07/01/17

Tirabusciò -03-


Nell'attesa il caffè era finito e la sigaretta anche e pure l’altro caffè che mi ero fatto che il primo era già freddo e l’altra sigaretta che era arrivata.
Un’ultima occhiata alla televisione che già il rullo con le notizie era girato una decina di volte e poi mi susii per vestirmi.
Potevo iniziare con la Za Sara dell’ultimo piano.
Lei era la chiù vecchia del palazzo e ormai non si vireva quasi più uscire dal portone che le cose che ci aggiuvavano gliele portava a casa ogni giorno la carusa del panificio e anche un suo vecchio nipote che veniva a trovarla una volta alla settimana.
Lei però dicevano che era ancora in salute. Che stava bene con la testa insomma. Che passava il suo tempo a fare i solitari con le carte e a risolvere i rebus supra i giornali.
Chissà come c’era venuta questa mania. Forse era una cosa di quando ancora faceva la maestra, che mezzo quartiere c’era passato in quei banchi sotto al suo giudizio, oppure l’aveva imparato in uno di quei viaggi che faceva sempre d’estate, quelli dove spariva per mesi e mai nessuno ha saputo dove andava e che faceva.
Lei quando tornava tutta contenta che ce lo spiavano rispondeva solo: "Lontano" e non aggiungeva altro che cangiava subito discorso e l'occhi taliavano il vuoto.
Io ancora me li ricordo i sorrisetti dei carusi su questa cosa,  che anche se la Za Sara non era certo una bellezza o forse proprio per questo inventavano storie che nemmeno nei giornaletti di pilu cenerano di quelle fantasie.
Lei già stava nel palazzo allora e anche io che a quei tempi nisceva più spesso e la incontravo e ci salutavamo. Non lo so se ci siamo mai veramente parlati. Solo una volta dentro all'ascensore che si era bloccato lei mi chiese cosa facevo e la stessa cosa ci spiai iu mentre il mio dito continuava a schiacciare il bottone dell’allarme che allora, per un attimo avevo pensato, non ciavissuro pigghiatu mai più e ammia non mi interessava di moriri nda intra.
Ecco quella credo che sia stata la conversazione più lunga tra noi due e però non c'era stato bisogno di altro che le persone a volte basta stare attenti a come è detta una parola per capirle e io credevo che l’avevo capita alla Za Sara.

Nessun commento:

Posta un commento