Fermo i talenti ai rami,
ma è già domani.
"La poesia è scritta da qualcuno che non è lo scrittore a qualcuno che non è il lettore" - Paul Valéry -
Joe Hill come over from Sweden shores Looking for some work to do And the Statue of Liberty waved him by As Joe come a sailing through, Joe Hill As Joe come a sailing through. Oh his clothes were coarse and his hopes were high As he headed for the promised land And it took a few weeks on the out-of-work streets Before he began to understand Before he began to understand And Joe got hired by a Bowery bar sweeping up the saloon As his rag would sail over the baroom rail Sounded like he whistled on a tune You could almost hear him whistling on a tune And Joe rolled on from job to job From the docks to the railroad line And no matter how hungry the hand that wrote In his letters he was always doing fine In his letters he was always doing fine Oh, the years went by like the sun goin' down slowly turn the page And when Joe looked back at the sweat upon his tracks He had nothing to show but his age He had nothing to show but his age So he headed out for the California shore There things were just as bad So he joined the Industrial Workers of the World 'Cause, The union was the only friend he had 'Cause, The union was the only friend he had Now the strikes were bloody and the strikes were black as hard as they were long In the dark of night Joe would stay awake and write In the morning he would raise them with a song In the morning he would raise them with a song And he wrote his words to the tunes of the day To be passed along the union vine And the strikes were led and the songs were spread And Joe Hill was always on the line Yes Joe Hill was always on the line Now in Salt Lake City a murder was made There was hardly a clue to find Oh, the proof was poor, but the sheriff was sure Joe was the killer of the crime That Joe was the killer of the crime Joe raised his hands but they shot him down he had nothing but guilt to give It's a doctor I need and they left him to bleed He made it 'cause he had the will to live Yes, He made it 'cause he had the will to live Then the trial was held in a building of wood And there the killer would be named And the days weighed more than the cold copper ore Cause he feared that he was being framed Cause he found out that he was being framed Oh, strange are the ways of western law Strange are the ways of fate For the government crawled to the mine owner's call That the judge was appointed by the state Yes, The judge was appointed by the state Oh, Utah justice can be had But not for a union man And Joe was warned by summer early morn That there'd be one less singer in the land There'd be one less singer in the land Now William Spry was Governor Spry And a life was his to hold On the last appeal, fell a governor's tear May the lord have mercy on your soul May the lord have mercy on your soul Even President Wilson held up the day But even he would fail For nobody heard the soul searching words Of the soul in the Salt Lake City jail Of the soul in the Salt Lake City jail For 36 years he lived out his days And he more than played his part For his songs that he made, he was carefully paid With a rifle bullet buried in his heart With a rifle bullet buried in his heart Yes, they lined Joe Hill up against the wall Blindfold over his eyes It's the life of a rebel that he chose to live It's the death of a rebel that he died It's the death of a rebel that he died Now some say Joe was guilty as charged And some say he wasn't even there And I guess nobody will ever know 'Cause the court records all disappeared 'Cause the court records all disappeared Say wherever you go in this fair land In every union hall In the dusty dark these words are marked In between all the cracks upon the wall In between all the cracks upon the wall It's the very last line that Joe Will wrote When he knew that his days were through "Boys, this is my last and final will Good luck to all of you Good luck to all of you" | Joe Hill arrivò dalla Svezia Per cercare da lavorare E la Statua della Libertà lo salutava Mentre Joe arrivava per mare, Joe Hill, Mentre Joe arrivava per mare. Oh, aveva vestiti rozzi, ma sperava grandi cose Mentre andava verso la terra promessa. In due settimane per le strade dei senza lavoro Cominciò a capire come andava Cominciò a capire come andava Joe fu assunto in un bar della Bowery Per spazzare la sala, Lo straccio che passava sulla barra del bancone Sembrava quasi fischiettare un motivo, Sembrava quasi fischiettare un motivo E Joe passò via di lavoro in lavoro, Fece lo scaricatore e l'operaio di ferrovia Non importava quanta fame avesse la mano che scriveva, Nelle sue lettere gli andava sempre bene Nelle sue lettere gli andava sempre bene Passarono gli anni come il sole che tramonta, Gira la pagina lentamente. E quando Joe si guardava il sudore colare ai suoi passi Non aveva altro da mostrare che i suoi anni Non aveva altro da mostrare che i suoi anni E allora se ne andò in California, E là le cose andavano pure male. Entrò così negli Industrial Workers of the World Perché il Sindacato era l'unico amico che aveva, Perché il Sindacato era l'unico amico che aveva. Allora gli scioperi erano tremendi e illegali E tanto duri quant'erano lunghi. Nel buio della notte Joe stava sveglio e scriveva, E la mattina li faceva alzare con una canzone E la mattina li faceva alzare con una canzone. Scriveva le parole sui motivetti del giorno Per innestarle sulla vite del Sindacato E si facevan gli scioperi, e le canzoni si diffondevano, E Joe Hill era sempre in prima linea, E Joe Hill era sempre in prima linea. Ora, a Salt Lake City fu commesso un omicidio, E proprio non si trovava un indizio. Le prove erano poche, ma lo sceriffo era sicuro Che fosse Joe l'assassino in quel delitto, Che fosse Joe l'assassino in quel delitto. Joe si arrese, ma loro gli spararono, Non aveva altro da dare che una colpevolezza. “Ho bisogno di un dottore”, e lo lasciarono sanguinante, Lo faceva perché aveva voglia di vivere, Lo faceva perché aveva voglia di vivere. Il processo si tenne in una costruzione in legno Dove l'assassino avrebbe avuto un nome. E i giorni pesavano più del freddo minerale di rame Perché aveva paura che lo stessero incastrando, Perché aveva paura che lo stessero incastrando. Oh, strane sono le vie della legge là nell'Ovest, E strane sono le vie del destino, Perché il governo strisciò al volere del proprietario della miniera Che il giudice fosse nominato dallo Stato, Che il giudice fosse nominato dallo Stato Oh, nell'Utah si può avere giustizia, Ma non per un sindacalista E Joe fu avvisato una mattina presto d'estate Che ci sarebbe stato un cantante in meno nel Paese, Che ci sarebbe stato un cantante in meno nel Paese. Il governatore era William Spry E lui poteva decidere su una vita. All'ultimo appello versò una lacrima governatorale, “Che il Signore abbia pietà della tua anima, Che il Signore abbia pietà della tua anima.” Persino il presidente Wilson cercò di fermare l'esecuzione Ma neanche lui ce la fece Perché nessuno udiva le parole strazianti Di quell'anima in prigione a Salt Lake City, Di quell'anima in prigione a Salt Lake City. Visse i suoi giorni per trentasei anni, E fece ben più che fare la sua parte. Per le sue canzoni fu ben ricompensato Con una pallottola piantata nel cuore, Con una pallottola piantata nel cuore. Sì, Joe Hill lo misero al muro Dopo avergli bendato gli occhi. Vita da ribelle lui scelse di vivere, Morte da ribelle fu quella che morì, Morte da ribelle fu quella che morì. Qualcuno dice che Joe era colpevole, Qualcun altro che nemmeno era là. Scommetto che nessuno lo saprà mai, Perché gli atti processuali sono tutti spariti, Perché gli atti processuali sono tutti spariti E dovunque andiate in questo bel Paese, In ogni camera sindacale, si può dire Che queste parole son segnate nel buio polveroso Tra tutte le crepe del muro, Tra tutte le crepe del muro Sono l'ultimo verso scritto da Joe Hill Quando seppe che i suoi giorni erano finiti: “Ragazzi, queste sono le mie ultime volontà, Buona fortuna a tutti voi, Buona fortuna a tutti voi.” |
Gli anarchici sono quasi sempre persone tranquille e oneste. Quand’è stata l’ultima volta che un anarchico ha tirato una bomba? Forse cent’anni fa, e comunque i matti ci sono in ogni categoria, anche fra gli agenti d’assicurazione. Quanti morti e feriti hanno provocato gli anarchici negli ultimi cent’anni? Quasi niente, molti più danni hanno fatto le corse in moto e in automobile, per esempio la tanto mitizzata Mille Miglia (come tutti i rallies) ha un bilancio di morti spaventoso, quasi un centinaio tra morti e feriti. Eppure, gli anarchici continuano ad avere cattiva stampa (eufemismo).Fonte: deladelmur di Giuliano
Anarchici, o simpatizzanti anarchici, erano persone come Giorgio Gaber, come Fabrizio de André. Di Gaber, se fate un giro su youtube, troverete un bellissimo filmato dove canta “Addio Lugano bella” (quasi l’inno degli anarchici d’Italia) in ottima compagnia, Enzo Jannacci, Lino Toffolo, Fausto Cigliano, e altri ancora. Gli anarchici sono spesso persone fuori dal comune, magari davvero un po’ matti (vivere senza capi né padroni, figuriamoci) ma innocui e perfino simpatici.
Io non sono anarchico, o magari – chissà - sono così anarchico che non voglio far parte di nessuna organizzazione; ma so che anarchico era anche Luigi Veronelli, enologo e giornalista, che fu molto famoso negli anni passati per una sua rubrica televisiva di vini e gastronomia che conduceva con Ave Ninchi, attrice fiorentina allora famosissima e donna pacifica come poche altre. Insieme facevano un bel duo, ma io oggi vorrei ricordare Veronelli con una piccola raccolta dei versi (non suoi) che pubblicava nella sua rubrica settimanale su L’Espresso, negli anni ’90. La sua era una rubrica di vini e gastronomia, ma ovviamente uno come Veronelli non poteva fermarsi a questo. Buona lettura, con l’avvertenza che i primi versi citati sono un tantino – come dire? – beh, diciamo spinti.
Ma ti masnà, (ragazzo)
ch’it verde il cel
sercand le nivole
o ’n vol d’osej
podras diventé n’omo?Walter S.Currel, poeta piemontese
Io brindo al sole,
che i grappoli indora;
io brindo al fico,
e alla sua signora.anonimo, cit. da L. Veronelli
Deh, parliam de’ mosconi
quanta grazia abbia il ciel donato loro
che, trascinando merda,
si fan d’oro.Domenico Burchiello ( ‘400, fiorentino )
soz ciel n'a homme por quant sit barbue
qui ne la veult avoir en si braz nue...(poeta provenzale anonimo, cit. da L.Veronelli )
va' mangia con gioia il tuo pane
bevi con cuore allegro il tuo vino
ecclesiaste (citato da Veronelli)
Non ci sono scheletri
nel mio armadio,
solo un angelo rosso
che mi offre da bere
e mi scuote il cuore
tra due dita.
Ma poi,
che razza d’angelo,
è piuttosto uno scherzo del cielo.
Si è venduto le ali,
o forse le ha perse,
in una partita a dadi,
e non può più volare.
E io gli dico,
e io gli chiedo,
e io lo prego,
di andare via, o almeno
di non far rumore quando
sono in compagnia.
Ma lui resta lì, immobile,
beffardo e silenzioso,
e mi innonda la bocca
di desiderio.( da Vinerotìe, di Gianni Toti e Mariella De Santis, cit. da L.Veronelli )
Amico, so che Venere ti tiene
ora in balìa.
Felice te ! ti corre
il sangue nelle vene più gagliardo,
ti si chiude la gola a volte e sosta
per troppa gioia il battere del cuore.
Ma se tempo verrà - né venga mai -
che del fuoco la cenere sol resti,
e tu allora a cercar vieni l'amico.
Lo troverai nella taverna che ha
ai vetri stinte tendine rosse
e scritto per insegna: Al Goto Grosso.
Io non ti chiederò di te e di lei.
Spingerò verso te colmo il bicchiere
perché in silenzio con l'amico beva
l'oblìo.(Camillo Sbarbaro, cit. Veronelli)
Stanotte vorrei parlare con l’angelo
che forse riconosce gli occhi miei.
Se lui brusco chiedesse vedi l’Eden?
e io dovrei dir: sì, vedo fiamme.(R.M.Rilke, citato da me medesimo in attesa di rivedere “Il cielo sopra Berlino” di Wim Wenders.)
Poesia è
notizie dalla frontiera
della coscienza
Poesia è
il grido che grideremmo
al risveglio in una selva oscura
nel mezzo del cammin
di nostra vita
Una poesia è uno specchio
che percorre una via alta
colma di delizie visive
Poesia è lamina luccicante
dell'immaginazione
deve risplendere
e quasi accecarti
Il sole che irraggia
nelle reti del mattino
È notti bianche e
bocche di desiderio
È fatta
di aloni in dissolvenza
in oceani di suoni
È battute di strada
di angeli e diavoli
È un divano ricolmo di cantanti ciechi
dimentichi dei loro bastoni
Una poesia deve levarsi all'estasi
in qualche punto tra parola e canto
Che canti una poesia
ti voli via
o è anatra morta
dall'anima di prosa
Poesia è anarchia dei sensi
che si fa senso
Poesia è tutto
quanto nato alato canta
Come un vaso di rose una poesia
non la si deve
spiegare
Poesia è una voce di dissenso
contro lo spreco di parole
e la pletora folle della stampa
È ciò che sta
fra le righe
È fatta
da sillabe di sogni
È grida lontane lontano
su una spiaggia al calar della notte
È un faro
che muove il suo megafono
al di sopra del mare
È una foto di Ma'
in reggiseno Woolworth
che guarda dal vetro
un giardino segreto
È un Arabo che trasporta
tappeti variopinti ed uccelliere
per le strade
in una grande metropoli
Una poesia la si può fare in casa
con ingredienti di tutti i giorni
Sta in una pagina sola
ma può riempire un mondo e
sta bene nella tasca di un cuore
Il poeta è un cantante di strada
che salva strade-gatte d'amore
Poesia è pensiero-cuscino
dopo un rapporto
È distillato di animali articolati
che si chiamano l'un l'altro
traverso un golfo immenso
È frammento pulsante
di vita interiore
musica senza collare
È dialogo
di statue nude
È suono d'estate nella pioggia
e di gente che ride
dietro persiane chiuse
al fondo di un vicolo di notte
È lampadina spoglia
di un hotel di vagabondi
che illumina nudità
della mente e del cuore
Lasciate che il poeta sia animale da canto
fattosi lenone
per un re d'anarchia
Poesia è
lirica intelligenza incomparabile
volta a significare
varietà cinquantasette di esperienza
Poesia è una casa alta di echi
di ogni voce che abbia detto mai
qualcosa di folle
o meraviglia
Poesia è un'incursione sovversiva
sull'obliata lingua
dell'inconscio collettivo
Poesia è vero canarino in una miniera di carbone
e noi sappiamo perchè l'uccello in gabbia canti
Poesia è l'ombra gettata dalle nostre
immaginazioni-lampione
È voce
della Quarta Persona Singolare
È voce
entro la voce della tartaruga
È faccia
dietro la la faccia della razza
Poesia è fatta di pensieri-notte
Se può strapparsi via dall'illusione
non sarà rinnegata
prima d'alba
Poesia si fa evaporando
la risata liquida della gioventù
Poesia è libro di luce nella notte
che disperde nuvole di inconsapevolezza
Ode il bisbiglio
di elefanti e vede
quanti angeli danzano
su una punta di spillo
È un ronzare un lamentarsi estatico
ridendo un sospirare all'alba
una risata soffice selvaggia
È Gestalt finale
dell'immaginazione
Sia poesia emozione
ritrovata in emozione
Le parole sono fossili viventi
Ricomponga il poeta la
fera feroce
e la faccia cantare
Grande è un poeta solo quanto il suo orecchio
peccato se di latta
Poesia è lotta continua
contro silenzio, esilio inganno
Il poeta è un baluardo sovversivo
alle soglie della città
che sfida costantemente
il nostro status quo
È maestro d'ontologia
che interroga costantemente la realtà
e la reinventa
Prepara drink
dai liquori insani
dell'immaginazione
e perpetuamente si stupisce
che nessuno barcolli
Dovrebbe essere oscuro imbonitore
alle tende dell'esistenza
Poesia è quanto si ode dai tombini
echi di fuga del fuoco di DantePoesia è religionereligione poesiaÈ il ronzio di falenecerchio intorno alla fiammaÈ una barca di legno ormeggiata nell'ombrasotto un salice in lacrimeentro l'ansa di un fiumeIl poeta deve avere un grandangolosguarda un mondo ogni sguardoe il concreto è più poeticoPoesianon è tutta eroina cavalli e RimbaudÈ anche preghiere impotentidi passeggeri d'aereocinture allacciateper la discesa finalePoesia è vero oggettodi grande prosaDice l'indicibilePronuncia l'impronunciabilesospiro del cuoreOgni poesia una temporanea folliae l'irreale è il più realisticoSia poesia ancoratocco ribellealle porte dell'ignotoUna poesia è sua stessa Coney Islanddella menteproprio circo dell'animaFar Rockaway del cuoreLasciate che un nuovo lirismosalvi il mondo da sé!
Non mostrarmi troppo
il tuo bacino bianco
perfetto come la seta
al filatore che un
giorno stanco io ti
dirò che è uguale a
tutti gli altri certo
mentendo per noia o
per stupore che an-
cora così perfetto
mi ricordi la tua
spalla girata verso
il sole
in Toscana si perderà
il ricordo e nei ci-
pressi di guardia alla
tua tana e tu salendo
per la scala interna su
alla torre arrivato agli
spalti del rifugio fin-
gendo la salute che non
hai, dirai: non era dunque
che questo. Poi ormai
immune dal contagio ma
internamente toccato dal-
la furia, l'insetto ti
starà, dovunque andrai
[...]Dylan Thomas da "Poesie"
Chiuso dentro una torre di parole io stesso traccio
Forme verbose di donne sull'orizzonte che
Cammina come gli alberi, e nel parco
Le file dei fanciulli dai gesti stellari.
Lasciate che vi crei con vocali di faggi,
Alcune con voce di quercia, fino dalle radici vi dica
Di molte note una contea spinosa, lasciate
Che coi discorsi dell'acqua vi crei.
[...]
O ragazza dalle guance di pesca
o ragazza dalle guance d'aurora
io spero che a narrarti riesca
la mia vita all'eta` che tu hai ora.
Coprifuoco, la truppa tedesca
la citta` dominava, siam pronti:
chi non vuole chinare la testa
con noi prenda la strada dei monti.
Avevamo vent'anni e oltre il ponte
oltre il ponte ch'e` in mano nemica
vedevam l'altra riva, la vita
tutto il bene del mondo oltre il ponte.
Tutto il male avevamo di fronte
tutto il bene avevamo nel cuore
a vent'anni la vita e` oltre il ponte
oltre il fuoco comincia l'amore.
Silenziosa sugli aghi di pino
su spinosi ricci di castagna
una squadra nel buio mattino
discendeva l'oscura montagna.
La speranza era nostra compagna
a assaltar caposaldi nemici
conquistandoci l'armi in battaglia
scalzi e laceri eppure felici.
Avevamo vent'anni...
Non e` detto che fossimo santi
l'eroismo non e` sovrumano
corri, abbassati, dai corri avanti!
ogni passo che fai non e` vano.
Vedevamo a portata di mano
oltre il tronco il cespuglio il canneto
l'avvenire di un giorno piu' umano
e piu' giusto piu' libero e lieto.
Avevamo vent'anni...
Ormai tutti han famiglia hanno figli
che non sanno la storia di ieri
io son solo e passeggio fra i tigli
con te cara che allora non c'eri.
E vorrei che quei nostri pensieri
quelle nostre speranze di allora
rivivessero in quel che tu speri
o ragazza color dell'aurora.
Avevamo vent'anni...
CHI FA DONDOLARE
IL COSO APPESO LÀ IN CIMA?
IL VENTO SE PERMETTETE
MA CHE COS'È? UN COMM UN CAV
UN PROF UN ING UN DOTT UN AVV?
E PERCHÉ MAI SI È IMPICCATO?
SIAMO NOI SIAMO NOI, COLPA NOSTRA
CHE LO ABBIAMO UMILIATO
CHE LO ABBIAMO SCHIFATO
CHE LO ABBIAMO...
FACENDOGLI
CAPIRE CHE
ERA UN UOMO ANCHE LUI
COME NOI
COME VOI
COME TE
COME ME!
MA COME HAI FATTO SIGNORE SIGNORE
AD ATTACCARTI
IN CIMA AL PENNONE?
CON UNA SCALA
O CON L'AMBIZIONE?
O A PORTARTI LASSÙ
È STATO IL FIDO BANCARIO?
NON È VERO. È STATO L'AMORE,
ANCHE I COMMENDA HANNO UN CUORE.
Dino Buzzati, da "Poema a fumetti"
Bianchina la slava
seminapulci, la zingara
ha figliato nella legnaia.
Porta i cuccioli appresso
raminga per amore
di libertà. Rifiuta
il latte, ruba
per non mendicare,
ringhia per non farsi
lisciare.
ho sentito la testa trafittada una corona di spine ma ho scherzato e ho pigliato la metro
mi sono sprofondato nei cessi della scuola a masturbarmi
scrivendo segretamented'inferno e adolescenzaperché ero "diverso"
il primo e l'ultimo della mia razza
soffocando sensazioni acute
nelle piscine e negli spogliatoi
drogato di labbra e genitali
ammattito per le chiappeammirate da Whitman e Lorcada Catullo da Marlowee Michelangeloe Socrate
e ho scritto: Amici,
se ci tenete a sopravvivere
non vi raccomanderei
l'Amore
Per lei voglio rime chiare,
usuali: in -are.
Rime magari vietate,
ma aperte: ventilate.
Rime coi suoni fini
(di mare) dei suoi orecchini.
O che abbiano, coralline,
le tinte delle sue collanine.
Rime che a distanza
(Annina era così schietta)
conservino l'eleganza
povera, ma altrettanto netta.
Rime che non siano labili,
anche se orecchiabili.
Rime non crepuscolari,
ma verdi, elementari.
La notte lava la mente.
Poco dopo si è qui come sai bene,
fila d'anime lungo la cornice,
chi pronto al balzo, chi quasi in catene.
Qualcuno sulla pagina del mare
traccia un segno di vita, figge un punto.
Raramente qualche gabbiano appare.
"Impara il mio corpo, e ripeteva, ma in un altro modo, cambiando una parola, Impara il tuo corpo, e sopra di lui, nuda e stupenda, Maria di Magdala, che lo rassicurava, Non ti preoccupare, non ti muovere, lascia che sia io a occuparmi di te, allora sentì che una parte del suo corpo, quella, era scomparsa nel corpo di lei, che un anello di fuoco lo circondava, avanti e indietro, che un fremito lo scuoteva dentro, come un pesce che si agita e che, all'improvviso, gli sfuggiva gridando, impossibile, non può essere, i pesci non gridano, era lui, invece, che urlava, mentre Maria, gemendo, si abbandonava con il proprio corpo su quello di lui, bevendogli il grido dalla bocca, con un bacio avido e ansioso che scatenò nel corpo di Gesù un secondo e interminabile fremito.[...]
Dio aveva detto a Gesù, Da oggi appartieni a me, col sangue, e il Demonio, ammesso che lo fosse, lo aveva spregiato, Non hai imparato niente, vattene, e Maria di Magdala, coi seni imperlati di sudore, i capelli sciolti che paiono fumanti, la bocca turgida, occhi come acqua scura, Non ti legherai di certo a me per ciò che ti ho insegnato, ma resta qui stanotte. E Gesù, sopra di lei, rispose, Ciò che insegni non è prigione, ma libertà. Dormirono insieme, ma non soltanto quella notte. "
Sa tacca a la corrent la perteghetta
la filovia la va
In d’on cantòn da la piazza Cavour
sott’a la lus al neon ona baldracca
la batt nervosa ol tacch.
(Poesie brianzole, 1962)
arredda e-ffrisca: n cuocciu ri crugnola
sì, na iurnata i gghiugnu quannu u vientu
arrimisca laura
e-ddo cielu cari u frummientu.
(Janiattini, 1968)
La ragazza che fa la baby-sitter
per pagarsi gli studi di lettere
si è portata un volume di Euripide
che cerca di sfogliare inutilmente.
I due frugoli bene rimpinzati
ascoltano con il volume al massimo
la nuova fiaba del telegiornale.
Poi giocano tirandosi cuscini
e le strappano il foglio degli appunti.
Lei allora riempie due tazze di latte
tiepido e versa dentro - solo un poco -
di sonnifero. Quindi tranquilla
si stende sul divano con le scarpe
e finalmente legge la Medea.
Noi siamo quella razza che non sta troppo bene,
che 'l giorno salta ' fossi e la sera le cene.
Lo posso gridar forte, fino a diventar fioco:
noi siamo quella razza che tromba tanto poco.
Noi siamo quella razza che al cinema s'intasa
per veder donne ignude e farsi seghe a casa.
Eppure la natura ci insegna, sia sui monti sia a valle,
che si può nascer bruchi per diventar farfalle.
Ecco noi siamo quella razza che l'è tra le più strane,
che bruchi siamo nati e bruchi si rimane.
Quella razza siamo noi, è inutile far finta,
ci ha trombato la miseria e siamo rimasti incinta.