

Grazie Beppe, grazie Giorgio



"Dieci poveri negretti
se ne andarono a mangiar:
uno fece indigestione,
solo nove ne restar.

Nove poveri negretti
fino a notte alta vegliar:
uno cadde addormentato,
otto soli ne restar.

Otto poveri negretti
se ne vanno a passeggiar:
uno, ahimè, è rimasto indietro,
solo sette ne restar.

Sette poveri negretti
legna andarono a spaccar:
un di lor s'infranse a mezzo,
e sei soli ne restar.

I sei poveri negretti
giocan con un alvear:
da una vespa uno fu punto,
solo cinque ne restar.

Cinque poveri negretti
un giudizio han da sbrigar:
un lo ferma il tribunale
quattro soli ne restar.

Quattro poveri negretti
salpan verso l'alto mar:
uno se lo prende un granchio,
e tre soli ne restar.

I tre poveri negretti
allo zoo vollero andar:
uno l'orso ne abbrancò,
e due soli ne restar.

I due poveri negretti
stanno al sole per un po':
un si fuse come cera
e uno solo ne restò.

Solo, il povero negretto
in un bosco se ne andò:
ad un pino s'impiccò,
e nessuno ne restò."

30/03/13

Salvatore

Salvatore apre gli occhi,
c'è una luna sospesa
sul bordo della cucina, una luna piccina,
una luna da passeggio di plastica colorata
regalo immaginoso di una piccola
innamorata.
Salvatore apre gli occhi, oggi,
oggi proprio non è giornata,
c'è il lavoro in arretrato,
ancora la spesa da fare,
la cena con gli amici
concordata
che non può più aspettare.
Salvatore rimane immobile,
forse dovrebbe anche pisciare,
ma ha solo voglia di non far nulla,
non ha più voglia di dimostrare.
A chi poi, se anche il male...
gli si affollano in testa
ricordi, sensazioni:
la rivoluzione persa,
Vermicino e poi i dottori
della santa televisione,
degli appelli alla nazione,
della caccia maledetta
ad ogni tipo di ragione.
Salvatore sa
che il tempo se n'è andato, è già passato,
ma non ci vuole poi tanto a capire
che a perdere in fondo...
che lui ci ha provato.
E poi ora ha altri guai,
pensa alla pensione,
alla figlia da sposare,
alla madre chiusa in casa,
 alla badante da pagare.
"Se fosse solo necessario ricominciare,
se fosse cosi semplice provare
ad uscire fuori.
Sollevare la coperta, trovare nuovi colori..."

29/03/13

Enzo Jannacci (Milano, 03-06-1935 / 29-03-2013)


El me’ indiriss de dûe sün nassü
mi me le ricordavi gnanca pû:
a l’era una câ vecia e per pissà,
tripli servissi, sì, ma in mess al prà!
El me indiriss de dûe sün nassü
me l’han ricordà iér, dentr’in Común:
cercavi un docümént de residénsa
e mi, m’è vegnü in ment tutta l’infansia...
a s’erum una banda de sês fieu;
volevum trà per aria tutt’el mund,
fasevum la colletta alla mattina
per quatter Alfa e dû Espurtasiún
Turnavi a cà la sera, e la mia mamma
la me nettava el nas tutt spurch’de sang’
perchè la legge l’era de dài via,
ma l’era anca quella de ciapànn!
Pensarci ben, chissà che fine ann fatt
chî mé cumpagn balord de sciupà el mund!
Ma poeu, la vita va; fa quel che voeur:
chi va, chi resta chi, chi invece moeur…
Ma énn giàmò passà deu o tri minüt
e mi, me rendi cûnt che ò rott i ball:
ci ho qui un bel docüment de residénsa…
cià via a menare! …e scaricare anca l’infansia!

28/03/13

Streaming 3

Un giorno il Maestro disse: "Sfidate, controllate sempre e comunque ogni potere, sia che esso provenga da uno o che sia emanazione di un gruppo". Seguì a queste parole un lungo silenzio di approvazione da parte di tutti i discepoli. C'era chi guardava con venerazione il Maestro, chi muoveva il capo per assentire, chi sognava socchiudendo gli occhi.
Si alzò, quindi, un discepolo per parlare: "Sono sagge queste parole, Maestro, ma è pur vero che oggi manca un governo al mondo".
Il Maestro lo guardò e sorrise, schiarì la voce e lentamente rispose: "Domani lo faremo noi".


Il Maestro chiese ai propri tre discepoli, durante una pausa del loro viaggio verso la grande città dei Miracoli, cosa fosse per loro un parlamento.
"È un luogo di confronto" disse il primo.
"È un luogo di sprechi" sentenziò il secondo.
"È da dove comanderemo" rispose il terzo.
Il Maestro allora abbandonò i primi due,  poi riprese il cammino.


Un discepolo, di ritorno al convento, raccontò di aver incontrato una donna impura e di non averla salutata, di aver visto un vecchio e di aver riso del suo sonno, di aver ricevuto un messo per un colloquio e di averlo fatto malmenare.
Il Maestro lo ascoltò attento,  poi disse: "Vaffa!".




21/03/13

Giornata mondiale della poesia 2013

 Totò Merùmeni

I.

Col suo giardino incolto, le sale vaste, i bei
balconi secentisti guarniti di verzura,
la villa sembra tolta da certi versi miei,
sembra la villa-tipo, del Libro di Lettura...

Pensa migliori giorni la villa triste, pensa5
gaie brigate sotto gli alberi centenari,
banchetti illustri nella sala da pranzo immensa
e danze nel salone spoglio da gli antiquari.

Ma dove in altri tempi giungeva Casa Ansaldo,
Casa Rattazzi, Casa d’Azeglio, Casa Oddone,10
s’arresta un automobile fremendo e sobbalzando,
villosi forestieri picchiano la gorgòne.

S’ode un latrato e un passo, si schiude cautamente
la porta... In quel silenzio di chiostro e di caserma
vive Totò Merùmeni con una madre inferma,15
una prozia canuta ed uno zio demente.


II.

Totò ha venticinque anni, tempra sdegnosa,
molta cultura e gusto in opere d’inchiostro,
scarso cervello, scarsa morale, spaventosa
chiaroveggenza: è il vero figlio del tempo nostro.

Non ricco, giunta l’ora di "vender parolette"5
(il suo Petrarca!...) e farsi baratto o gazzettiere,
Totò scelse l’esilio. E in libertà riflette
ai suoi trascorsi che sarà bello tacere.

Non è cattivo. Manda soccorso di danaro
al povero, all’amico un cesto di primizie;10
non è cattivo. A lui ricorre lo scolaro
pel tema, l’emigrante per le commendatizie.

Gelido, consapevole di sé e dei suoi torti,
non è cattivo. È il buono che derideva il Nietzsche
"...in verità derido l’inetto che si dice15
buono, perché non ha l’ugne abbastanza forti..."

Dopo lo studio grave, scende in giardino, gioca
coi suoi dolci compagni sull’erba che l’invita;
i suoi compagni sono: una ghiandaia rôca,
un micio, una bertuccia che ha nome Makakita...20


III.

La Vita si ritolse tutte le sue promesse.
Egli sognò per anni l’Amore che non venne,
sognò pel suo martirio attrici e principesse
ed oggi ha per amante la cuoca diciottenne.

Quando la casa dorme, la giovinetta scalza,5
fresca come una prugna al gelo mattutino,
giunge nella sua stanza, lo bacia in bocca, balza
su lui che la possiede, beato e resupino...


IV.

Totò non può sentire. Un lento male indomo
inaridì le fonti prime del sentimento;
l’analisi e il sofisma fecero di quest’uomo
ciò che le fiamme fanno d’un edificio al vento.

Ma come le ruine che già seppero il fuoco5
esprimono i giaggioli dai bei vividi fiori,
quell’anima riarsa esprime a poco a poco
una fiorita d’esili versi consolatori...


V.

Così Totò Merùmeni, dopo tristi vicende,
quasi è felice. Alterna l’indagine e la rima.
Chiuso in se stesso, medita, s’accresce, esplora, intende
la vita dello Spirito che non intese prima.

Perché la voce è poca, e l’arte prediletta5
immensa, perché il Tempo - mentre ch’io parlo! - va,
Totò opra in disparte, sorride, e meglio aspetta.
E vive. Un giorno è nato. Un giorno morirà.

 Guido Gozzano - I colloqui (1911)

Fonte testo:  http://it.wikisource.org

17/03/13

L'incontro



"E poi c'è questo sogno, questo sogno in cui sono le tue dita a segnarmi il cuore, questo sogno dove voliamo insieme, vento e polvere a carezzare, a coprire, ogni cosa".
Carlo ha gli occhi quasi chiusi, parla e gesticola con la mano destra mentre la sinistra è stretta tra le spalle e il volto di Clara.
"Non puoi dirmi così. Non puoi. Sarà solo un giorno, lo sai. Sarà solo questa notte per noi".
Clara lo guarda e sorride, prona sul lato sinistro dell'uomo. I corpi sono quasi attaccati: il gomito poggiato sul letto, la mano destra sotto la nuca di lui. Muove leggermente la testa a cercare una carezza mentre la mano sinistra scivola tra le gambe di Carlo.
"Insomma in questo sogno noi non eravamo noi e, ah... così amore, non m'interessava, sì non m'importava più sapere chi ero, chi eri".
Carlo chiude completamente gli occhi, la mano destra ora inizia a stringere il lenzuolo, le gambe si aprono un poco. Tra le dita della sinistra ha i capelli di lei, il suo pollice le carezza il mento.
"Lo sai ora? Lo sapevi prima che c'incontrassimo? Lo saprai domani quando tornerai a casa, quando io riapparirò a casa?".
Clara si alza sul palmo della sua destra e continua a fissarlo, l'altra mano si muove più rapida, più stretta su quello strano trofeo.
E' una giornata di sole e di pioggia, dalla finestra, a tratti, frecce di luce. Pulviscolo.

Scritto per l' EDS Toccami  proposto dalla DonnaCamèl 

Partecipano all'EDS:

La Linea d'Hombre con Laß Dir raten, trinke Spaten
Ora e qui con Argento vivo
Fevarin e carnazza con Pornodirivinewelsh
MaiMaturo con Cantando nella luce
Poco mossi gli altri mari con La conquista del Nuovo Mondo
Pendolante con Outing
La Donna Camel con Ciat

15/03/13

11/03/13

10/03/13

10 marzo 2013

Ora che ci sono vicino lo comincio a vedere come funziona con le malatie che prima non ci davo tanta importanza anche se le cose le vedevo e le sentivo.
Ora che ci sono vicino li osservo con attenzione e li ascolto chiossai che non manca assai ormai anche per me e quello è il mio futuro.
Ora che ci sono vicino penso che non fanno così paura o ribrezzo o pietà. No. Sembrano come a me. Come agli altri.
Ora che ci sono vicino mi accorgo che lunici di loro che cianno rispetto sono quelli che hanno il potere. Che degli altri invece uno se ne può approfittare. Che tanto.
Ora che ci sono vicino in questo paese tutti parlano del nuovo che lo so che sono parole e che quelli ca cuntunu se va bene sono nati che ancora eravamo a metà del secolo scorso. Però gli altri. Gli altri.
Ora che ci sono vicino guardo che mi scanto di quelle notizie delle case di riposo e arriro invece quanto la cassiera del bar dice  che beppe grillo macari ca ciavi 65 anni è quello che ha i capelli più belli di tutti e che poi ce l'ha mossi e che lei se celavesse lei i capelli come beppe grillo non ciavissi bisogno di farisi la permanente.
Ora che ci sono vicino mi accorgo che le cose cangiano sempre fuori ma solo per rimanere le stesse dentro.

08/03/13

"Semplice, semplice" di Sciura Pina

Se la mia conoscenza dell’inglese non mi tradisce l‘intervista rilasciata da Beppe Grillo a Time (si sa la stampa italiana è serva del potere e allora ci tocca leggere le notizie in inglese, tedesco, danese e via dicendo) rivela una Weltanschauung (a furia di leggere la stampa straniera se non altro qualcosa si impara) sconcertante.
Il M5s, se comprendo bene le parole del suo fondatore, non pensa di sostituirsi ai partiti, non insegue la maggioranza di senatori e deputati, non vuole un banale 51% ma persegue con pervicacia l’obiettivo del 100%: solo allora il popolo sarà veramente sovrano e il movimento potrà anche sciogliersi.
Oso sommessamente aggiungere che, a quel punto, anche il Parlamento potrà essere sciolto visto che sarebbe composto solo da persone elette su un unico progetto politico e vincolate alla fedeltà al mandato (visto che si mette in discussione anche l’art. 67 della Costituzione).
Quindi basterebbe una sola persona che, a questo punto, avrebbe la responsabilità di portavoce di tutti i cittadini, con un evidente risparmio sui costi della politica.
Su altri costi preferisco calare un velo pietoso.
Ma forse il mio inglese non è così “fluent” come pensavo.
(NB vorrei anche sapere: in attesa del 100% che si fa?)
FONTE: Sciura Pina

07/03/13

7 marzo 2013


Oggi mi siddiava leggiri le solite minchiate e accussì mentre aspettavavo il caffè al bar che ne ho trovato uno che lo fa vicino casa e spatti bonu assai locchio mi cascau nel giornale sopra a una figura che poi era un quadro bellissimo.
Io non lo so chi è questo pittore che lha dipinta che anche se lho letto il nome non me lo ricordo ma quella carusa vutata ca ti talia è un piacere per gli occhi che se già è così sopra a un fogghio penso che mi piacerebbe taliarla appesa a una parete.
Questa carusa dicevo ciavi un turbante e una goccgia di luce nellorecchio che dovrebbe essere una perla che accussì si chiama il quadro. Ma a me quello che mi ha colpito e che subito ho pensato che taliava come a chi è gia rassegnata ma continua a sperare. Come a un agnidduzzu già pronto per pasqua.

06/03/13

6 marzo 2013

Sinni iu nella campagna e sabbruciau. Dice che lavevano lincenziato. Che cera morta la sorella. E certo la mente è come un filu di capiddu che me lo hanno ripetuto tante volte questa cosa e tante cose ho visto che ci credo ormai.
Ma come si fa però? Come è che la gente sabbrucia si spara si ietta dalla finestra si chiuri a moriri intra a una machina? E io lo so come ci si sente quando ti manca u travagghiu. Quando lanni passanu e uno si sente sempri chiu vecchiu. Quando ti pare che non cè più alternativa. La cosa è che a picca a picca ti senti tu il colpevole e se quello non ti pigghia e se la ditta non ti assume e se nessuno ti risponde è solo colpa tua. Che tu non sei stato capace. Che tu sei sbagghiato. Certo cè macari chi si sfoga che la colpa è di tutti gli altri. Di quelli fuori. Che il mondo ce la con te. Ma poi alla fine non penso che cè tanta differenza che tutti e due sono uno sfogo e una sconfitta.
Sinni iu nella campagna e sabbruciau. E nel frattempo cè cu fa luomo mascherato. Chi si presenta con nome e cognome alla televisioni come su facissi i provini e invece è il mio deputato è il mio senatore e io lascuto e penso che poco ci manca che dice "sono contento di essere arrivato uno" e "ciao mamma". Chi assicuta processi. Chi parra e parra e non dice quello che veramente sarebbe bello utile sentire.
Massetto e astuto la luce. Dumani cè a spisa da fare.   

05/03/13

Incitatus, siamo tutti cittadini

"Da quello che conosco di Casapound, del fascismo hanno conservato solo la parte folcloristica (se vogliamo dire così), razzista e sprangaiola. Che non comprende l’ideologia del fascismo, che prima che degenerasse aveva una dimensione nazionale di comunità attinta a piene mani dal socialismo, un altissimo senso dello stato e la tutela della famiglia. Quindi come si vede Casapound non è il fascismo ma una parte del fascismo."


Italia sotto formaldeide di Roberta Lombardi (Capogruppo grillina alla Camera)

5 marzo 2013

Oggi mentre accattavo il pane del supermercato che cè l'offerta e una pagnotta la paghi solo un euro si avvicinò a mia un vicchiareddo e nelle mani ciaveva tanti bigliettini come i santini della chiesa.
Ora io non è che non credo a nenti però mi da fastidio fermarmi a parlare con chi crede troppo e allora mi stavo spostando che non mi andava nemmeno di fare u malarucato e non rispondere se quello mi chiedeva qualche cosa. Invece lui era più muto di me e più svelto e mi mise solo nelle mani questa figurina che io quella faccia lavevo vista già qualche volta e se ne restò poi fermo ad aspettare qualche altro.
Dopo avere pagato alla cassa che mi accattai anche le mozzarelle tre per due mi ricordai di quella faccia. Era Stalin. Quello della città della guerra nel paese che a tempi di fame si mangiavano macari i picciriddi.
Dietro alla foto cera la data di nascita e di morte che oggi erano passati sessanta anni.
A mia mi vinni la curiosità e ciò voluto guardare dentro nel computer chi era chistu. E tutti ne parlavano male e pochissimi bene e però poi ho visto i funerali e quello che era successo in quella città con i nazisti e anche tutto quello che avevano inventato negli anni prima contro quel paese e allora la confusione è rimasta.
Che tutti a noi ignoranti ci possono dire tutto. Comu fici iddu. E comu ficiru gli altri.

04/03/13

4 marzo 2013

1.426 e questo numero è l'unica cosa che ricordo che nel giornale poi cerano i numeri dei miliardi ma quelli erano troppo assai pimmia che non ciarrivo neanche con la fantasia.

1.426 è come un paese di campagna di quelli sperduti e forse ci dovrebbero andare questi a passarici la vicchiania mangiando cipuddi e angiovi e olio e pani di casa che a loro non ci facissi mancari nenti che io non ammazzassi a nuddu.

1.426 e solo a dirlo cè  chi dice ca sì comunista che chisti bisogna rispettarli perchè danno da mangiari a tanta genti. Forse è vero. Forse però è più vero che tanta genti ci runa da mangiare a loro.

03/03/13

3 marzo 2013

Cera un film quando ero nico che lo facevano spesso che uno ciarrubavano una bicicletta e quello andava in giro a cercarla che ci serviva per lavorare. E di biciclette cenerano tante nei vecchi film che la usavano i ladri e i carabbineri e gli operai quando uscivano dalle fabbriche e le donne per spostarsi nelle città. E certo cerano meno machine che si usavano anche i tram e cera un film bellissimo che raccontava la storia di un tramviere era con Fabrizi e dentro cera un po' tutto. Il gioco. Lingiustizia. Lorgoglio del lavoro. Insomma di biciclette cenerano tante che poi arrivò la cinquecento a cambiali e la centoventotto per fare le corse e la machina di diabolic e le prime giapponesi e le gippi e i bestioni che ci sono ora nelle strade. Le biciclette però non sono scomparse e anzi oggi ho letto che stanno aumentando che non si sa se è la povertà oppure che siamo più ecologisti però ce ne sono chiossai in giro e io anche cè ne ho una da quando vivo qua che mi piace prenderla per andare al centro. Ieri che lho presa mi sono accorto che ciaveva una ruota scoppia e allora lho posata e sono andato a piedi che mi piace macari chiossai.

02/03/13

2 marzo 2013

Oggi mi cucinai le cose come le fanno qui per risparmiare tempo. Al supermercato mero accattato una confezione di aluzze di pollo che erano in offerta e con due euro cera la vaschetta piena solo che non mi andava di farimi il brodino che era tardi e accussì mi pigghiai una di quelle buste di prastica che avevo visto alla televisioni che era in offerta anche quella anche se cinquanta centesimi per un sacchetto mi passi assai. Comunque arrivato a casa ci infilai il pollo in quella busta e la misi nel forno che dopo unora quando lho aperta cera ciauro in tutta la stanza. Anche il sapore non era male e il vino calau tranquillo fino a fine pasto.
Non ciavevo vogghia di lavari i pusati però e allora mi misi nel divano a vedere un po' di televisione che facevano le solite minchiate del pomeriggio. Insomma erò lì quando mi addummiscii che a me mi capita sempre dopo cinque minuti che prima chiudo un occhio e poi laltro e alla fine tutti rui.
Nel sonno mi è capitato di sognare e ceravamo io e lei e allimprovviso tutto era buio e noi abbiamo iniziato a cascare a cascare e mentre succedeva lei mi guardava che sorrideva come una picciridda che non sa cosa sta succedendo e però ha fiducia nei grandi e io la abbracciavo e la guardavo e poi le dicevo:
"Guarda sembra come nel filmi di Alice"
"E' un libro" rispondeva lei e io accalavo la testa che voleva dire sì e ci pigghiavo la mano e questa discesa non finiva più solo che poi è arrivato come un colpo di tosse un fischio e allora mi sono svegliato che cera il caffè sopra e io me lero dimenticato.
Ora non lo so che cosa significa questo sogno che ci fosse stata  la signora Nunzia del lotto me lo avrebbe smorfiato di sicuro però poi pensandoci credo che è successo perchè ho sentito una cosa strana astamatina. Una cosa dellamericani. La storia di uno che sinni calau allinferno mentre dormiva nella sua stanza e io sono contento che non è successo a  noi.

01/03/13

1 marzo 2013

Oggi mossi Dalla. Cioè non è oggi la data che quello è morto un anno fa ma oggi lho sentito tutto il giorno alla radio e alla televisione perciò lo dico che oggi mossi Dalla.
Io non lo so se mi piacevano le sue canzoni  perchè sì sul momento mi piaceva ascoltarle e le cantavo pure ma poi non lo so se è stato più lo stesso il piacere o solo la memoria che quello succede anche con le canzoni di Morandi o Ranieri tanto per dire.  E allora mi sono messo a ricordare bene che anche io volevo fare un elenco e certo cera quella di lui che era gesù bambino e laltra di quello che scrive allamico oppure i due carusiddi che si tenevano per mano ma io mi ricordavo di più quella dei cartoni animati che quando cera alla televisioni per me era una magia. Poi unaltra che ricordo a me mi piaceva assai e che pensandoci ora forse è stata come un segno della mia vita futura è quella della città che non si vireva. Ecco questa mi piaceva veramente anche se non lo so dire perchè. Certo che però non si sente assai alla radio o alla televisioni.  Io forse lo conosco il motivo. E' che una volta ho sentito dire che lha scritta un poeta e i poeti si sa non li ascolta mai nessuno.







Sono andata via
perché rimanere sempre a Faenza
non è che m’interessasse troppo
non puoi sempre rifugiarti nella foresta;
e sulla spiaggia del mare
l’ombra si scioglie, ti fa disperare.

Ero una ragazza un po’ nervosa
ma intelligente
però di calcio non capivo niente.
Per questo non mi sono sposata, no.

Ma io guardavo il mondo piangendo,
perché ero contenta,
perché ero contenta, perché ero contenta!

Ieri la città si vedeva a malapena
oggi la città si vede tutta intera.

Ieri il mare si scuoteva da fare pena
oggi il mare ha la barba tutta nera.

Gli elaboratori hanno per sorte
di aiutare l’uomo a vincere la morte.

Infatti se il vento dell’inquinamento
tende a salire lo aiutano a morire.

E aiutano anche l’amministrazione
patrimonio forestale in distruzione.

Verrò, verrò, è fuori discussione
perché qualcosa
deve pure accadere.

In giro c’è molta rivoluzione
tu sballi sempre tutto
e soprattutto non mi dai attenzione.

Non vedi, tu non vedi
come il mondo sembra brutto?
Però posso incontrati?

Posso vederti? Posso rivederti?
In un giorno della settimana?
Anche se abiti in una città lontana.

L’uomo, l’uomo, l’uomo,
l’uomo si serve degli elaboratori
per migliorare il mondo in cui si vive.

Percentuali di particelle solide
presenti nell’atmosfera;
tutti i dati raccolti
sono trasmessi all’elaboratore.

Sapremo quante volte fare l’amore
o quante volte i fiumi
in Italia traboccano.

Ma i cittadini di Filadelfia
vivono sotto un cielo pulito.

Io ti segno a dito
e tu segna pure me. Sono felice.
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