“Ciao” le ho detto e lei mi ha sorriso e quel sorriso mi è sembrato il più dolce che io avessi mai ricevuto.
Penso ancora a Saladino, è strano confrontarsi con chi pare ti guardi dentro. Non so come abbia fatto a capire di Cloe, di me. In effetti i nostri discorsi, quando ci sono, sono sempre fatti di poche parole sul lavoro, eppure. Mi ha fatto ridere con quella storiella degli ospiti sui miei baffi, non so proprio da dove tiri fuori queste sciocchezze, forse è veramente un po' pazzo, forse è ancora il dolore che porta dentro a farlo deviare da ogni logica. Certo che però mi pareva parlasse di noi, di me e di Cloe, del nostro sereno segreto, del nostro gioioso amore.
Sereno segreto, gioioso amore... si diventa ben sciocchi quando ci si innamora, eppure sono passati tanti anni, eppure statisticamente non dovrei più, non dovremmo, statisticamente.
Sono già arrivato all'ottanta per cento del personale dismesso. Graziosi mi è sembrato contento, come non sapessi che alla fine toccherà anche a me, anche a lui, forse. Sto solo guadagnando tempo buttando sulla strada quei poveracci. Credo che anche quelli che restano stiano iniziando a capire. Fuggono tutti da me, anche gli adulatori, ma questo forse è un bene. Non mi costringe a fingere, non mi lega a nessuno. Iniziano anche a fare assemblee, scioperi. Eppure i primi che ho eliminato sono stati quelli che potevano fare più casino, i sobillatori. So fare bene il mio lavoro, io. Le informazioni le avevo tutte, non lascio nulla al caso. Che buffo analizzare anche la loro vita in rete. Non si dovrebbe mai lasciare così tante tracce, dall'ufficio poi! I viaggi economici, le perversioni private, il medico più bravo, l'amico virtuale, le news degli scontri, la dieta dell'estate. Come nel gioco dell'unire i puntini diventa facilissimo formare la figura e tutto questo sono loro a darmelo, il loro dimenarsi nei momenti di ozio. Certo devo stare attento. Ho chiesto a Graziosi di non evidenziare mai i dati che ho raccolto. Non credo sia perfettamente legale, ma dobbiamo difenderci, devo difendermi.
Anche da te amore mio, anche da te mia dolce Cloe. E ora ti sei nuovamente addormentata e io non muovo un muscolo per non svegliarti, per poterti ancora osservare così, indifesa, tra le mie braccia, per poterti sussurrare mille volte che ti amo senza sentirmi sciocco, senza aver paura di piangere.
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Quando sono a casa e Giorgio già dorme mi piace sedermi sulla nostra poltrona a guardare il muro. Scopro sempre qualche particolare che prima mi era sfuggito. Qualcuno le chiama imperfezioni: punti in rilievo, un colore impercettibilmente più scuro o più chiaro, piccole crepe.
E' il nostro spazio che invecchia, sono io che invecchio. Mi piace pensarti, seduto su quella sedia, come se tu fossi qui, come se tu sapessi.
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