Appena tornò a casa cercò subito Pinuccia per raccontarle le ultime novità. Non sapeva bonu cavaffari.
Ciaveva tutta una confusione incoddu che era comu quando aveva fatto lesami a scola. Le parole si inturciniavano e i ragionamenti anche e a volte erano lentissime e altre invece veloci e quasi incomprensibili. Sua cuginà lascutò con attenzione ma come se quella avissa cuntato un filmi. A lei veramente non ci interessavano queste cose. Non cinnaveva vogghia di misteri. Che quelli nesciunu fora solo quando uno ciavi tempo di perdere e invece di pigghiari tutto comu veni si accanisce a farisi veniri le fantasie. E Lucia forse era accussì oppure che lei non vuleva sulu sempre accuntitarisi dello specchio.
"Insomma - pinsava - non è possibile che tutte queste cose sono sensa senso" e ripassava nella testa ogni fatto macari quelli che cerano successi prima che lo sapeva nel suo cuore che la soluzione doveva arrivare. O un indizio almeno. E mentre pensava continuava come un ciumi in piena a dirici tutto a Pinuccia anche se lo sapeva che non ciavissa arrivato nessun aiuto da quella. Le fimmineddi saddumiscenu che erano ancora vistuti ma quando sarrusbigghiò la chiù nica si trovò sola e senza medaglione anche se quel giorno sarebbe toccato a lei.
Lucia se nera andata presto cuntannuci una scusa a Agata. Poi era andata a chiamare Nitto a so casa che quella era stata la parte più difficile pecchè a citofonare non ciaveva vogghia e accussì aveva solo sperato che lui niscisse dal portone per qualche motivo e la fortuna dopo un poco di attesa l'aveva aiutata che proprio quel giorno u caruso ciava pigghiato voglia di un iris alla crema. Insieme dovevano prendere lautobussu e andare al centro perchè secondo lei qualche cosa la poteva sapere la zia di so o ma'. La sorella della morta. Di Maggherita.
“Fammi pigghiari a vespa” ci diceva Nitto mentre lautobussu non passava.
“No. E poi cillai u cascu?” rispondeva lei.
“E chicciaffari tu co casco?” Ribatteva u carusu arrirennu. Insomma si tirano sta cosa per una menzurata prima di essere fermati dal rumore della frenata e delle bussole che si aprivano. E che a volte uno ciavi bisogno di parrari di minchiate per tirare avanti. Comu su fussi necessario riprendere fiato.
Cera poca genti e Lucia si misi vicino alla macchinetta per timbrare tanto per non aviri sorprese che i controllori non cerano mai ma puteva esseri che acchianavano comunque. Taliava i marciapiedi e le persone e non pinsava a nenti che non ce ne aveva vogghia. Nitto era addivintato mutu anche lui. Solo la taliava appena la vedeva distratta e pinsava che era bella anche se non cillavissi saputo dire.
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