martedì, aprile 19, 2022

[condomini] NaiuNaiu

Appena sarrusbigghiava NaiuNaiu si sinteva sempri tannicchia in confusione. Si vutava a ritta e a manca. Si stirava tuttu e appoi sarritirava no bagnu pi pisciari ma soprattutto pi taliarisi allo specchio. Avvicinava a nasca o vittru e accuminciava l’ispezione e si tirava a facci che ita e sa munceva e sa sciacquava e alla fine accuminciava a fari mille smorfie che a taliarlu di fora unu avissi arrirutu fino alle lacrime. Erunu facci tristi e felici. Intelligenti e babbasunazzi. Di dumanna e di risposta. Una recita insomma. NaiuNaiu fineva sulu quannu pinzava di averla ritrovata a facci so nmezzu a tutte quelle. A facci giusta. Chidda ca canusceva. 

Accussi soddisfatto nisceva do cessu e sassittava pi fari colazione. Una cosa veloce che ciabbastavunu un cafe e du viscotta prima di nesciri per andare a rapiri il negozio. Quella era la sua vita e a lui ciabbastava poco e picca pi iri avanti. U cristianu non l’aveva trovata una fimmina giusta. Una mugghieri. Dei figghi. Oramai a farici cumpagnia ava arristatu sulu nacidduzzu ca cantava appena u vireva passari nella cucina e che poi lo aspettava per avere u manciari novu.

NaiuNaiu scinneva i scali e ci dava una controllata alla posta macari se già laveva vista quando era ritornato la sera prima. La sua era lunica cassetta ancora in ordine del palazzo. Le altre ciavevano lo sportellino che non funzionava oppure erano scassati di supra che serano dimenticati lo chiavi oppure ancora ciava arristatu sulu u chiovu dove un tempo eranp appinnuti. Quella sua no. Il nome era scritto supra a una bella targhetta dorata: Filogamo Barbagallo cera misu e NaiuNaiu ogni volta se lo ripeteva nella testa tutto contento.

La merceria era appena fatti cento metri. Filogamo rapeva a saracinesca addumava i luci e aspittava . Già na matinata spuntava sempri qualche cliente. 

“Cinnavi chiacchi?” ciaddumannava a signora Teresina. “Naiu naiu” arrispunneva iddu che quello era diventato il suo canto di battaglia.

“Mi finiu u sciampu” ci riceva a carusidda. “Naiu naiu“ ripeteva il signor Barbagallo.

“NaiuNaiu mi sevvi na pinna pa scola” ci scappava di diri o picciriddu. “Naiu naiu “ Riceva arrirennu NaiuNaiu per quella scortesia sincera.

Insomma ogni iornu a fine travagghiu Filogamo riscopriva di essere NaiuNaiu e questo lo faceva contento che pensava che se era nato per qualche motivo era per quello.

sabato, aprile 09, 2022

dopo il secolo breve

La strada ora sembra un deserto 

eppure sono stato lì dove i frutti sembravano facili da cogliere, 

proprio dietro un vecchio muretto di campagna tirato a secco.

Ho visto i giovani ruscelli rinfrescare le calde giornate 

di quello che pareva della storia solo un necessario intermezzo. 

Eppure ora la strada sembra non aver più niente a lei intorno. 

Nessuna vita, se non spettri; 

nessun orizzonte, oltre la cartapesta. 

Io continuo a camminare, potrei non farlo? 

Cerco solo di fissare attento, curioso, 

anche questo vuoto, finché posso.

mercoledì, aprile 06, 2022

[condomini] strade

Abbiata na strada a iatta camina attenta e sauta e si ferma e fa ancora qualche passo fino a quannu non  arriva alla salvezza. 

Alli voti allautri iatti non ciarrinesci questa prodezza. Qualche dubbio. Una esitazione. Forse una strada troppu longa da attraversare. Forse troppu forte la distrazione. La confusione.

Alli voti quannu arriva il pericolo a iattaredda ciarrinesci u stissu a sautari. A salvarsi. Alli voti no.

Accussì i cristiani. 

martedì, aprile 05, 2022

[condomini] memoria

 Alli voti alla notti accumenciu a pinsari alle persone che ora non ci sono chiù e mi accorgo che di tanti di questi cristiani non mi ricordo mancu il nome e nemmeno la facci a dire il vero. E questo la maggiore parte delli voti.

Allora mi addumannu cosa arresta di tutti questi. Na me menti certo. Che per il resto forse non ci sù chiù mancu li ossa. E quello che mi arrispunnu è che di loro ciaiu ricordi fatti di sensazioni. Di frasi smuzzicate e di vuci. Di sguardi dati ammucciuni o sparati na facci. Di ciuaru insomma. Dove cè tutto e non cè nenti. Comu una fantasia.

E poi mi rendo conto che di qualcuno di questi non ci trasi mancu laverci passato tanto tempo nsemula. Che a volte è bastato poco. Una gioia. Una malacumpassa. Nvasuni.

Puntuale come la morti poi arriva il pensiero la curiosità di sapiri se la stessa cosa succeri allaltra genti. Immaginare quello che di me arresta in questo mondo. Ancora qualche anno. Qualche decennio forse.  Prima di spariri. 

lunedì, aprile 04, 2022

un nodo

Se parlo

se scrivo qualcosa

se ancora la voce riesce 

ad attorcigliare i miei confusi pensieri

è solo 

perché ti amo

ma non so bene cosa questo significhi

dopo gli anni

dopo le primavere

dopo i tanti ripetuti inverni

allora provo a ripeterne il suono

mille e 

altre mille volte

anche ora

anche qui

su questo tuo cuore così simile al mio

prima di scordarlo

domenica, aprile 03, 2022

[Alfredo] primavera

Insomma il punto era, per lui, che tutto a questo mondo svanisce e che nella somma dei conti siamo sempre in pari, qualunque sia il nostro agire.

Alfredo aveva chinato il capo, ascoltava poco attento a dire il vero e poi non aveva molta voglia di replicare.

Fuori, oltre la finestra, l’albero si era di nuovo coperto di foglie e un nido era apparso tra i rami. Ancora non era riuscito a vedere a chi appartenesse quella nuova costruzione, ma sapeva che mancava poco a scoprirlo. A stare attenti, poi, si sentiva anche il cane dei vicini giocare sul prato; abbaiava contento al richiamo dei suoi giovani padroni.

“Anche se tutto svanisse io vorrei continuare a stare qui, anzi sono sicuro che continuerò ad essere qui”

L’amico lo aveva guardato stupito.

“Un MacLeod insomma” aveva poi risposto sorridendo.

“Spero di no, solo un fiore invece, o quel miele che stai divorando… buono vero?”

“Sì, sì. In effetti...”

Alfredo aveva lasciato la sedia, il cielo visto da dietro i vetri era quasi finto: solo un enorme foglio azzurro su cui qualcuno aveva spruzzato in basso, a caso, dei colori gentili.

“Credo uscirò ora, vieni con me?”