Non sarà diverso da ieri
non cambierà
far suonare la sveglia dieci volte prima di alzarsi
pedalare in primavera
non spariranno per questo le mie cattive abitudini
far troppo tardi il venerdì sarà uguale
lavarsi male i denti ugualmente mi danneggerà
e continuerò ad amare il rosso
e a lasciare libri e vestiti al fondo del letto
perdere l’equilibrio e le cose
fare molta pipì
le mie conversazioni non saranno diverse
e nemmeno scrivere cambierà
non dirò cose più intelligenti o sciocche
perchè lei non c’è più
e non la piangerò come se fosse mia madre
nè ho mai scritto un messaggio del tipo:
Hei Wislawa che fai giovedì
ci facciamo un caffè?
perciò non mi mancherà
non poterlo scrivere più
e non sentirò il vuoto della sua voce
nè quello delle sue poesie
le prenderò dalla libreria
come ho sempre fatto
quando ne avrò bisogno
quando vorrò
perciò nulla cambierà in me
anche se tutto è cambiato in lei
solo, Wislawa,
io ero quella ragazza che non hai mai visto
dentro quel teatro
ero quella piccoletta tutta orecchie
che ti ascoltava leggere
la poesia sulla cipolla
la ricordo in particolare
e che ti ridevano gli occhi
e grazie
per avermi cambiata
con le parole
che non scriverai più
Fonte: la Signora dei calzini
Wisława Szymborska Nobel per la letteratura 1996 |