Parte delle abitazioni poggia su di una collinetta, si viene cosi a formare un lieve dislivello tra i vari ingressi ma tale scarto è superabile attraverso quelle che un tempo si sarebbero chiamate comode scale e che ora, con tutti i gradini sapientemente brecciati, appaiono alla fantasia come orli di antichi castelli. In onore alle leggi, poi, sono state aggiunti anche degli scivoli laterali, certo utili per i "carrioli a pallini" e per chi come me non ha nessuna intenzione di scendere dal motorino per raggiungere le entrate dei palazzi. Quasi inutile parlare di citofoni e targhette, la loro sporadica presenza è comunque vero segno di distinzione, di potere, tra una reggia e l'altra.
Abitano qui Iano e Tony. Da un paio di giorni, durante il mio giro, li vedo giocare con l'acqua. Bravi ragazzi. Credo siano agli arresti domiciliari, ma la polizia non è un problema. Solo una luce lampeggiante in possibile avvicinamento. Da controllare sulla strada lontana, se proprio necessita, se si sa che si deve firmare.
Giocano con l'acqua, dicevo. Hanno iniziato facendo uscire un grosso tubo dal balcone del primo piano per innaffiare, con quello, il cemento spaccato dal caldo. Oggi, invece, li ho sorpresi con tutta la famiglia. I bimbi sguazzavano quasi nudi sotto il getto offerto da Iano:
"Chiffà ti voi vagnari? Ta voi rari narifriscata?".
Sorrido, accetterei volentieri, ma sono in "servizio". Con il capo faccio segno di no e passo allo scivolo successivo, poi mi fermo. Una bimba mi sbarra la strada. Ha un costume carino, tutto rosso e giallo. Sorrido di nuovo ed incontro il suo sguardo. Ride, sdentata e contenta:
"Papà, ancora! -urla all'improvviso - papà!".
Fuggo un attimo prima che l'acqua mi colpisca. "Figghi di sucaminchi!" penso. Inutile voltarsi. Perderei solo tempo.
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