“Ciao io mi chiamo Gilda. cioè Gilda non è il mio nome ma mi piace e così. ma tu non sei di qui. non ti ho mai visto. ché di sicuro, uno che legge. e come ti chiami? beh io ho visto il titolo del libro e mi sono ricordata che. ma tu scrivi? Perché sai ti ho visto scrivere poco fa. e cosa fai? di sicuro il giornalista o magari lo scrittore e scrivi poesie anche. ah i poeti. io ho avuto un uomo che scriveva poesie ma a dire la verità mi piaceva di più quando le scriveva su di me le sue cose. oh scusa magari questo non dovrei dirlo che nemmeno ci conosciamo e poi. scusami sai ma questo è già finito. prendi qualcosa? un’altra birra? io non riesco più a berle. sì magari ogni tanto. quando proprio non trovo nulla. però preferisco qualcosa che mi dia di più”
Gilda si alza e Michele non sa bene cosa fare. Non ha aperto bocca di fronte a quel fiume in piena, eppure quella voce l’ha continuato ad affascinare e per un po’ ha dimenticato anche il suo lavoro. Per fortuna manca poco e il grosso della clientela sembra essersi diradato. Segna in fretta le ultime ordinazioni e guardandosi intorno cerca anche di immaginare l’orario di chiusura del locale, sullo schermo passano un video della Morissette, intorno ancora voci e risate, ma nessun segno o cartello che possa aiutarlo.
“Ecco dicevo della birra. ma scusa non vorrei annoiarti e poi parlo sempre io. lo so lo faccio sempre quando capita. a certi uomini non piace ti vorrebbero sempre pronta ad ascoltarli e poi non riescono a reggerti neanche un secondo. certo se mugoli e urli mentre ti scopano non gli dispiace affatto. però poi. io abito qui da cinque anni. ci eravamo trasferiti qui dal centro. non che si stesse male lì ma abbiamo fatto un bel gruzzolo vendendo quella casa e questa costava veramente poco. solo che ora. sai non è che hai sempre voglia di spostarti e allora certe sere vengo qui. mi siedo e osservo la gente passare. ormai li conosco tutti e anche loro mi conoscono. sai all’inizio ci provavano ma poi hanno smesso. siamo diventati amici. ecco lo vedi quello sul bancone? sta lì ogni sera. raggiunge i suoi quattro, cinque bicchieri di vino e poi torna a casa. non parla mai, ma non dà fastidio. anche il barista è un tipo tranquillo. una volta mi ha anche baciata, ma è finita lì. io devo sentire qualcosa che scatta e con lui è stato come baciare un amico. e tu? la tua donna? perché tu hai una donna. lo sento. lo vedo da come muovi gli occhi e le dita mentre mi guardi. credo di essere brava in questo. nel capire queste cose intendo. è come un dono. ho sempre scoperto le donne dei miei uomini. non ho mai avuto bisogno di una confessione io. ma forse tutte le donne sono così. non so. e allora dimmi com’è la tua? fammi immaginare. riccioli rossi, corpo quasi mascolino, gran scopatrice, è così vero? e poi occhi che diventano mare e intelligenza cortese. sì. è così vero? ne sono quasi sicura!”
Smette. Michele sorride e annuisce. “Aspetta un attimo” le dice e si dirige verso la cassa per pagare. Utilizza la carta che ha ricevuto anche per i due cocktail della donna. Quando ritorna il tavolo è vuoto. Sul libro un fogliettino con un numero di telefono e il disegno della silhouette di un volto. Nessun nome. Michele rigira il foglietto tra le dita, poi decide di utilizzarlo come segnalibro. Sono le otto e trenta.
«I recommend getting your heart trampled on to anyone.
I recommend walking around naked in your living room.
Swallow it down (what a jagged little pill!).
It feels so good (swimming in your stomach).
Wait until the dust settles.
You live, you learn.
You love, you learn.
You cry, you learn.
You lose, you learn.
You bleed, you learn.
You scream, you learn.
I recommend biting off more than you can chew to anyone,
I certainly do.
I recommend sticking your foot in your mouth at any time.
Feel free!
Throw it down (the caution blocks you from the wind).
Hold it up (to the rays).
You wait and see when the smoke clears.
You live, you learn.
You love, you learn.
You cry, you learn.
You lose, you learn.
You bleed, you learn.»
I recommend walking around naked in your living room.
Swallow it down (what a jagged little pill!).
It feels so good (swimming in your stomach).
Wait until the dust settles.
You live, you learn.
You love, you learn.
You cry, you learn.
You lose, you learn.
You bleed, you learn.
You scream, you learn.
I recommend biting off more than you can chew to anyone,
I certainly do.
I recommend sticking your foot in your mouth at any time.
Feel free!
Throw it down (the caution blocks you from the wind).
Hold it up (to the rays).
You wait and see when the smoke clears.
You live, you learn.
You love, you learn.
You cry, you learn.
You lose, you learn.
You bleed, you learn.»
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