22/09/08

Lu Santu Currau - 2 -

"Buongiorno Dottor Malebranco, ha scoperto qualcosa oggi?"
Brentano, con ampio gesto, lo invitò ad accomodarsi al tavolo che da sempre gli era riservato. Maldido ebbe, non visto, una lieve perplessità. Il fatto è che egli non si aspettava certo quella domanda, quanto, più opportunamente, un:
"Buongiorno Dottor Malebranco, il lavoro è stato proficuo oggi?"
o, al limite,
"Buongiorno Dottor Malebranco, spero abbia ben lavorato, oggi".
Invece quell’episodio, così poco importante agli occhi altrui, lo mise di malumore. O forse non fu la domanda bensì l'essere stato costretto a pensare per un istante a quell’angustioso problema della sua vita: denominare il proprio mestiere. Perché, di mestiere, Maldido Malebranco era un "detectus". Era stato lui stesso ad inserire la parola sul proprio curriculum vitae in un momento di grazia creativa, ed a farla, poi, propria nei rari momenti in cui era costretto a rivelare l'attività che gli permetteva di vivere. Certo ogni volta la sua risposta era seguita da una seconda immancabile domanda:
"Mi scusi se mi permetto, ma cos'è, cosa fa, un detectus?" ed era a quel punto che Maldido esitava. Come spiegare il suo sezionare immagini, il quotidiano reticolare la vita, immaginaria e reale, altrui?
Per togliersi d'impiccio egli aveva imparato a confessare che, semplicemente, il suo compito era quello di cercare errori storici nei film, eppure questa era solo una parte, forse quella più remunerativa, di ciò che era a lui chiesto.
Già! Perché Maldido Malebranco era noto ad un gruppo ristretto di artisti per la sua capacità di riuscire ad inserire piccoli ma, al loro gusto, essenziali particolari all'interno di ben più dense scene, mentre dei suoi servigi usufruivano anche alcuni investigatori, in quei rari momenti in cui confessavano a se stessi di non aver capito nulla di ciò che i loro occhi vedevano, per non parlare, poi, delle case di produzione che, a torto, credevano di poter piegare la concorrenza disvelando al grande pubblico le "perle" dell'altrui creare. Si guadagnava bene con queste sciocchezze e Malebranco non disdegnava certo il denaro.
Eppure ciò che Maldido amava più d'ogni cosa era il non ricompensato stupore che lo coglieva ad ogni scoperta. Molte di quest'ultime rimanevano sue per sempre: perché non gli sarebbero state rimborsate, o perché troppo simili a quei sogni che difficilmente si riesce a raccontare, oppure solo perché nate in curiose e casuali circostanze.
"Ecco!" ripeteva, allora, più volte, a se stesso; per poi, subito dopo, distogliere lo sguardo da ciò che, fino a qualche attimo prima, lo aveva così tanto interessato. Lo prendeva, in quelle occasioni, una strana e stanca malinconia, e urgente si faceva il bisogno di non vedere, di non sentire, più nulla. A questa necessità era dovuto lo stretto rapporto che pareva unirlo a Dionigi Treschin, il farmacista.

2 commenti:

  1. Se è la prima parte di un racconto o romanzo sembra molto promettente!Ma come ti vengono certe idee...lo scopritore di incongruenze storiche nei film:-))Ma sai che anche a me piacerebbe fare il detectus? (o la detecta?)

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  2. Ciao nonnina :-) Il testo è una vecchia cosa mai conclusa - mi capita spesso - ma magari questa volta...

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