Marx ed Engels hanno scritto nella Sacra famiglia: «se l'uomo è formato dalle circostanze, allora bisogna formare le circostanze umanamente». Niente di più chiaro, niente di più eloquente, niente di più ricco di senso. Non avevo ancora trent'anni quando, per la prima volta, lessi quelle parole. Furono, per così dire, la mia via di Damasco. Capii che mi sarebbe stato impossibile tracciare una rotta per la mia vita al di fuori di quel principio e che solo un socialismo integralmente inteso (dunque, il comunismo) avrebbe potuto soddisfare i miei aneliti di giustizia sociale. Molti anni più tardi, in una intervista con Bernard Pivot, che voleva sapere perché continuassi a essere comunista dopo gli errori, i disastri e i crimini del sistema sovietico, risposi che, essendo un comunista «ormonale», mi era impossibile avere delle idee diverse: gli ormoni avevano deciso. La spiegazione è più seria di quanto sembri: e forse si capisce meglio se dico che, in qualche modo, ha un equivalente nel «non possumus» biblico. Recentemente, suscitando lo scandalo di certi compagni dediti alla più canonica ortodossia, ho osato scrivere che il socialismo - e a maggior ragione il comunismo - è uno stato dello spirito. Continuo a pensarlo. E la realtà si incarica giorno dopo giorno di darmi ragione.
"La poesia è scritta da qualcuno che non è lo scrittore a qualcuno che non è il lettore" - Paul Valéry -
giovedì, gennaio 21, 2021
21 gennaio 1921
martedì, gennaio 19, 2021
[Alfredo] Nero d'Avola
E così in quest'altro giorno che sta per finire Alfredo ascolta un disco e sorseggia un bicchiere di rosso color melograno. Un vino così caldo da rimanere nell'anima e così pieno da saziare.
La mattina fredda aveva congelato la nebbia fino a farla brillare alla luce dei fari delle auto in sosta. Alfredo si era chiesto se fosse stato quello uno sfregio o un regalo o soltanto il ribellarsi di chi non era riuscita a trasformarsi in neve.
La strada poi lo aveva condotto a costeggiare palazzi e negozi di un'altra vita, di un altro tempo.
"Ecco qui sono stato felice" si era trovato a pensare "E qui ci siamo fermati a guardare la vecchia vetrina luccicante di foglie e d'argento. Ecco qui... "
Era stato così che quella piccola passeggiata infreddolita si era via via trasformata in un improvvisato tour della memoria.
"E' strano - rifletteva ora Alfredo - pensare come il persistere di un ricordo continui a sopravvivere a se stesso, a dar forma, corpo, al presente. In fondo è come se giorno dopo giorno costruissimo un unico grande edificio aggiungendo, spostando, accantonando porosi mattoni... un palazzo dentro cui, alla fine, mai andremo a vivere"
Il primo bicchiere era già finito. Alfredo era tornato lentamente a riempirlo perdendosi nei suoi sensi, cercando di riuscire a cogliere tutte le sfumature di quel nettare. Un po' come l'amore forse.
"Perché continui ad amarmi?" lei gli aveva chiesto un giorno.
"Perché per me, in ogni istante, brilli" lui le aveva risposto.
domenica, gennaio 17, 2021
[Alfredo] reset
Il piccolo Alfredo corre veloce a nascondersi: questo è il suo turno. Nel fitto del bosco si confonde tra i tronchi, nell'erba alta di una calda primavera.
Il vecchio Alfredo si rinsacca nella coperta e si dimena e si agita che il sonno non arriva. Non esce da giorni, ma non è questo a disturbarlo piuttosto il gracchiare di vecchi ricordi.
Il piccolo Alfredo attende che qualcuno lo scopra e guarda il cielo e sogna, che è ancora bello sognare. In quel sogno il vecchio Alfredo trova pace.
sabato, gennaio 16, 2021
lunedì, gennaio 11, 2021
memorie dal balcone di casa
domenica, gennaio 10, 2021
note a margine di un pomeriggio arancione
nei piccoli anfratti
come negli slarghi
dell'anima
nella bottiglia finita
come nell'assenza
dal mondo
nel mondo
vive
la percezione di te
domenica, gennaio 03, 2021
Augusto Agosta -3 -
Augusto Agosta lui questo terzo giorno cammina nervosamente e si sposta da una stanza all'altra e aspetta. Una telefonata. Una visita. Uno straordinario accadimento. È che le domeniche dovrebbero sempre portare qualcosa di nuovo e invece scorrono per lo più placide che il tempo passa e non succede mai nulla.
Augusto non ha neanche voglia di andare fuori. No. Se deve accadere qualcosa vuole che sia la novità ad arrivare da lui e non invece sperare di incontrarla in giro.
La domenica precedente ad esempio aveva nevicato e lui era rimasto lì dietro la finestra a farsi incantare. Qualche mese prima invece aveva squillato il telefono solo che non aveva fatto in tempo e nessuno aveva risposto al suo "Pronto".
Dal silenzio che lo circonda ora riesce a sentire la signora Marangoni dire qualcosa al marito. Potrebbe tornare a chiedere la scala, ma non sarebbe lo stesso in tre.
sabato, gennaio 02, 2021
Augusto Agosta -2 -
Augusto Agosta lui questo secondo giorno dell'anno non sta ancora tanto bene. Però è uscito da casa e ha suonato alla porta della vicina ma senza ricevere risposta e così ha deciso di fare un giro e magari comprare qualcosa o mangiare o guardare semplicemente il cielo che da giorni è grigio e nero come una vecchia pentola mai più utilizzata.
Augusto però prima ha fatto la barba e una doccia bollente e si è anche passato un intero tubetto di Pruridina sul corpo che dopo era così unto che ogni cosa gli scivolava addosso come neve sui tetti e i pensieri anche.
Le strade conservavano lo stesso odore di sempre e anche la gente che lo vede passare sembra sempre la stessa. Augusto compra una pasta prende un caffè fuma una sigaretta incrociando vetrine e sguardi e cani che imbrattano la strada e bici che lo evitano per pochi centimetri. Ascoltando auto che strombazzano musica e lacerti di telefonate in viva voce. L'abitudine lo fa caracollare senza metà lungo le vie del centro. Infine si ferma.
«Ciao Chiara. Mi prepareresti qualcosa?»
«Certo Augusto. Un primo? Vuoi del pesce? Oggi ne abbiamo di buonissimo»
Chiara è piccola e rinsecchita ma i suoi occhi ancora conservano lo stesso sguardo furbo di quando loro due facevano l'amore dentro una Cinquecento bianca che ormai non c'è più e che forse Augusto non ricorda neanche. A quel tempo si era così giovani che tutto scorreva sui vetri come goccia di pioggia prima di sparire. Lei era un po' più vecchia di lui e lui un po' meno furbo e anche ora è così.
"Pesce? Vada per il pesce allora. Ha lo stesso odore del nostro mare?"
Chiara lo guarda sorridendo ed è contenta di poter ripetere quel loro duetto tante volte recitato.
"Per quello non c'è pesce che tenga Augusto. Dobbiamo trasferirci lì..."
"... e magari tornare a fare l'amore"
"Ma va' là! Pensa a fare il nonno piuttosto"
"Quale nonno se non ho neppure figli?"
"Adottane uno allora"
"Mi piace di più farmi adottare direi..."
"Io non posso più farlo allora. Vado a preparare il pesce"
"Va bene. Posso fumare?"
"Te lo avrò detto centinaia di volte. Vai fuori se proprio devi"
"Va bene. Va bene"
La sigaretta finisce presto e le mani gelano. Dentro il locale i tavoli sono stranamente vuoti e Augusto per un attimo pensa che potrebbe provare ad andare in cucina. Spiluccare qualcosa. Continuare a chiacchierare.
Sulla strada una bimba gioca a rincorrere un fantasma. Ogni tanto si china e gli parla che quello deve essere proprio basso di statura. Forse anche un po' sordo.
Augusto ha fame.
venerdì, gennaio 01, 2021
Augusto Agosta -1 -
Augusto Agosta lui questo primo giorno dell'anno lo ha passato a casa che la testa gli duole pesantemente e il corpo gli impone di non muoversi pena atroci dolori che partono dal tallone e risalgono lenti dentro le ossa passando per i nervi e le vene e le giunture nascoste del corpo. E la pelle è anche lei tutta un gran fuoco che quasi non sopporta il pigiama di cotone della Upim che indossa e avrebbe voluto spogliarsi e stare nudo lì su quel divano ad aspettare la morte.
Augusto ha ascoltato per tanto tempo la televisione parlare di cose di poco conto gli sembra e mentre con gli occhi lui fissava il soffitto concentrato su una piccola macchia che gli è parsa subito un affronto alla costosa tinteggiatura da poco effettuata.
«Dovrò di nuovo farmi prestare la scala dai vicini per controllare meglio» ha poi pensato che prima però c'era stata una lunga serie di ipotesi sulla origine di quello sgorbio nero sul tetto latte. Quest'ultima riflessione invece che infastidirlo lo ha comunque messo di buon umore perché lui Augusto ha subito immaginato il fondoschiena della signora Marangoni e visto come fosse lì lei tutta intera che lo invita a seguirla fin sul balcone. Insomma quell'ancheggiare perfetto che ogni volta lo blocca in contemplazione.
Ora che è un po' buio però Augusto non ha più molta voglia del divano e si alza e prova a cucinare qualcosa e la bottiglia di passata di pomodoro destinata agli spaghetti gli scivola dalle mani che è stata come una specie di scossa stringerla e tutto cade a terra e si frantuma e il pavimento è rosso e i pezzetti di vetro sono ovunque. Augusto lascia tutto così allora e ritorna a sdraiarsi e si addormenta e sogna di un giardino e di acqua e di cibo e della signora Marangoni che lo fissa e poi prende a inseguirlo e diventa enorme finché lo ingoia e lui come Geppetto però riesce a uscire accendendole un fuoco dentro e tirandosi fuori. Arrampicandosi fino a raggiungere i suoi denti d'avorio. Le labbra su cui sprofonda. Poi si sveglia.