Di fronte a David, il portiere si alza e con un rumoroso sospiro lascia l'auditorium. Dovrebbe andarsene anche lui. Gli sembra indecoroso starsene al buio a spiare una ragazza (gli si affaccia alla mente, indesiderata, la parola «sbavare»). Eppure anche i vecchi, cui presto andrà a fare compagnia, e i barboni e i vagabondi, con l'impermeabile macchiato, i denti falsi screpolati, il ciuffo di peli che spunta dall'orecchio, sono stati figli di Dio, con arti dritti e occhi limpidi. Si può forse biasimarli se, al dolce banchetto dei sensi, si aggrappano alla sedia fino all'ultimo?
J.M.Coetzee, Disgrace, 1999
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