02/08/19

[Diario parmigiano] 4


Arriva Agosto e, improvvisamente, a ogni angolo di strada trovo dei lavori in corso. Si asfalta, si buca, si sistema il pavé... credo che mi innervosirei parecchio se dovessi attraversare la città in auto, ma non è il mio caso. Continuo a gironzolare quasi senza meta a piedi. Parma alla fin fine è un paesotto un po’ cresciuto nonostante la grandeur di una città ancora orfana di Maria Luigia. Qui si arriva senza difficoltà da est a ovest, da nord a sud e, per fortuna e civica oculatezza, quasi sempre in sicurezza.
I numerosi parchi che capita di attraversare hanno pubblico e abitanti diversi. Non so se tutto corrisponda a una dislocazione abitativa sedimentatasi per nazionalità o solo l’affermarsi di una lenta tradizione, ma si incontra il luogo popolato da filippini intenti a consumare pasti collettivi, come quello in cui vedi conversare tra loro quasi esclusivamente donne dell’est o quell'altro in cui torme di ragazzi di colore giocano a pallone. Io approfitto della quiete estiva per camminare con calma, per chiedermi, senza nessuna speranza di risposta, che albero o fiore sia quello che attira la mia attenzione.
In realtà però non mi limito a questo, confesso che mi piace anche molto osservare le persone. Inventare vite e situazioni attorno alla gente che incontro. Fantasticare senza ferire, senza paura di poter sbagliare. Credo che in parte siano gli stessi meccanismi che attivo quando vengo preso dalle pagine di un libro o forse è solo il riaffiorare del fanciullo che si annoiava da solo in casa.

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