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28/09/10
16/09/10
Porrajmos [2]
Durante la seconda guerra mondiale vennero uccisi oltre 500.000 zingari, vittime del nazionalsocialismo e dei suoi folli progetti di dominazione razziale. La storia dello sterminio degli zingari è una storia dimenticata e offesa dalla mancanza di attenzione di storici e studiosi: ancora oggi la documentazione risulta frammentaria e la relazione dei fatti lacunosa. Eppure l'argomento dovrebbe suscitare interesse anche solo per il fatto che la persecuzione degli zingari in epoca nazista risulta essere l'unica, ovviamente con quella ebraica, dettata da motivazioni esclusivamente razziali: proprio come gli ebrei, infatti, gli zingari furono perseguitati e uccisi in quanto " razza inferiore" destinata, secondo l'aberrante ideologia nazionalsocialista, non alla sudditanza e alla servitú al Terzo Reich, ma alla morte. Ma proprio questo è il nodo centrale del problema. Per molto tempo dopo la guerra, infatti, lo sterminio nazista degli zigani non è stato riconosciuto come razziale ma lo si è considerato conseguenza - in un certo senso anche ovvia - di quelle misure di prevenzione della criminalità che, naturalmente, si acuiscono in tempo di guerra. Una tesi che trova fondamento nella definizione di " asociali" con la quale, almeno nei primi anni del potere hitleriano, gli zingari vengono indicati nei vari ordini e decreti che li riguardano. Come sappiamo, però, la terminologia nazista non è sempre esplicativa dei fatti: in questo caso il termine " asociale" viene usato per indicare coloro che, per diverse ragioni, non sono integrabili o omologabili col nuovo ordine nazionalsocialista.
In realtà, gli zingari furono perseguitati, imprigionati, seviziati, sterilizzati, utilizzati per esperimenti medici, gasati nelle camere a gas dei campi di sterminio, perché zingari e, secondo l'ideologia nazista, " razza inferiore" , indegna di esistere. Gli zingari erano geneticamente ladri, truffatori, nomadi: la causa della loro pericolosità era nel loro sangue, che precede sempre i comportamenti.
"Sarkozy sta facendo bene - aggiunge il leader del Carroccio - la maggior parte dei furti li fanno i rom."
12/09/10
ANARCHICI di Giuliano
Gli anarchici sono quasi sempre persone tranquille e oneste. Quand’è stata l’ultima volta che un anarchico ha tirato una bomba? Forse cent’anni fa, e comunque i matti ci sono in ogni categoria, anche fra gli agenti d’assicurazione. Quanti morti e feriti hanno provocato gli anarchici negli ultimi cent’anni? Quasi niente, molti più danni hanno fatto le corse in moto e in automobile, per esempio la tanto mitizzata Mille Miglia (come tutti i rallies) ha un bilancio di morti spaventoso, quasi un centinaio tra morti e feriti. Eppure, gli anarchici continuano ad avere cattiva stampa (eufemismo).Fonte: deladelmur di Giuliano
Anarchici, o simpatizzanti anarchici, erano persone come Giorgio Gaber, come Fabrizio de André. Di Gaber, se fate un giro su youtube, troverete un bellissimo filmato dove canta “Addio Lugano bella” (quasi l’inno degli anarchici d’Italia) in ottima compagnia, Enzo Jannacci, Lino Toffolo, Fausto Cigliano, e altri ancora. Gli anarchici sono spesso persone fuori dal comune, magari davvero un po’ matti (vivere senza capi né padroni, figuriamoci) ma innocui e perfino simpatici.
Io non sono anarchico, o magari – chissà - sono così anarchico che non voglio far parte di nessuna organizzazione; ma so che anarchico era anche Luigi Veronelli, enologo e giornalista, che fu molto famoso negli anni passati per una sua rubrica televisiva di vini e gastronomia che conduceva con Ave Ninchi, attrice fiorentina allora famosissima e donna pacifica come poche altre. Insieme facevano un bel duo, ma io oggi vorrei ricordare Veronelli con una piccola raccolta dei versi (non suoi) che pubblicava nella sua rubrica settimanale su L’Espresso, negli anni ’90. La sua era una rubrica di vini e gastronomia, ma ovviamente uno come Veronelli non poteva fermarsi a questo. Buona lettura, con l’avvertenza che i primi versi citati sono un tantino – come dire? – beh, diciamo spinti.
Ma ti masnà, (ragazzo)
ch’it verde il cel
sercand le nivole
o ’n vol d’osej
podras diventé n’omo?Walter S.Currel, poeta piemontese
Io brindo al sole,
che i grappoli indora;
io brindo al fico,
e alla sua signora.anonimo, cit. da L. Veronelli
Deh, parliam de’ mosconi
quanta grazia abbia il ciel donato loro
che, trascinando merda,
si fan d’oro.Domenico Burchiello ( ‘400, fiorentino )
soz ciel n'a homme por quant sit barbue
qui ne la veult avoir en si braz nue...(poeta provenzale anonimo, cit. da L.Veronelli )
va' mangia con gioia il tuo pane
bevi con cuore allegro il tuo vino
ecclesiaste (citato da Veronelli)
Non ci sono scheletri
nel mio armadio,
solo un angelo rosso
che mi offre da bere
e mi scuote il cuore
tra due dita.
Ma poi,
che razza d’angelo,
è piuttosto uno scherzo del cielo.
Si è venduto le ali,
o forse le ha perse,
in una partita a dadi,
e non può più volare.
E io gli dico,
e io gli chiedo,
e io lo prego,
di andare via, o almeno
di non far rumore quando
sono in compagnia.
Ma lui resta lì, immobile,
beffardo e silenzioso,
e mi innonda la bocca
di desiderio.( da Vinerotìe, di Gianni Toti e Mariella De Santis, cit. da L.Veronelli )
Amico, so che Venere ti tiene
ora in balìa.
Felice te ! ti corre
il sangue nelle vene più gagliardo,
ti si chiude la gola a volte e sosta
per troppa gioia il battere del cuore.
Ma se tempo verrà - né venga mai -
che del fuoco la cenere sol resti,
e tu allora a cercar vieni l'amico.
Lo troverai nella taverna che ha
ai vetri stinte tendine rosse
e scritto per insegna: Al Goto Grosso.
Io non ti chiederò di te e di lei.
Spingerò verso te colmo il bicchiere
perché in silenzio con l'amico beva
l'oblìo.(Camillo Sbarbaro, cit. Veronelli)
Stanotte vorrei parlare con l’angelo
che forse riconosce gli occhi miei.
Se lui brusco chiedesse vedi l’Eden?
e io dovrei dir: sì, vedo fiamme.(R.M.Rilke, citato da me medesimo in attesa di rivedere “Il cielo sopra Berlino” di Wim Wenders.)
10/09/10
Lawrence Ferlinghetti, Cosa è la poesia
Poesia è
notizie dalla frontiera
della coscienza
Poesia è
il grido che grideremmo
al risveglio in una selva oscura
nel mezzo del cammin
di nostra vita
Una poesia è uno specchio
che percorre una via alta
colma di delizie visive
Poesia è lamina luccicante
dell'immaginazione
deve risplendere
e quasi accecarti
Il sole che irraggia
nelle reti del mattino
È notti bianche e
bocche di desiderio
È fatta
di aloni in dissolvenza
in oceani di suoni
È battute di strada
di angeli e diavoli
È un divano ricolmo di cantanti ciechi
dimentichi dei loro bastoni
Una poesia deve levarsi all'estasi
in qualche punto tra parola e canto
Che canti una poesia
ti voli via
o è anatra morta
dall'anima di prosa
Poesia è anarchia dei sensi
che si fa senso
Poesia è tutto
quanto nato alato canta
Come un vaso di rose una poesia
non la si deve
spiegare
Poesia è una voce di dissenso
contro lo spreco di parole
e la pletora folle della stampa
È ciò che sta
fra le righe
È fatta
da sillabe di sogni
È grida lontane lontano
su una spiaggia al calar della notte
È un faro
che muove il suo megafono
al di sopra del mare
È una foto di Ma'
in reggiseno Woolworth
che guarda dal vetro
un giardino segreto
È un Arabo che trasporta
tappeti variopinti ed uccelliere
per le strade
in una grande metropoli
Una poesia la si può fare in casa
con ingredienti di tutti i giorni
Sta in una pagina sola
ma può riempire un mondo e
sta bene nella tasca di un cuore
Il poeta è un cantante di strada
che salva strade-gatte d'amore
Poesia è pensiero-cuscino
dopo un rapporto
È distillato di animali articolati
che si chiamano l'un l'altro
traverso un golfo immenso
È frammento pulsante
di vita interiore
musica senza collare
È dialogo
di statue nude
È suono d'estate nella pioggia
e di gente che ride
dietro persiane chiuse
al fondo di un vicolo di notte
È lampadina spoglia
di un hotel di vagabondi
che illumina nudità
della mente e del cuore
Lasciate che il poeta sia animale da canto
fattosi lenone
per un re d'anarchia
Poesia è
lirica intelligenza incomparabile
volta a significare
varietà cinquantasette di esperienza
Poesia è una casa alta di echi
di ogni voce che abbia detto mai
qualcosa di folle
o meraviglia
Poesia è un'incursione sovversiva
sull'obliata lingua
dell'inconscio collettivo
Poesia è vero canarino in una miniera di carbone
e noi sappiamo perchè l'uccello in gabbia canti
Poesia è l'ombra gettata dalle nostre
immaginazioni-lampione
È voce
della Quarta Persona Singolare
È voce
entro la voce della tartaruga
È faccia
dietro la la faccia della razza
Poesia è fatta di pensieri-notte
Se può strapparsi via dall'illusione
non sarà rinnegata
prima d'alba
Poesia si fa evaporando
la risata liquida della gioventù
Poesia è libro di luce nella notte
che disperde nuvole di inconsapevolezza
Ode il bisbiglio
di elefanti e vede
quanti angeli danzano
su una punta di spillo
È un ronzare un lamentarsi estatico
ridendo un sospirare all'alba
una risata soffice selvaggia
È Gestalt finale
dell'immaginazione
Sia poesia emozione
ritrovata in emozione
Le parole sono fossili viventi
Ricomponga il poeta la
fera feroce
e la faccia cantare
Grande è un poeta solo quanto il suo orecchio
peccato se di latta
Poesia è lotta continua
contro silenzio, esilio inganno
Il poeta è un baluardo sovversivo
alle soglie della città
che sfida costantemente
il nostro status quo
È maestro d'ontologia
che interroga costantemente la realtà
e la reinventa
Prepara drink
dai liquori insani
dell'immaginazione
e perpetuamente si stupisce
che nessuno barcolli
Dovrebbe essere oscuro imbonitore
alle tende dell'esistenza
Poesia è quanto si ode dai tombini
echi di fuga del fuoco di DantePoesia è religionereligione poesiaÈ il ronzio di falenecerchio intorno alla fiammaÈ una barca di legno ormeggiata nell'ombrasotto un salice in lacrimeentro l'ansa di un fiumeIl poeta deve avere un grandangolosguarda un mondo ogni sguardoe il concreto è più poeticoPoesianon è tutta eroina cavalli e RimbaudÈ anche preghiere impotentidi passeggeri d'aereocinture allacciateper la discesa finalePoesia è vero oggettodi grande prosaDice l'indicibilePronuncia l'impronunciabilesospiro del cuoreOgni poesia una temporanea folliae l'irreale è il più realisticoSia poesia ancoratocco ribellealle porte dell'ignotoUna poesia è sua stessa Coney Islanddella menteproprio circo dell'animaFar Rockaway del cuoreLasciate che un nuovo lirismosalvi il mondo da sé!
Lawrence Ferlinghetti, "Cos'è la poesia" (traduzione di Stefania Benini)
05/09/10
Anna Cascella, "Non mostrarmi troppo"
Non mostrarmi troppo
il tuo bacino bianco
perfetto come la seta
al filatore che un
giorno stanco io ti
dirò che è uguale a
tutti gli altri certo
mentendo per noia o
per stupore che an-
cora così perfetto
mi ricordi la tua
spalla girata verso
il sole
in Toscana si perderà
il ricordo e nei ci-
pressi di guardia alla
tua tana e tu salendo
per la scala interna su
alla torre arrivato agli
spalti del rifugio fin-
gendo la salute che non
hai, dirai: non era dunque
che questo. Poi ormai
immune dal contagio ma
internamente toccato dal-
la furia, l'insetto ti
starà, dovunque andrai
Anna Cascella da "Le donne in poesia"
04/09/10
Dylan Thomas, "Specialmente se il vento d'ottobre"
[...]Dylan Thomas da "Poesie"
Chiuso dentro una torre di parole io stesso traccio
Forme verbose di donne sull'orizzonte che
Cammina come gli alberi, e nel parco
Le file dei fanciulli dai gesti stellari.
Lasciate che vi crei con vocali di faggi,
Alcune con voce di quercia, fino dalle radici vi dica
Di molte note una contea spinosa, lasciate
Che coi discorsi dell'acqua vi crei.
[...]
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