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29/04/18

[Alfredo] Piante


Da parecchi giorni Alfredo esce poco di casa.
Non è malato o triste, neanche stanco, Alfredo, solo preferisce fare pochi passi, ascoltare il gracchiare della radio, soprattutto veder crescere le piante che ha seminato all'arrivo del primo tepore nei vasi sul balcone.
Tra queste ve ne è una che cura particolarmente.  Alfredo non ne conosce il nome, ma di quella, al suo germogliare,  gli sono piaciute le piccole foglie e quell'unico, prematuro, fiore bianco che si nascondeva tra esse.
Lo  stelo sottile  che ne forma il corpo si è, però, subito piegato a cercare qualcosa oltre il vaso. La luce, forse, o il terreno lontano giù in basso. Rischia di spezzarsi, di non fortificarsi.
Per aiutarla Alfredo ha usato degli  spiedini di legno trovati in cucina. Ne ha avvicinato uno allo stelo, ma quello sembrava non fidarsi. Riusciva a divincolarsi, a fuggire. Allora ha preso una di quelle fascette in plastica con l'anima in ferro che chiudono le buste del pancarré (ne ha sempre qualcuna messa da parte in fondo a uno dei cassetti della cucina) e con quella ha delicatamente legato lo stelo allo stecco. Senza stringere troppo, non vuole far male, non vuole costringere.
Eppure Alfredo si è subito sentito in colpa per quel gesto, per quell'arbitrio.


Fonte immagine: "Balcony Garden" by John Athayde Licensed under CC-BY 2.0 Original source via Flickr

01/04/18

I Tomasello [11]


Margherita Tomasello era inquieta. 
So marito mancava da troppo tempo che già le sue figghie serano lavate e ora sarebbe toccato a lui che a lei invece ci piaceva trasiri nella doccia per ultima. Eppoi Nino di sicuro sinnava iutu a pigghiari sulu un cafè e non cera tutta questa strada fino al bar. Certo macari poteva avere incontrato qualcuno e sera misu a parrari ma a iddu le discussussioni ci piacevano picca che non resisteva assai a fari romanzi con i pinseri. Si tineva tutto intra so marito che anche lei faticava a farici nesciri le cose dalla ucca. E se lavevano investito? No. Avissi sintuto lambulanza e la confusione macari. Chi puteva essiri successo?
“Maria! Maria!”
A figghia chiù ranni narispunneva
“Maria! Maria! Si pronta?”
“Mamma mi staiu ancora truccannu. Chiccè? Chi successi?”
“E to soru? È pronta?”
“Mamma maia mettiri ancora i mutanni” A vuci da nica arrivau subito a farisi sentiri.
Nenti. Su quelle caruse non si puteva cuntari. Ecco. Sarebbe scinnuta lei stessa. Non poteva ancora aspettare.
“Unni stai iennu” Donna Nunzia la bloccò che lei cercava la giacca per nesciri.
“Nino ancora non è tornato”
“Di sicuru è cu quacchi fimmina” la vecchia non ce la faceva proprio a non provocare sua figghia ma quello forse era il momento sbagliato.
“Ammenu fussi! Starei più tranquilla” la voce di Margherita arrivau chiù acida del solito. Non ce ne aveva tempo di perdere cu so o mà. Non in quel momento.

Fonte immagine: Antonio Berni, "Carmen Miranda"

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