Vedo di riflesso – perché nonguardolatvnonleggoigiornali – su facebook, tra link e notizie che pubblica la gente, somma indignazione per quel tale necrofilo assassino. Video struggenti, frasi vendicative che traboccano emotività, come fosse successo alla propria sorella.
E penso che i media ci hanno proprio traviato i sentimenti. Ce li risvegliano a comando, anzi a tele-comando, montando insieme un po’ di lacrime in diretta, pescando dalla cronaca ogni tanto il mostro giusto per deviare l’attenzione, per indirizzare l’odio a capri espiatori ovvi, incontestabili. Anche Orwell l’aveva capito: per controllare le masse ci vuole l’Ora di Odio, da gridare collettivamente contro il nemico giusto.
Io riserverei alle notizie di violenza un angolino in fondo ai giornali, da mettere giusto per dovere di cronaca, per non censurare nulla. Perché non è su queste cose che la gente deve imparare a farsi un giudizio. Agli stupratori ci pensa le legge, Dio, o chi per lui. E’ inutile essere informati su morbosi dettagli investigativi riguardo a delitti che non giudicheremo.
Io voglio essere informata sui morbosi dettagli investigativi che riguardano le persone che voterò, ad esempio. Sui disservizi e gli sprechi che loro provocano. Sui particolari di una nuova legge che, zitta zitta, un giorno mi inculerà.
Sulle donne vessate regolarmente ma che non andranno mai in tv e non avranno mai giustizia. Su quello che succede nelle carceri, dove un borseggiatore impara a diventare serial killer, o, se gli va bene (!), si suicida. O nei CIE dove il diritto è sospeso.
E poi voglio le buone notizie. No, non quelle sull’economia che naturalmentelacrisièfinita o sul governo chevatuttoameraviglia. Voglio le buone notizie vere, che danno coraggio a chi ne ha bisogno. Quelle delle donne che denunciano gli aguzzini o delle vittime del pizzo che si ribellano. Quelle che un giovane può essere disoccupato ma anziché fare il punkabbestia sceglie di fare il volontario, e anziché sfogare la sua rabbia menando un africano mette su un’azienda sostenibile.
Vuoi mai che l’emulazione scatti verso qualcosa di meglio dei lanciatori di sassi dal cavalcavia.
Fonte: http://toppe.altervista.org/