giovedì, luglio 31, 2025

[Condomini] Girolamo

 Girolamo sinni futti di fari distinzioni. Pigghia i biduni e i carica supra o camioncino. Ci voli picca. Ammutta u buttuni e a munnizza accumencia a scinniri e addiventa na cosa sula  prima di moriri. Girolamo pensa caccussi è la vita. Ca unu spatti e spatti pinsannu di fari ordine e poi ammatti qualche cosa cammisca tuttu comu a sta munnizza e non ce chiu nenti di pigghiari.

A iddu ciaccapitau quannu mossi so figghiu na fabbrica dillamericani. Mungiu u buttuni sbagghiatu e a testa ci sautau comu nmuluni o carusiddu. A Girolamo da quel giorno sammiscanu tutti i cosi ca ora non cera chiu bisognu di fari distinzioni pi nenti.  Sulu manciari e campari. Finu a quannu ciavissa arrinisciutu.

mercoledì, luglio 30, 2025

Interrogarsi

Quale sarà la risposta 

se non c’è stata nessuna domanda e

quale domanda 

se non si attende risposta?

Il vento spinge le nuvole 

che si accumulano, si disperdono, spariscono 

per poi riapparire lì dove lo sguardo è assente. 

Nulla appare necessario.

martedì, luglio 29, 2025

Hai sorriso, ho sognato

 

Hai sorriso,

avevi indicato qualcosa, qualcuno.

Da quello io ero tornato indietro,

al tuo viso. Forse l’amore 

(quando più il corpo non chiama 

improvviso, quando 

è tenerezza ciò che lega) 

vive in questi momenti,

in una ingenua sorpresa.


lunedì, luglio 28, 2025

Evidenze

Come nelle fiabe, uccido mosche con le dita.

Nessun titolo, non sette, non vanto,

solo corpi a terra privi di vita

e un uomo che non è un sarto.

domenica, luglio 27, 2025

Autunno

 A luvari stu pisu dallanima 

ci vulissi nventu, na fantasia 

(nica o ranni, non importa), na magia

cassicutassi sti fogghi motti, 

stu ciauru di tia.





sabato, luglio 26, 2025

Un veloce rientro dalla villeggiatura

 No sapi chi voli riri dignità 

quannu cu soddi e anime traffichia.

“Pi neuru ti vinnissi macari a me o ma’”

ci rici arrirennu o diacunu,

intra a sacristia.

Du coppa e veni cu na sputazzata,

tuttu suratu pi da gran faticata.

Appoi si fa a cruci, 

si isa i mutanni ,

binirici du culu 

e sinni tonna a Varanni.

venerdì, luglio 25, 2025

J.M.Coetzee - sbavare

 Di fronte a David, il portiere si alza e con un rumoroso sospiro lascia l'auditorium. Dovrebbe andarsene anche lui. Gli sembra indecoroso starsene al buio a spiare una ragazza (gli si affaccia alla mente, indesiderata, la parola «sbavare»). Eppure anche i vecchi, cui presto andrà a fare compagnia, e i barboni e i vagabondi, con l'impermeabile macchiato, i denti falsi screpolati, il ciuffo di peli che spunta dall'orecchio, sono stati figli di Dio, con arti dritti e occhi limpidi. Si può forse biasimarli se, al dolce banchetto dei sensi, si aggrappano alla sedia fino all'ultimo?

 J.M.Coetzee, Disgrace, 1999

giovedì, luglio 24, 2025

Assunta

 Assunta accumencia a cuntari 

do so pattruni e do so travagghiari 

e mentri cunta e santia a carusidda 

mi veni pena pi sta niciula stidda.

“Scappa, vatinni!” Ci vulussi riri,

ma poi sallumina e cuntenta arriri 

ca cu sti soddi, cu sta miseria 

si fici u tatuaggiu “na cosa seria”

e  quasi ringrazia di aviri a futtuna 

di essiri schiava, ma no razzu la luna.



mercoledì, luglio 23, 2025

Ripari

 Mi piaci stari nagnunedda do pisolu,

ammucciatu che me pinseri,

dà unni finisci lummira da iunnata,

lummira ca lotta e vinci co suli.

martedì, luglio 22, 2025

Ripartire

 Chissà se tutto torna alla radice

in un viaggio che è stato scoperta

prima di essere sogno,

lento risveglio, delusione.

Chissà se ad affondare nella terra

non svanisca l’illusione.


lunedì, luglio 21, 2025

[Alfredo] innamorarsi

Ogni volta che Alfredo si è innamorato il mondo ha smesso di essere, per lui, così come era. Non che sia successo tante volte, non è il tipo Alfredo, però è andata in questo modo ogni volta e ogni volta lui se ne è accorto solo dopo, quando tutto, come ogni cosa, era già finito. 

Ora che rimanevano il suo albero e la sua panchina aveva però tempo di osservare gli altri, di indagare, con cortesia, se stesso.

 Ecco, a guardarlo bene il copione era sempre simile. Lo leggevi negli occhi, nello sfiorarsi dei corpi. Lo capivi dall’ascolto attento, dalla curiosità per l’altro. Lo vivevi nei baci, nel ridere sorpresi, nell’ intrecciarsi mai casuale delle dita. Era successo a lui, lo vedeva succedere alle  coppie che incontrava, qualunque fosse la loro età, il loro sesso.

“Quello che pensi è da baci Perugina” gli aveva detto un amico per canzonarlo un po’ e Alfredo gli aveva dato ragione perché è proprio quello lo stato di chi è innamorato. L’essere un dolce, tenero, sincero, imbecille.

domenica, luglio 20, 2025

Dal balcone di casa: suoni

 U sgusciu dei motorini attruccati,

i machini supra a grata pi l’acqua chiuvana e frinati

cacchiana u cori do scantu,

vuci di fimmini e di picciriddi

ne balcuni, pi strada, na chiazza.


Ammia mi piaci chiossai u cantu do iaddu

quannu ancora c’è scuru na via,

ogni tantu nautru caciarrispunni, 

a postu di mia.

No cauru poi da iunnata 

tuttu si ferma, ogni cosa

 disia  paci e silenziu.

U ruloggiu, na stanza, ticchittia.

sabato, luglio 19, 2025

Chimere

 Nel silenzio dell’alba 

attendere coscienti

chi non verrà,

come fosse cosa certa

l’accurata costruzione,

la chimera,

la fantasia della realtà. 

giovedì, luglio 17, 2025

[Alfredo] tutta colpa del caldo

Alfredo è svuotato, prosciugato. Alfredo è un calzino steso per troppo tempo al sole, un panno non più ritirato. 

Rincantucciato sul divano, il ventilatore perennemente in funzione, attende da giorni solo che faccia sera. Il frigo è quasi vuoto, anche le scorte in dispensa iniziano a scarseggiare. Forse sarebbe necessario farsi una doccia, uscire, ma Alfredo non ne ha proprio voglia. La tivù è spenta, leggere è quasi una fatica, resiste la musica, resiste Bach, resiste il liuto che riempie la stanza, che senza sforzo riempie anche la mente.

"Andiamo stasera?" "Andiamo domani?" Alfredo declina e inventa. Forse vuole solo provare fino a che punto riuscirà a resistere, forse è solo prostrato, forse non è felice. Sarà l'età Alfredo? Sarà questo caldo che sfianca? Sarà quella scintilla che manca? Quella scintilla che ti ostini a chiamare amore? Sarà per quello il dolore? Alfredo scuote la testa, si alza e va a pisciare. Quando lava le mani lo specchio gli fa un po' paura così, per dispetto, Alfredo inizia a fargli le boccacce e continua e continua fin quando non inizia a ridere e lo specchio con lui.

lunedì, luglio 14, 2025

La conta di chi si fa balena

gira vota e furia

chista a tia e chista a mia


su vinissi a verra

bummi e lacrime

supra a terra

bummi e lacrime per i cristiani

bummi e lacrime ai motti 'i fami 


gira vota e furia

chista a tia e chista a mia


su cangiassi u munnu

ca ci fussi a rivoluzioni

tutti i ricchi issuru o funnu

mangiati de pisci pi colazione

mangiati de pisci pi pranzu e cena

tuttu u populu fussi balena


gira vota e furia

chista a tia e chista a mia


ora finisci chistu cuntari

iu ti rissi comu ama fari

pecciò ioca non ci pinsari:

"Unu, dui, tri" e ricorda

cu avi curaggiu accumencia a luttari


gira vota e furia

chista a tia e chista a mia 

sabato, luglio 12, 2025

mindfulness

alli voti, 

ca non sacciu cu sugnu, non sacciu chi fari, 

arrustu mulinciani, friu pipi, tagghiu cipuddi, 

vivu vinu e rusicu pani.

Non cangia nenti,

mappoi, ca panza china, cè chiù gustu 

a chiangiri e varagghiari

venerdì, luglio 11, 2025

Gioia e rivoluzione

Nel paese dove sono nato 

qualcosa, qualcuno, muoveva i primi passi. 

Per istinto gridava: 

"datemi libertà", "datemi giustizia"

prima di essere ucciso, bastonato. 


Nel paese dove sono cresciuto 

un bimbo cantava di incontri e di diritti, 

sognava e nel frattempo capiva.

Veniva ucciso, bastonato, a volte fatto esplodere. 

Coriandoli in omaggio per il padrone. 


Nel paese che mi ha visto diventare adulto 

uomini incontravano altri altri uomini, 

masse avanzavano nella forza con forza, 

nel clamore con clamore. Gioia e rivoluzione.

Anni di piombo li hanno chiamati. 


Nel paese che mi vede invecchiare 

vecchi ologrammi mostruosi 

preparano la prossima carneficina, 

prima, però, la pubblicità...

anche quella in diretta mondiale.

giovedì, luglio 10, 2025

apodidraskinda

Tra accordi e arpeggi mi domando cosa sia 

questo mio vivere qui, ora, 

prima di perdermi nel suono,

nel mare che avanza, decresce,

fino a morire, fino a rinascere.


C'è qualcosa di semplice che mi sfugge. 

Credo di averlo chiamato in tanti modi 

o pensato di scorgerlo in tanti volti, 

a volte, addirittura, immaginato di possederlo 

in tanti corpi.


Ora so di non essere mai riuscito ad afferrarlo.

Ora so che rimane l'onda.

L'onda che, felice, da me fugge, 

l'onda che, alla tana, 

ridente torna.

mercoledì, luglio 09, 2025

[Alfredo] voli pindarici

Alfredo a volte sogna cose mai successe, inventa ricordi mai posseduti, vive avvenimenti impossibili. In questo strano sognare tenta di legarli tra loro come fossero un colorato mazzo di rose da regalare a chi si vuol bene o ne fa fascine per futuri fuochi da accendere con gli amici. 

Gli accade, a volte, questo sognare, quando, seduto da tempo sulla sua panchina, alza gli occhi dal libro che sta leggendo o smette di mettere a fuoco quello che ha attorno. Ecco che allora, per brevi istanti, si uniscono per lui fantasia e realtà come fossero innamorati che placidamente, morbosamente a volte, si incontrano prima di svanire, precipitevolissimevolmente, uno alla vista dell’altro.

E' un suo antico vizio in fondo, sorride Alfredo pensando a quando da ragazzino qualcuno a teatro si voltò verso di lui a chiedergli di far silenzio, di smetterla con quei suoi voli pindarici. 

Sì, disse proprio così quel signore: "voli pindarici" e Alfredo tornato a casa cercò sull'enciclopedia quell'espressione da lui fino a quel momento mai sentita. Non se ne dispiacque.

martedì, luglio 08, 2025

Dal balcone di casa: bambini

Cincu, otto, recianni, 

stetà insomma. 

I chiu nichi furianu tunni tunni attorno o palazzu

ca bicicletta o co muturino ca fa sgrusciu,

co monopattino truccatu. 

Parunu lapuni senza ciuri, suggi ca scappunu 

no spiazzu assulatu.

I chiu ranni, invece, sassettunu tra i machini posteggiati,

o sappoggiunu o muru vicinu e cancellati. 

Cazzuliunu co telefonino, ascutunu canzuni,

su passunu e si fanu fotu, si scangiunu filmati.

Si fingiunu attori e registi, teatranti e zingari, 

generali e suddati.

Tutti cianu maleducazione e panzi rossi, 

facci tunni e bestemmie na ucca,

strafuttenza e coppa ne manu,

poi però i viri chianciri a prima cascata, 

a prima delusione dillamici e 

"su picciriddi" ti rici, ca fossi 

mancu ciava pinsatu a sta verità ammucciata, 

a stu fattu stranu:

insomma, ca sopravviviri è ancora umanu.

lunedì, luglio 07, 2025

Dal balcone di casa: la pizzeria

 I  du carusi, assittati supra a vespa,

aspettunu a chiamata do pattruni.

A sigaretta na ucca, vuciunu di fimmini e palluni,

di vinciti e scummissi, di soddi e fantasie.

Quannu alluna finisciunu e si cuntunu le consegne

su cuntenti, stasira iu bona: 

vinti pizze e vinti euro all’uno.

Si salutunu allora prima ca cala a saracinesca:

“Dumani mi iocu tutti ca sugnu sicuru “ rici unu 

e lautru arriri e npenna e accelera

pi tunnari a casa, paspittari di novu u suli.


domenica, luglio 06, 2025

Dal balcone di casa: la campagna

 Alivi su sempri chiu picca.

I palazzi, comu aciddazzi di malaugurio,

si iuncenu co focu dei tinti cristiani

a pigghiari vittoria.

Arrestunu ancora

i cicali, i iaddi, i chianti de scecchi,

a fari prutesta o passiu de machini,

o ciauru di munnizza cacchiana.

Na memoria, na testa,

sulu fotu senza culuri.


venerdì, luglio 04, 2025

Dal balcone di casa: l’orizzonte


Du cimineri senza fumu,

npalazzu sputtusatu unni crisciunu antinni,

i cappeddi do cimiteru a fari luci di notte

e appoi u mari darretu,

a respirari.

Na strisciulidda chiu scura do cielu

ca pari addisignata ca riga,

acculurata che matiti.

Ogni tantu u iancu di na vila 

a signari unni a manu si stanca,

 unni u viaggio torna a  farisi sognu,

fantasia.

giovedì, luglio 03, 2025

[condomini] Gabriele

 “Chiuru locchi e poi i rapu e poi ancora di novu ma tuttu arresta u stissu e non sevvi a nenti fari na magia na me testa. Capprima ciarrinisceva u sapi? Ora invece non cangia chiu nenti. Nenti “

Gabriele è assittatu davanti a Totò. Continua a parrari. Ancora è un carusiddu macari ca ciavi quasi trentanni. Totò ci pensa ancora a quannu chiddu era nicu. Ogni tantu ci tuppuliava alla porta . Totò u faceva trasiri ca u sapeva che quella visita era dovuta al fatto ca di sicuru ava pigghiatu na sugghiata di coppa di so o pa pi quacche minchiata. U faceva assittari na stissa seggia unni era ora e prima di tuttu ci inchieva bellu bicchieri di gazzusa. Poi ci puttava na manciata di caramelle e aspittava ca si calava tutti. Non riceva nenti Totò. Ci interessava sulu co picciriddu si cammava. Gabriele furiava locchi a taliari na stanza. Pigghiava una caramella arreri allautra e poi quannu finevunu u salutava e sinni tunnava a casa.

Passau picca da quel periodo ca a so o pa u puttanu o culleggiu. Vintanni ci resunu. Gabriele crisciu che Totò u visti picca e sulu nsemula a so matri cava accuminciatu a travagghiari ca lavava i scali. Ora ava tunnatu a tuppuliari e Totò simmagginau picchi.

martedì, luglio 01, 2025

[Alfredo] Incendi

 Alfredo cammina nella città quasi deserta. Sono le prime ore del mattino. Ancora poche auto in giro. Nell’aria l’odore di recenti incendi.

Il giorno prima è andato a fuoco anche parte del suo parco, lo hanno detto alla radio, e così Alfredo si è deciso a sfidare il caldo per andare a trovare il suo amico. Chiedergli notizie, scoprire se è riuscito a resistere. Quando raggiunge la panchina sorride, l’albero è ancora lì. Gioca con i primi raggi del sole e un vento leggero si nasconde tra i suoi rami. Si ferma, corre, inizia a solleticare le foglie, a infastidire i rami quasi volesse farsi catturare prima di nascondersi dietro al tronco, prima di ricominciare. Poco lontano qualche vittima alza ancora le mani bruciate al cielo.

Dal nulla un bambino lo raggiunge: “Ciao!” Gli dice e poi gli porge un fiore. “Per me? Grazie!” Mormora Alfredo portandolo al naso per cercarne il profumo. Tutto si svolge velocemente. Il piccolo scappa via richiamato da una voce lontana e poi sparisce lì dove piccoli arbusti formano un piccolo muro verde che lo nascondono. 

Il fiore è ancora tra le sue dita. Il silenzio ora è rotto dal gracidare lontano di elicotteri, dal canto di sirene. Una solitaria nuvola osserva tutto con calma cullandosi alta nel cielo.