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21/01/16

UN’EDUCAZIONE di Vanessa Roghi

Prologo: «Vanessa ti ricordi Barbapapà?», mi chiede un amico «Certo», rispondo. «Ricordi Barbottina? Avevi mai notato che nella sua stanza i due poster erano la riproduzione del manifesto del maggio francese, quello de “la lotta continua” e di Angela Davis?». No non lo ricordavo non l’avevo mai notato allora. E allora il mio amico quella stanza me l’ha portata ed eccola qua accanto, icona subliminale di un decennio, di un’educazione.

Fonte: UN’EDUCAZIONE di Vanessa Roghi   da leggere e rileggere... :-)

14/01/16

Franco Citti (Roma, 23 aprile 1935 – 14 gennaio 2016)


Se i sottoproletari si sono imborghesiti, i borghesi si sono sottoproletarizzati. La cultura che essi producono, essendo di carattere tecnologico e strettamente pragmatico, impedisce al vecchio «uomo» che è ancora in loro di svilupparsi. Da ciò deriva in essi una specie di rattrappimento delle facoltà intellettuali e morali.
Pier Paolo Pasolini, Scritti corsari, 1975



Scupitta

"Ansomma... putissi iri megghiu" e mentre dice questo mi talia comu su aspittassi aiuto.
E' fattu rossu Scupitta però si viri ca non è questione di salute ma perchè non è tranquillo. Eppure ciavevamo dato quelllingiuria proprio perchè era un carusiddu siccu come a una angiova.
"Scupitta! - ci gridavamo-  veni ca iucamu o palluni"
"Scupitta! Fatti rari i soddi caffittamu u campu"
"Scupitta! Tu spatti un panino?"
Lavevo perso di vista che le cose vanno così. Si sa. Solo sapevo che sera maritato e poi aveva divorziato.
"Già!" mi veni sulu di riri poi accalu locchi che già di mio cinnaiu tanti problemi. Quel "Come va?" che aveva fatto nascere la conversazione sarritira confuso. "Ni viremu" aggiungo. E già le gambe hanno ripreso a muoversi e già il pensiero cerca conforto.
Allontanandomi sento che mi sta taliando ma non mi furiu.
Mi fermo. Maddumu una sigaretta. Fazzu una tirata comu su non avissi chiù ciatu. Aspetto.
Aspetto che limpressione passi. Che il disagio finisca.

10/01/16

Tanuzzo e Ciccio

Tanuzzo e Ciccio sunu frati.
Si sbagghiunu di un anno che il primo nasciu pamuri quando Margherita la madre era ancora una picciridda e il secondo per sbaglio lannu dopu che quella già ava accuminciato a travagghiari.
Eppure non criscienu stotti le creature. La nonna fici in modo di non farli luvari a so figghia. "I tegnu iu" ci rissi alle vaddie quando bussarono a so casa e però in realtà non successe mai che la purazza non la superò mai quella vergogna.
Si informava con i vicini. Quacchi vota taliava i picciriddi ammucciata arreri a un muretto quando scinnevunu per giocare nel giardino o i primi anni che andarano a scola. Una vota sola non cià fici a fari finta di nenti che fu quando Ciccio si tagghiau cascannu mentri iucava o palluni e il sangue ci nisceva a vina dalla coscia.
Iddu chianceva e Tanuzzu non sapeva chiffari. La nonna savvicinau e prima u cunuttau e poi pigghiau a pulizziarici a iamma e dalla borsetta spuntau tre bustine di zuccuro. Lei una ce la mise sopra alla ferita ad asciugare che dopo una para di minuti il sangue accuminciau a stagnari e le altre una a testa ai carusi per farli sorridere.Quando li vide tranquilli li accompagnò a casa. Senza aspettare però che spariu prima. Margherita ci misi tannicchia a rapiri che il cliente era difficile ma poi si fici cuntari tutto e chianciu tannicchia mentri su faceva cuntari di novu.
Ora su morti. La vecchia di polmonite e la giovane di addiesse. Loro invececampano tranquilli nella stessa casa arreri al mio palazzo. Li dentro non cè entrata mai una fimmina da quando cè morta la madre. La casa però è ordinatissima che loro hanno sempre fatto tutto e Margherita ci ha lasciato anche beddi soddi alla posta. Ciu rissi mentre era o spitali gli ultimi giorni.
"Arreri alla crirenza c'è un libretto. Mi raccumannu".
Poi chiuriu locchi e non li rapiu chiù. 
   
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