Appena le nipoti niscienu che già Agata sera ritirata e aveva acciminciato a cucinare Maggherita ci disse alla figghia che si sarebbe cuccata un momento:
"Svegliami tra na menzurata. Mi raccumannu!"
"Sì casumai non mangiamu" ci rispose quella che lo sapeva che lei ci voleva mettere sempre la sua nelle cose che si preparavano a casa.
Alla mezzora Agata ubbidiente la chiamò per svegliarla. Lei già senera andata. Cullocchi chiusi e le mani giunte sulla panza che proteggevano ancora la foto del marito. La figghia arristau senza parole. Vuleva chianciri ma non ce la faceva. Era difficile. Continuò a parrarici come se fosse stata ancora viva mentre la lavava e la vestiva che il dottore stava arrivando e tutti lautri macari.
"E chistu ti piaci? E che dici? Come ci sta questa camicetta? E le scarpe? Si sì u sacciu ca chisti ti stannu tannicchia stritti e poi soffri che te le vuoi livare. Però si adattano bene. Ascuta ammia. Farai un figurone!"
Lucia e Pinuccia chiancevano mise al primo banco della chiesa. Ciavevano tutte e due i ginsi e la prima aveva trovato una polo nera e laltra invece sava misu una maglietta dello stesso colore trovata nei cassetti dei fratelli. Nelle mani stringevano il regalo ma avevano promesso e nessuna delle due voleva tradirla quella cosa. Quando finalmente tutto finiu si trovarono vicino alla porta del cimitero.
" Macchissarà secunnu tia?"
"E chissacciu!"
"Lucia ma secondo te lei lo sapeva?"
"Certo. Comu avissa fatto senò?"
"E ora?"
"Ora cosa?"
"Nenti"
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