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30/08/16

Quell'anno si continuava a nascere, si ammazzavano presidenti, qualcuno scriveva canzoni

Questa notte, la prima voce al risveglio gracchiava:
The times they are a changin'”,
ed era tutto perfetto, pensavo:
era perfetto quel risveglio
e la data e il ricordo
di un vissuto. Un sogno.
Era tutto perfetto, insomma.
Sì, certo, quasi perfetto, a rifletterci,
ma di sicuro lo sarebbe potuto essere,
perfetto intendo.
Lo sarebbe potuto essere, mi dicevo,
se non fosse stato casuale quell'accadere,
se non fossero stati casuali questi cinquantatré anni,
questi cinquantatré anni passati qui, sull'A1,
a svegliarsi dopo mezzanotte su questo pezzo,
questo pezzo che dice “The times they are a changin'”.
Tutto sarebbe stato perfetto senza questi cinquantatré anni,
senza inseguire nel buio
distributori di metano o la sagoma di un TIR, senza
il risveglio
di un caffè bruciato.
“Your sons and your daughters” cantava Bob e io, intanto,
io
rimettevo in moto verso casa.
Sai Bob, gli avrei voluto dire, sai Bob…
ma non mi uscivano parole,
così sono andato.

25/08/16

libri

che mi ricordi ho sempre letto, i libri di scuola, quelli regalati dalle suore, le preghiere sui santini, i fotoromanzi delle cugine, Mandrake e Capitan Miki, Tex e il Corriere dei Piccoli, e poi le composizioni dei prodotti stipati in bagno o i bugiardini delle medicine, Supersex o Topolino. Ho sempre letto, vorace, disordinato, curioso. Crescendo le letture sono diventate una sfida, libri che oggi non leggerei se non fosse indispensabile farlo, libri di cui capivo poco, forse, ma che mi costringevano a dare loro tutta la mia attenzione. Ho continuato fin quasi al matrimonio, poi una lenta discesa. Ho letto sempre meno, è stato sempre più difficile scegliere tra i titoli. Quando ho cambiato città e ho dovuto abbandonare i miei di libri ho riscoperto le biblioteche (frequentate sporadicamente al liceo). La scusa ufficiale era data dai figli, la costanza dal potersi aggirare tra gli scaffali senza grossi impedimenti e piluccare tra i volumi fino ad arrivare alla scelta dei cinque testi da poter portare a casa e divorare o scartare. I figli sono cresciuti, la biblioteca è stata chiusa, io sono sprofondato sempre più nelle Paludi della Tristezza...
Ho ripreso in questi giorni con un ciclo aperitivo (Una serie di sfortunati eventi)  ho proseguito con un robusto piatto completo (l'autobiografia, godibilissima, di Hobsbawm)* e finalmente sono arrivato al dolce (Atti osceni in luogo privato di Marco Missiroli)**. Sono sempre disordinato, ma va bene così. Spero solo che continui la voglia...


* " Il 25 gennaio 1933 il partito comunista organizzò l’ultima sua manifestazione legale, una marcia di massa nel buio di Berlino, che terminò al quartier generale del partito, il Liebknechthaus in Bülowplatz (oggi Rosa-Luxemburg-Platz), in risposta a una provocatoria parata di massa delle SA nella stessa piazza. Vi partecipai, presumibilmente, con altri compagni dell’SSB, anche se non mi ricordo di loro.
Dopo il sesso, l’attività che permette di combinare al massimo grado esperienze corporee con intense emozioni è la partecipazione a una manifestazione di massa in tempi di grande esaltazione pubblica. Ma al contrario del sesso, che è essenzialmente individuale, una manifestazione di massa è un’esperienza per sua natura collettiva e al contrario dell’orgasmo – almeno per gli uomini – la si può prolungare per ore. D’altro canto, al pari del sesso, implica un’azione fïsica – marciare, urlare slogan, cantare – attraverso la quale si esprime la fusione dell’individuo nella massa, e questa è l’essenza dell’esperienza collettiva. Fu un evento indimenticabile[...]"

** "Mi appoggiò la testa sulla spalla, – Ma tu aggiri sempre il dolore così, Libero?
Per aggirarlo usavo il sesso, il cinema, il cibo. A volte la letteratura. E lei come lo aggirava? Con il sesso, con il nuoto, e con l’insegnamento".
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