"La poesia è scritta da qualcuno che non è lo scrittore a qualcuno che non è il lettore" - Paul Valéry -
06/09/08
Vera Alagna
Scinniu dalla machina che saranno state le due di notte. Era una decappottabile ianca. Tutta lucida come a un cesso pulito.
Con le cosce belle in mostra e landatura menza mbriaca Vera fici il giro dellauto per andare a salutare il masculo di turno. Pareva cuntenta. La visti accalarisi vicino allo sportello e sospirare qualcosa mentre quello per ricambiare il saluto continuava a darici con la sinistra una bella lisciata no culu. Lei sembrava non farci caso poi però sembrò incazzarisi quando con la destra lautista tento di farici accalare la testa fino a dentro alla machina. Non disse mancu pio però. Si allontanò senza vutarisi e sinniiu verso la sua casa.
Pinsai che era sempre bella come una carusidda. In silenzio minniii al pianerottolo per accendere le luci delle scale che così a lei ci veniva più facile inzittare la chiave del portone e poi mi misi ad aspettare la lucetta dellascensore per sentirmi più tranquillo. Quando però capii che aveva scelto di acchianari le scale a piedi me ne rientrai. Non volevo farmi trovare lì come a un mammaluccu.
Nosacciu su prima maveva visto. Sacciu sulu che allimprovviso sintii le sue unghie dietro la porta che mi chiamavano. Rapii di cursa.
Non cera mai stata con me. Con tutto il palazzo forse ma con me mai e ora invece senza dire una parola aveva iniziato a vasarimi. Era proprio lei. Lì con la porta mezza aperta e uno scemo che mutanni che non la faceva entrare.
Io continuavo a essere come incantesimato. Non ci riuscivo a dire niente e a lei sembrava che ciandava bene proprio così.
Con le mani dietro alla schiena mappoggiai alla cornice della porta dellingresso mentre Vera stava già accuminciannu a cercare qualcosaltro con la lingua. Ci stesi du secunni a veniri. Senza spustarimi chiurii locchi e finalmente accuminciai a parlare.
Ci cuntai tutte le cose. Di come lavevo desiderata. Di come ci vulevu bene. Di tutti i sogni che avevo fatto.
Quannu accalai locchi per guardarla però non cera più nessuno. Mi vutai cunfusu. Nenti. Solo la porta aperta e la luce delle scale addumata. Chiu nenti.
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