Da qualche anno sempre più botteghe hanno iniziato a organizzare grigliate con tavoli improvvisati sui marciapiedi delle vie attorno al centro storico, se non direttamente sulla strada. L'elemento primordiale, il nucleo popolare di questa usanza, era la vendita della carne di cavallo grigliata e inserita tra due buone fette di pane casereccio, ma da tempo i “putiara” hanno iniziato a diversificare l'offerta. Taccio sulla solita assenza di controlli di ogni tipo, non posso non notare però che attraversare Via Plebiscito, l'antica "tangenziale", è come immergersi in un girone dantesco: bracieri accesi, folla sparsa in attesa o ammucchiata ai tavoli, un fumo acre e densissimo che copre ogni cosa.
Naturalmente i piani superiori delle botteghe appaiono disabitati o in rovina, non sarebbe possibile vivere qui, come non pare possibile ribellarsi a questo stato di cose.
Sedute ai tavoli tre tardone in tiro discutono sulla Sardegna, la più anziana non smette di alzarsi per richieste di ogni tipo indirizzate alla padrona, non ci vuole molto a capire che è una sorta di défilé.
Fasciata da un abito attillatissimo cerca lo sguardo di qualche uomo sbavante, chissà magari sogna l'avventura estiva. Accanto a loro una decina di ragazzi: il capobranco, seduto a gambe aperte e con il gomito poggiato sulla spalliera della sedia, carezza la spalla della giovane turista a cui ha concesso il mafia-tour da raccontare al ritorno a casa. Alla sua sinistra i suoi amici e alla destra le amiche di lei: dagli sguardi che si incrociano credo che qualcosa stasera tra loro ci sarà. Al momento di pagare a tutti viene presentato un “pezzino” con l'importo totale. Provo a fare attenzione anche a quello che avviene negli altri locali e mi accorgo che il fornitore di bloc-notes deve fare lauti affari da queste parti. Provo a fare un rapido calcolo... da anni un incasso generale, tra le varie offerte, di almeno centomila euro serali esentasse: è una città generosa Catania.
Mi sono fatto convincere a venire qui, ma provo vergogna. Mi ero ripromesso di essere quanto più “fesso” possibile, di non cadere nel trucchetto delle complicità. Sembra quasi impossibile da spiegare questo mio pensare ma credo sia necessario vivere qui per capire.
Ad esempio ieri era la festa estiva di S.Agata patrona della città. Spostandomi in automobile per arrivare ad un appuntamento ho notato per la prima volta da due settimane due auto della polizia municipale, naturalmente non ho mai visto un vigile in attività in questo periodo tranne che all'ingresso del Cimitero, ebbene tutti e quattro i passeggeri delle due pattuglie non indossavano cinture di sicurezza e naturalmente non si sognavano nemmeno di fermarsi per cogliere le mille infrazioni che accompagnavano il loro tragitto. Discutevano, tra una sigaretta e l'altra, e ridacchiavano... probabilmente il loro era una sorta di lavoro straordinario in occasione della festa, un obolo in più versato dalla comunità sul loro stipendio.
Ecco tutto questo suona forse come esagerato moralismo da parte mia, ma credo che quello che poi avvenga, giorno dopo giorno, sia un processo per cui il diritto, le regole, vengono vissuti solo come vuoti proclami, un processo in cui diviene abitudine credere che tutto sia permesso a chi ha forza o potere.
E Dario, Dario...
RispondiElimina:-)
RispondiEliminaehhhh....caro Dario...uhmm...da dove comincio?
RispondiEliminaForse è meglio cominiciare dall'inosservanza delle regole di locazione dei locali commerciali o dall'attività dei vigili urbani? Devo dire che l'argomento mi stuzzica molto dato che come vigile urbano mi ritrovo nelle stesse situazioni che capitano a quasi tutte le città del sud Italia.
Sporcizia, inquinamento sonoro e vario nei vicoli cittadini in concomitanza di feste patronali o della stagione estiva. A Bari, la città dove vivo, siamo più o meno sulla stessa linea e se il sindaco due anni fa ha dichiarato guerra ai disturbatori del lungomare cittadino, che con sedie e tavolini affollavano lo spazio circostante, interdendo la circolazione ai veicoli, con la conseguente messa al rogo del sindaco da parte dei picciotti malavitosi locali che venivano usurpati di un loro diritto.
Come vigile urbano la situazione appare più complessa, perchè se da un lato i controlli e le ispezioni sono un mezzo per assicurare il rispetto delle regole, dall'altro ascoltare le litanie dei commercianti che scaricano tutti i colpi della crisi economica su di noi e sul sindaco, come capro espiatorio è veramente spiazzante.
Concludo, caro Dario, che se ogni cittadino vestisse la divisa che indosso solo per un giorno, vedrebbe le cose con una prospettiva lievemente diversa.
Ciao :-) naturalmente non ho nulla contro i vigili (anche se qualche storiella su alcune assunzioni la conosco bene per averla vista da vicino); il problema, credo di averlo fatto capire, è la "prossimità", è l'accettare, tutti, che questo succeda, è il non voler iniziare da se stessi, il non esserne, alla lunga, capaci, è il continuare a giustificare in qualche modo per, in fondo, giustificare se stessi.
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