18/11/17

[Alfredo] aro titano



Intrappolato nel piccolo bagno di casa Alfredo non sa bene che fare. L’aria è calda e umida. Lui, nudo, è seduto sul vaso. La porta non ha voluto cedere ai suoi strattoni e il bagno è cieco.
“Che strano dire cieco” pensa Alfredo prima di chiudere anche lui gli occhi. Se fosse costretto a rimanere lì non potrebbe neanche vestirsi, ha lasciato tutto nelle altre stanze. Al massimo qualche asciugamani, l’accappatoio appena lavato che ancora profuma di qualcosa che Alfredo non sa bene identificare, ma che gli risulta piacevole.
“Chissà se è possibile mangiare il dentifricio” fantastica, ma poi scarta l’idea e dice a se stesso che avrebbe dovuto accontentarsi dell’acqua per il tempo necessario. Quale tempo però? “Se ne accorgerà qualcuno?” “Mi cercheranno?” Gli dispiace lasciare di se solo il puzzo di carogna e allora ricorda che ha lasciato lì, vicino al mobiletto per la Biancheria da bagno e i medicinali, l’ammorbidente comprato all’Iper.  Il profumo è di lavanda, così è scritto, e lui inzuppa qualche spugna fino a svuotare il flacone. L’odore è così forte da dargli quasi nausea.
Alfredo prova a distendere le gambe e ad appoggiare la schiena, ma non riesce a farlo comodamente in quel piccolo spazio e poi inizia anche a sentire qualche brivido. Allora si alza e in quel momento gli torna in mente di aver letto di un fiore bellissimo, anzi il fiore più grande del mondo. Ricorda di averlo visto su una rivista, immenso, rosso come di sangue. Il suo odore, c’era scritto, sembrava quello di carne putrefatta.
Un sorriso illumina, un attimo,  il suo viso. La mano di Alfredo riprova ad abbassare la maniglia, una corrente d’aria fredda gli strappa uno starnuto.


Fonte immagine:  US Botanic Garden. - http://www.usbg.gov/your-visit/Titan-Day-1.cfmhttp://www.usbg.gov/images/july23at745am_lg.jpg, Public Domain, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=3107340

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