giovedì, aprile 30, 2009

[Condomini] La bottiglia

La radio è quasi sempre addumata a me casa che ammia mi piaci e poi sento le voci quando non cè nuddu e quelle mi fanno compagnia. Certe volte può macari capitari che ascuto una cosa intelligente o qualcuno che murmuria notizie che arrinesciunu mutimuti a fariti pinsari.
Ieri per esempio parranu di una buttigghia importante che avevano trovato e io a questa buttigghia confesso che ciò pensato tutto il resto della giornata e anche ora mi veni nella testa ca pari una musca di quelle che non escono più dalla finestra.
La storia poi in fondo è semplici che attruvanu questa cosa vicino a un campo dei tedeschi della guerra quelli dove ammazzavano a ebbrei e zingari e ghiarrusi e cumunisti e dentro la buttigghia ciaveva una carta ammugghiata che cerano scritti sette nomi e sette numeri che poi si chiamano matricole rissunu alla radio e questa cosa già era successa vicino a un altro campo na para di anni fa con altri due nomi di gente diversa.
E a mia mi veni nella testa che di queste persone cè rimasto solo questo e che chiù tinta della fame più crudele delle vastunate era per loro la cosa di non potere esistere di essere addivintati sulu numeri senza passato e senza futuro. Allora penso a mia e mi dico che io invece ciarrinesciu a mangiari e quasi sempre nuddu mi runa coppa senza motivo eppero a dire la verità non lo so lo stesso se una buttigghia vuota mi sivvissi.

lunedì, aprile 20, 2009

Donne: Elida

Elida non ama il profumo dei fiori
anzi
ad esser precisi
Elida non ama gli odori lei
solo raccoglie monete da alberi strani
da ordinari signori
in quel buio assetato
nel segreto mercato
dei fanciulleschi giardini.

Elida sogna comunque
mentre muove veloce la mano
mentre ode i sospiri
mentre sfida gli umori
i furori 
ormai stanchi
dei suoi sconosciuti 
assassini.

Negli occhi allora le passa
una piccola casa
un letto più grande
un bagno con angolo doccia
salotto tivvù  la boccia
con i cioccolatini.

domenica, aprile 19, 2009

[Condomini] Dedicato. Polvere

Gli oggetti appicca appica si coprono di polvere sottile e se fai passari assai tempo quella prende tutto e ammuccia ogni cosa. Faccie grigie sopra alla carta delle fotografie e vecchi dischi sintuti una volta sola. Chiavi che non hai mai saputo cosa rapunu e minuzzagghie. Cose grandi e cose niche.
La polvere non sei tu che la chiami. Lei arriva e non ne fa distinzioni che per idda tutto è uguali. Certo ogni tanto ti può veniri la vogghia di pigghiari una pezza per pulizziari però quasi sempre finisci che rimandi e rimandi e non se ne fa chiù nenti che di sicuro poi te lo scordi.
La polvere a volte chiovi chiossai e sono tanti i motivi. Chenesò qualcuno qualcuna che per spazzare le sue cianfrusaglie ti inchi attia o il vento che spinge e colpisce lì dove non ci sù difisi.
Mi pari che anche nella testa funziona accussì solo che non cè nessuno che ci ciuscia sopra alle tue cose. Nessuno. Anzi no forse ogni tanto la morti.

venerdì, aprile 17, 2009

[Condomini] Macerie

Ora di fronte a me casa hanno finito da poco di scannari una fabbrica e dappettutto ci sono macerie e blocchi e terra ammunziddata. A mia comunque non mi da fastidio quando mi affaccio che tanto è abbastanza lontano è lunica cosa sono la polvere e i rumori se cè vento che poi se ne ho voglia invece pozzu viriri tutte le ruspe e i camion giganteschi megghiu che se fossero alla televisioni. La signora Manara del piano di sotto dice che ci devono fare nuovi appartamenti e che per farli toglieranno gli alberi che ci sono rimasti nel mezzo tra noi e loro ma ancora con questa crisi tutto il lavoro va avanti alleggiu alleggiu e penso che passerà assai prima che la fanno questa scemenza. Comunque questo centra picca che io volevo dire unaltra cosa in effetti. E' che stamatina presto che quasi ancora cera scuru in mezzo a tutti sti macerie cera na cosa ca non ciava essiri. Nanimali che non mi aspettavo di vedere. Una cunigghiedda tutto grigia che sautava da una pietra allaltra come una capretta sperduta. E in mezzo a quel bianco del cemento ammia mi passi comu nanima in pena ca cerca conforto. Ca cerca aiuto. Durau picca sta visioni cheppoi quella è sparita ma iu ci continuo a pensari che qualcosa vorrà pure dire questo fatto. Eppero non ciarrivo.

mercoledì, aprile 01, 2009

[Condomini] Siliquastro

Chiovi. Ci sarebbero tante cose da fare. Stenniri la biancheria. Taliari le piantine appena misi nel vaso. Fumare in santa pace una sigaretta sporgendosi tannicchia chiossai fino ad arrivare a viriri la strada. Chiovi però. Quì. In questa città. E i primi alberi che avevo visto fioriti hanno già perso ogni cosa. Peccato! Che cè un viale che ci passo spesso che allimprovviso di notti a ghionnu senza nessun segnali ava addivintatu tutto rosa. Un rosa gentile. Delicato. Alberi strani però. Rami senza fogghi e lo stesso tanti ciuri. Legno niuru e ciatu di baci.
Io impaccideru mi sono informato e mi hanno detto che quelli si chiamano alberi di Giuda. Che la tradizione dice che lapostolo si è impiccato a un loro ramo. Ora fermo restando che io sapevo che il disgraziato aveva usato un carrubbu che a me sempre accussì me lhanno cuntato mi è venuto normale pensare a cumu mai Giuda avissa scelto proprio quelle piante.
Io nella mia testa una risposta me la sono data che mi sono detto che forse u Signuruzzu alla fine ci vosi dare un conforto inaspettato a quellanima. Per quel suo tradire. Per quel suo dondolare.