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03/05/15

identificazioni

"[...] è difficile mantenersi solo con i racconti.
Ma Junpei era nato per scrivere racconti. Chiuso nella sua stanza, gettata via ogni altra preoccupazione, in solitudine, trattenendo il respiro, completava in tre giorni la prima stesura. Poi ci metteva quattro giorni per produrre quella definitiva. A quel punto naturalmente dava da leggere il racconto a Sayoko e al suo editor, e seguiva poi un altro attento lavoro di rifinitura. Ma fondamentalmente la sorte del racconto si giocava per intero in quella prima settimana. Tutto ciò che doveva entrare o uscire dalla storia veniva deciso in quei giorni. Questo metodo si adattava al suo carattere.
Un'estrema capacità di concentrazione in un breve periodo. Immagini e parole condensate al massimo. Ma se pensava di scrivere un romanzo, Junpei provava sempre un senso di angoscia. Come avrebbe fatto a mantenere e controllare la sua concentrazione mentale per diversi mesi, forse per quasi un anno? Sentiva di non poter dominare ritmi del genere.
Provò in più occasioni a scrivere un romanzo, ma ogni volta, di fronte all'ennesima sconfitta, rinunciava. Che gli piacesse o no, la sua strada non poteva che essere quella di scrivere racconti brevi. Era il suo stile. Nonostante tutti i suoi sforzi, non poteva trasformarsi in un altro. Come non si può cambiare un bravo seconda base in un battitore di home-run."

Haruki Murakami,  Tutti i figli di Dio danzano