26/08/08

démodé


No, non scrivere
amore,
non fiore, non cuore,
che questo dispiace al Poeta.

A Lui,
in cerca del nuovo,
appare scontato questo dire,
passato,
adolescenziale
(con gabbiani e tramonti e sirene intrappolate
nell'azzurro del mare).

Nuove frasi, nuove clip,
nuovo sangue allora,
invoca
il Sommo
per l'antico nome,
per quella sciocca sensazione
che questi scribacchini s'ostinano a chiamare
amore.

Amore? Ecco, ohibò, l'ho detto,
l'ho scritto!
Sì, mio Signore, ha ragione!
Non sarò mai un poeta,
nessuna gloria per queste parole.

2 commenti:

  1. Ciao, Dario, è una bella contraddizione quella che affronti. Dice Jacobson (tra i tanti) che tra le funzioni della poesia vi sia quella simbolica: la parola poetica è, per definizione, polisemantica. E l'amore, cos'è? è prosaico, resiste a tutto, ma se lo nomini si sfarina come le ali di una farfalla, se lo sfogli si squaderna come un vecchio libro. Però, rema anche contro le tendenze, compresa quella attuale, dell'onnipresente e onnipotente prosaicismo. Non so se ho più dubbi sulla vera natura dell'amore, o su quella della poesia. Ciao,

    Gioacchino

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  2. Ciao Gioacchino, mi piace e mi onora questa tua lettura, grazie! :-)

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