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01/01/21

Augusto Agosta -1 -

Augusto Agosta lui questo primo giorno dell'anno lo ha passato a casa che la testa gli duole pesantemente e il corpo gli impone di non muoversi pena atroci dolori che partono dal tallone e risalgono lenti dentro le ossa passando per i nervi e le vene e le giunture nascoste del corpo. E la pelle è anche lei tutta un gran fuoco che quasi non sopporta il pigiama di cotone della Upim che indossa e avrebbe voluto spogliarsi e stare nudo lì su quel divano ad aspettare la morte.

Augusto ha ascoltato per tanto tempo la televisione parlare di cose di poco conto gli sembra e mentre con gli occhi lui fissava il soffitto concentrato su una piccola macchia che gli è parsa subito un affronto alla costosa tinteggiatura da poco effettuata. 

«Dovrò di nuovo farmi prestare la scala dai vicini per controllare meglio» ha poi pensato che prima però c'era stata una lunga serie di ipotesi sulla origine di quello sgorbio nero sul tetto latte. Quest'ultima riflessione invece che infastidirlo lo ha comunque messo di buon umore perché lui Augusto ha subito immaginato il fondoschiena della signora Marangoni e visto come fosse lì lei tutta intera che lo invita a seguirla fin sul balcone. Insomma quell'ancheggiare perfetto che ogni volta lo blocca in contemplazione.

Ora che è un po' buio però Augusto non ha più molta voglia del divano e si alza e prova a cucinare qualcosa e la bottiglia di passata di pomodoro destinata agli spaghetti gli scivola dalle mani che è stata come una specie di scossa stringerla e tutto cade a terra e si frantuma e il pavimento è rosso e i pezzetti di vetro sono ovunque. Augusto lascia tutto così allora e ritorna a sdraiarsi e si addormenta e sogna di un giardino e di acqua e di cibo e della signora Marangoni che lo fissa e poi prende a inseguirlo e diventa enorme finché lo ingoia e lui come Geppetto però riesce a uscire accendendole un fuoco dentro e tirandosi fuori. Arrampicandosi fino a raggiungere i suoi denti d'avorio. Le labbra su cui sprofonda. Poi si sveglia.

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