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07/07/16

[testimonianze] Garibaldi -23-

Il telefono squilla inopportuno.
“Sì Carmine, io sono qui… no, loro non sono ancora arrivati…”  
“Ma come non sono ancora arrivati?”
“È così ti dico…”
“Bene, provo a rintracciarli”
“Fammi sapere se ci sono novità”
“Sì certo”
“Ciao”
“Ciao”
Andrea poggia il cellulare sul tavolo e guarda Alberto. Non sa più cosa dire. Non le importa molto di dire qualcosa.
Anche Carmine mette giù il telefono. Chiude gli occhi e si concentra sulle mani di Guglielmo che stanno frugando sotto la sua gonna.
Le ha sentite arrivare appena si è chinata sul tavolo per prendere il telefono, come in quei filmini che vede ogni tanto sulla rete. “Roba da film porno – pensa - Ma che importa, è bello anche così”
Sposta con attenzione i fogli dalla scrivania; le gambe sono ben piantate a terra, la gonna sollevata sui fianchi. Carmine si abbandona al piacere; si sdraia e le mani vanno a stringere i bordi del tavolo, il seno si schiaccia su di esso. Inizia a mugolare piano mentre lui muove sempre più velocemente le grosse dita dentro lei. Ascolta il respiro di lui sulla sua carne, la sua lingua impudente, percepisce l’altra mano che le strizza i capezzoli. È un attimo, qualcosa che non le è mai successo. Sente il corpo sussultare, il ventre esplodere. Guglielmo ha il viso madido del piacere di lei, ma continua. Continua fin quanto non la sente di nuovo tremare, cedere, quasi, sulle gambe.
“Basta…” prova a sussurrare Carmine.  Guglielmo si spinge un po’ indietro, le allarga le cosce e la fa sedere su di lui. È talmente bagnata che inizialmente fatica a sentirlo, poi però, inevitabilmente, è solo lei a muoversi fin quando quello non perde il suo vigore, la sua forza.
Non si sono detti nulla. Carmine si rialza e va in bagno, Guglielmo fatica di più, preferisce poggiare il capo sul poggiatesta della carrozzina e chiudere gli occhi. Lei lo ritrova così, sembra che stia dormendo.
Decide di uscire un attimo per un caffè, lo porterà anche a lui. Mette il cartello chiuso sulla porta e si avvia verso il bar poco distante. Durante il tragitto sente qualche goccia scivolare sulle sue gambe, leggeri brividi attraversarle il corpo. Fa in fretta.
Al tavolino vicino al bancone due ragazzini si guardano imbambolati. “Che bello!” pensa, poi esce con il bicchiere caldo tra le mani per tornare in ufficio.

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