E così in quest'altro giorno che sta per finire Alfredo ascolta un disco e sorseggia un bicchiere di rosso color melograno. Un vino così caldo da rimanere nell'anima e così pieno da saziare.
La mattina fredda aveva congelato la nebbia fino a farla brillare alla luce dei fari delle auto in sosta. Alfredo si era chiesto se fosse stato quello uno sfregio o un regalo o soltanto il ribellarsi di chi non era riuscita a trasformarsi in neve.
La strada poi lo aveva condotto a costeggiare palazzi e negozi di un'altra vita, di un altro tempo.
"Ecco qui sono stato felice" si era trovato a pensare "E qui ci siamo fermati a guardare la vecchia vetrina luccicante di foglie e d'argento. Ecco qui... "
Era stato così che quella piccola passeggiata infreddolita si era via via trasformata in un improvvisato tour della memoria.
"E' strano - rifletteva ora Alfredo - pensare come il persistere di un ricordo continui a sopravvivere a se stesso, a dar forma, corpo, al presente. In fondo è come se giorno dopo giorno costruissimo un unico grande edificio aggiungendo, spostando, accantonando porosi mattoni... un palazzo dentro cui, alla fine, mai andremo a vivere"
Il primo bicchiere era già finito. Alfredo era tornato lentamente a riempirlo perdendosi nei suoi sensi, cercando di riuscire a cogliere tutte le sfumature di quel nettare. Un po' come l'amore forse.
"Perché continui ad amarmi?" lei gli aveva chiesto un giorno.
"Perché per me, in ogni istante, brilli" lui le aveva risposto.
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