"La poesia è scritta da qualcuno che non è lo scrittore a qualcuno che non è il lettore" - Paul Valéry -
09/05/24
09/05/23
09/05/22
09-05-1978
"Il comunismo non è oggetto di libera scelta intellettuale, né vocazione artistica: è una necessità materiale e psicologica."
09/05/21
43 anni
43 anni fa Peppino Impastato veniva ucciso. Per il suo impegno militante antimafia e per il suo meridionalismo sociale. Peppino è stato il precursore dell’antimafia sociale. Le sue idee, la sua figura sono attualissime. Soprattutto oggi, con la mafia che diventa sempre più pervasiva all’interno delle strutture economiche e sociali. La mafia attua, oggi, negli strati popolari impoveriti dalla pandemia, un vero e proprio welfare “sostitutivo” di uno Stato sociale che non eroga le risorse necessarie; e acquista quote ed azioni di aziende in difficoltà economiche. Peppino è, quindi, attuale perché fu vittima del “sovversivismo” reazionario delle classi dominanti meridionali. Non dimentichiamo che la Commissione Antimafia, nel 1976, ancora parlava della mafia come di una “comune forma di delinquenza organizzata” e che la prima legge antimafia fu varata solo nel 1982 (4 anni dopo l’uccisione di Peppino…). Umberto Santino ci insegnò, in quegli anni difficili, il “paradigma della complessità” della borghesia mafiosa: la mafia come organizzazione e sistema di rapporti, intreccio tra criminalità, accumulazione, processi di valorizzazione del capitale, codice culturale; e, insieme, consenso sociale. Impiegammo 22 anni per ottenere la condanna giudiziaria dei mandanti dell’uccisione di Peppino e 21 anni per ottenere l’approvazione, in Parlamento, della mia relazione che indaga sugli intrecci di potere che non avevano permesso di giungere subito alla verità. Anche il Ministero dell’Interno parlò, per 20 anni, di Peppino “terrorista” o di Peppino “suicida”. Non a caso decisi, insieme agli splendidi collaboratori della Commissione Antimafia,di intitolare la relazione “Anatomia di un depistaggio”. E, dopo anni di inchiesta, volemmo che si aprisse con queste parole:” Italiani perdonateci; lo Stato avrebbe potuto scoprire subito la verità, ma segmenti dello Stato ( Carabinieri, parte della Magistratura) lo impedirono”. Non vi fu, infatti, da parte dello Stato, negligenza o inerzia ma scelta consapevole.. Perché la mafia è un sistema di relazioni. A Cinisi indagammo sulla identità di una mafia in transizione: che diventava un vero e proprio distretto della droga, raccordo e tramite tra mafia siciliana e mafia statunitense. Insomma Badalamenti, che volle l’uccisione di Peppino, aveva tanto denaro, tanto potere, un articolato sistema di relazioni politiche. La mafia è dentro l’amministrazione, la finanza, la politica. Il ricordo di Peppino è attualissimo. Perché fu, insieme ai tanti braccianti e sindacalisti uccisi dal potere borghese/mafioso (da Portella della Ginestra in poi) precursore dell’antimafia sociale. Costruì un nesso tra lotte studentesche, bracciantili, per la riforma agraria : una sfida al comando mafioso sul territorio. Utilizzando anche strutture allora appena apparse; Radio aut , con il sarcasmo delle splendide e coraggiose trasmissioni di Peppino, fu una vera e propria demistificazione e critica del potere. Rivedo Peppino nelle tante ragazze, nei tanti giovani che praticano conflitto e mutualismo sociale nei quartieri metropolitani del Sud, nei tanti paesi abbandonati dallo Stato. Peppino non è una icona nostalgica: era un militante comunista, un attivista sociale, di Lotta Continua e di Democrazia Proletaria, che combatteva i compromessi “milazziani” che coinvolgevano mafie e settori della sinistra in un articolato sistema di interessi. E’ stato certamente anche un precursore del movimento altermondialista. Lottò per “un altro mondo possibile”. Lo comprese e lo aiutò la sua splendida mamma, mamma Felicia, donna straordinaria, che è stata la mamma di tutte e tutti noi.
09/05/20
09/05/15
08/05/13
"Poi di chiddu c'era sei chila di robba, sei chila... "
Fonti:
http://peppinoimpastato.tumblr.com/
Commissione Antimafia - Comitato di lavoro sul caso Impastato -
09/05/12
09-05-1978
Fonte immagine: http://www.andriacittasana.it/wordpress/?p=11134
05/01/12
5 Gennaio, Pippo e Peppino
Un ritratto di Pippo Fava di Luigi Politano
Chissà cosa stava pensando Pippo Fava quando l'hanno ammazzato, la notte del 5 gennaio di 28 anni fa. Forse, andando a teatro dalla sua nipotina, pensava alle strade di Catania che lui viveva ogni giorno, ai vicoli della città etnea e ai palazzi signorili di chi ha voluto la sua morte. Magari stava proprio prendendo in giro uno dei tanti pupi in mano a Santapaola. Storie di tutti i giorni nella terra che ha fatto di tutto per dimenticarlo, ma che lascia in ogni dove qualcosa che Pippo Fava ha raccontato in una vita intera. [continua a leggere]
In memoria di Peppino di Daniele Biacchessi
Ha braccia forti e un corpo allungato, come il suo volto.
Capelli mai pettinati, e baffi, e barba.
E uno sguardo che osserva lontano.
Al di là delle persone e dei fatti, al di là della sua stessa terra.
E' uomo curioso, Giuseppe Impastato, Peppino.
A Cinisi c'è nato e cresciuto.
5 gennaio 1948.
Il padre, Luigi Impastato, è un commerciante, amico di mafiosi.
Lo zio, Cesare Manzella, è un capomafia ucciso nel 1963 nel corso di una guerra tra clan.
E' giovane Peppino.
Lui ha fatto un giuramento.
"Così, come mio padre, non ci diventerò mai".
Rompe con il padre Luigi e avvia un'attività politica di contrasto a Cosa Nostra.
Fonda il circolo "Musica e Cultura".
Cineforum, concerti e soprattutto dibattiti.
Molti dicono che è matto, ma altri giovani del paese si uniscono a lui.
Siamo nel 1976 [continua a leggere].
Fonti: Cado in Piedi ; Articolo 21
09/05/11
09/05/09
Maggio 1973, Maggio 1978, Maggio 2009
Pai! Afasta de mim esse cálice Pai! Afasta de mim esse cálice Pai! Afasta de mim esse cálice De vinho tinto de sangue... Como beber Dessa bebida amarga Tragar a dor Engolir a labuta Mesmo calada a boca Resta o peito Silêncio na cidade Não se escuta De que me vale Ser filho da santa Melhor seria Ser filho da outra Outra realidade Menos morta Tanta mentira Tanta força bruta... Pai! Afasta de mim esse cálice Pai! Afasta de mim esse cálice Pai! Afasta de mim esse cálice De vinho tinto de sangue... Como é difícil Acordar calado Se na calada da noite Eu me dano Quero lançar Um grito desumano Que é uma maneira De ser escutado Esse silêncio todo Me atordoa Atordoado Eu permaneço atento Na arquibancada Prá a qualquer momento Ver emergir O monstro da lagoa... Pai! Afasta de mim esse cálice Pai! Afasta de mim esse cálice Pai! Afasta de mim esse cálice De vinho tinto de sangue... De muito gorda A porca já não anda (Cálice!) De muito usada A faca já não corta Como é difícil Pai, abrir a porta (Cálice!) Essa palavra Presa na garganta Esse pileque Homérico no mundo De que adianta Ter boa vontade Mesmo calado o peito Resta a cuca Dos bêbados Do centro da cidade... Pai! Afasta de mim esse cálice Pai! Afasta de mim esse cálice Pai! Afasta de mim esse cálice De vinho tinto de sangue... Talvez o mundo Não seja pequeno (Cálice!) Nem seja a vida Um fato consumado (Cálice!) Quero inventar O meu próprio pecado (Cálice!) Quero morrer Do meu próprio veneno (Pai! Cálice!) Quero perder de vez Tua cabeça (Cálice!) Minha cabeça Perder teu juízo (Cálice!) Quero cheirar fumaça De óleo diesel (Cálice!) Me embriagar Até que alguém me esqueça (Cálice!) | Padre, allontana da me questo calice Padre, allontana da me questo calice Padre, allontana da me questo calice Il vino è sporco di sangue Non voglio bere una bevanda amara Ed ingoiare fatica e dolore Posso tenere chiusa la mia bocca Però non posso chiudere il mio cuore Ah se potesse la mia madre santa Far diventare degna questa vita Lasciare respirare la mia gente Tra le menzogne e tanta forza bruta Padre, allontana da me questo calice… Com'è difficile stare in silenzio Io nel silenzio di notte mi danno Voglio lanciare un grido disumano Con la speranza di essere ascoltato Questo silenzio mi lascia stordito Anche stordito però rimango attento Potrebbe emergere in qualche momento Dal lago il mostro che ho tanto temuto Padre, allontana da me questo calice… Per quanto è grasso il porco non cammina Per troppo uso il coltello non taglia Com'è difficile padre avere voglia Che passi notte ed arrivi mattina Sembra il progetto di un mercante pazzo In questi giorni dipinti di nero Non smette mai di nuocere il pensiero Degli ubriachi chiusi nel palazzo Padre, allontana da me questo calice… Il mondo aspetta ancora il suo destino Forse la vita non si è consumata Voglio inventare da solo il mio peccato E poi morire del mio stesso veleno Non voglio più sentirmi in una gara Mi tiro fuori dai luoghi comuni Voglio annusare fumo di gasolio Ubriacarmi e poi farmi scordare |
07/05/08
Peppino Impastato (Cinisi, 5 gennaio 1948 - 9 maggio 1978)
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Peppino Impastato
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Commissione Parlamentare d'inchiesta:
RELAZIONE SUL "CASO IMPASTATO"
LOTTARE
Forum sociale antimafia "Felicia e Peppino Impastato"
1978-2008 Trentennale dell'assassinio di Peppino Impastato