La casa è appena fuori città, non ci vuole molto ad arrivarci, venti, trenta minuti: secondo il passo, la volontà.
Si vede da lontano casa mia. Quando hanno costruito il palazzo ci si conosceva tutti, mentre ora fatico un po' a memorizzare i volti e non serve poi molto farlo perchè spesso sono facce che non rivedrò mai più: la principessa Badr al-Budùr, il vecchio mahout, la nuova Baker...
Se questo fosse un porto vedrei fucili a pietra focaia tra le feritoie dei balconi e nere bandiere alle finestre. Se questo fosse un porto non avremmo già perso contro il Capitano Flint e, chissà, partiremmo alla ricerca dei suoi real tra vecchi casermoni in tempesta e terribili onde ai crocicchi.
Io so dove sono quei tesori, ho visto tante volte i bimbi scavare nel parco. Giocano impiastricciando le mani di gelato, di fango i calzoni nuovi. Scavano e non sanno di quelle ricchezze e se lo sanno tengono stretto questo segreto che tanto nessuno crederebbe loro. Scavano. Sognano i bambini. A volte uccidono con i sorrisi.
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