Gli alberi oggi hanno iniziato a sanguinare. Li osservo senza farmi notare, forse non sarebbero contenti di sapere che ho scoperto ancora questo eterno ciclico segreto. Camminando loro accanto non vi avevo fatto caso. Le piccole carezze, sulle corrucciate cortecce, le parole, solo sussurrate, erano state sempre le stesse e le loro risposte anche: almeno così mi pareva.
Che strano non accorgersi della sofferenza degli alberi, delle piccole ferite, delle battaglie. Quelli che si trovano lungo il mio tragitto hanno tutti un nome, ma so che anche per gli altri è così, le file silenziose che portano al parco, i piccoli arbusti delle rotonde, anch'essi avranno il loro nome, sicuro, solo che non mi è mai capitato di fermarmi a parlare con loro che Giorgo non ama che io cambi percorso.
Felice, tra quelli che conosco, è il più simpatico. È un tasso finito qui non si sa come. Gli altri gli hanno lasciato spazio, forse proprio per quel suo essere diverso lo hanno un po' coccolato. Felice ha sposato Matilde. I due alberi sono cresciuti poco distanti l'uno dall'altro poi, ad una certa età, hanno dato origine ad un tratto di tronco saldato. Di certo genereranno un giorno, insieme morranno.
Un mio amico mi ha detto che questo è un fenomeno non tanto raro in natura, concrescimento si chiama, ed io non ho potuto che dargli ragione. Non ho potuto che dargli ragione.
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