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19/01/14

Amleto - 11 -





"Insomma tu ricu accussì. Ummazzanu"
Tino non è sorpreso che lui se lera immaginato anche se non lo aveva mai detto. Ci veni sulu:
"E comu fu?"
"Vilenu. Ci misunu u vilenu"
"Ah! E cu fu?"
"No sai?"
E certo che Tino lo sa chi è stato. Lui lo ha sempre saputo. Ma ora il diavolo è sparito di nuovo e Tino ci sta poco ad arrusbigghiarisi che si trova tutto surato e la testa che ci scoppia.

"Comu ti senti? Non mi piaci nella faccia"
Sua madre ci metti la mano nella fronte. Scotta.
"Ti pigghiasti l'influenza? E certo! Si’ sempri fora!"
Tino si prepara una tazza di latte che quando lo prende gli brucia tutta la gola e poi si occucca che proprio si senti una merda.

“Senti. Ascutami. Ma Tino cià facissi a fare un viaggio nella Germania?”
“Cui Tino? E certo che sì. Ma picchì?”
“Ciò bisogno di una persona fidata. Devo sistemare qualche affare”
“E non ci poi iri tu?”
“No. Non mi posso allontanare ora”
Rosaria lo guarda come per studiarlo che non se laspettava quella discussione
“E chi affari su?”
“I soliti” ciuarrispunni Marco che però Rosaria non lha mai saputo bene che cosa voleva dire ma in fondo prima ci bastava che neanche con laltro aveva saputo chiossai ma ora però cè so figghiu. E’ diverso.
“Sì ma è pericoloso?”
“Ma quali. Deve solo fare arrivare qualche messaggio a delle persone. Ci dico tutto io e poi lì incontra chi lo aiuta che non lo lascio solo”
“Ma non ci fu Nico?”
“Sì! Proprio per questo cè bisogno che qualcuno ci va di nuovo”
Rosaria non è tanto convinta. Poi però ci veni nella testa una idea.
“Picchì non ci manni alla figghia di Nico?”
“Non su cosi di fimmini chisti!”
“Chi significa? Chi ci su ormai cosi sulu di masculi?”
Marco non cè ne ha voglia di continuare la discussione. Insomma non sapissi mancu cosa rispondere. Allora la pigghia per i fianchi e la piega nel letto.
“Cè Tino di là”
“E tu non parrari allura”
Rosaria resiste ancora tannicchia ma più per gioco che per convinzione. Poi smette completamente quando lo sente entrare che è tutta concentrata a non farsi sfuggire neanche un suono e a prendere lo stesso tutto il piacere che ogni vota Marco riesce a darici.
Quando quello finisce lei rimane ferma ancora un po'. Ciavi locchi chiusi e una faccia contenta come a una carusidda.

“Chinnipensi se i carusi pattunu nsemula?”
“No sacciu. Non vulissi che al ritorno mi ritrovo nonno”
Marco ride ma Nico ciavi la faccia seria. So mugghieri ci ha detto quella che era la sua sensazione e lui a so figghia ci teni che ancora ci pari una picciridda.
“Se deve succedere po capitari macari cà”
“Sì certo! Però accussì è comu mettiri u focu vicino a pagghia”
“Va bene. Va bene. Vuol dire che partirà da solo”
“No. No! Fammici pinsari ancora tannicchia”
“Ok. Ma stasira fazzu i biglietti”

In effetti Marco ancora non cià detto nenti a Tino. U caruso è quattro giorni che ciavi la frevi oggi però è passata e lui ha fretta che gli affari non aspettano. La conosce anche lui la storia di Gemma che celanno cuntata al bar: li avevano visti insieme che si vasavunu.
Questo fatto per lui è una cosa buona. Di certo u caruso non ne farà di storie su iddu ci farà capire che non partirà da solo. Però questa novità non cè lha detta a Nico che allora rischiava di farlo incazzare.
Quando torna a casa lo trova che si sta facendo la doccia allora si prepara un cafè e lo aspetta.
“U voi tannicchia?”
“No grazie”
“Senti. Ta sintissi di fare un viaggio?”
Tino lo guarda sopreso.
“Ci devi portare qualche messaggio a una para di amici miei nella Germania. Però certo ci puoi stare anche una simana su voi. O chiossai macari. Tuttu pavatu. Sintende”
“E picchì lavissa fari?”
“Per fare una vacanza ad esempio. E poi è tempo che accumenci a pinsari agli affari della famigghia”
“Non cinnaiu famigghia iu”
“E to o ma? U sacciu ca iu non ti piaciu ma to o ma? Eppoi ormai ti devi fare una ragione che to o pa…”
“Non pararri di mio padre”
“Va bene. Va bene. Però pensaci. Laereo parte domani”
“Certo. Comu no”
“E poi non sarai solo…”
“Chicciaiu a balia?”
Marco sorride che se lè tenuta per ultima la sorpresa.
“No. Cè Gemma”
“Gemma?”
Tino cangia espressione che si vede che ora le cose sono diverse.
“Sì Gemma. A carusa deve tornare a lavoro e suo padre ci faceva piacere se laccompagnava una persona fidata”
Tino cangia stanza come se la discussione fosse finita e Marco lo lascia fare che lo sa che bisogna laciargli quello spazio. Infatti dopo tannicchia quello ritorna e ci dice che va bene che lui tanto non ciavi nenti di importante da fare.


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