Il Signor Maldido Malebranco, anni cinquantadue e mesi cinque su di un fisico asciutto e ben tenuto, poggiò il tomo sul tavolo, un vecchio libro di psicologia pescato sulla bancarella antistante il civico 124 del Viale dei Corsi, non prima, però, di aver segnato con la matita, era quella trovata sul tavolo dell'architetto Cercaponzi e mai più restituita, il numero della pagina, settecentottantadue, a cui era, faticosamente ma con letizia, arrivato. Poi, dopo aver stirato con lentezza e gusto le corte gambe, chiuse gli occhi, marroni ma cangianti sino al verde in alcune fortunate occasioni, e subito si addormentò.
Quasi subito sognò, anche, ma dell'una e dell'altra occorrenza non serbò ricordo alcuno poiché, quando riaprì gli occhi, nulla, attorno a lui, era cambiato ed anche il vecchio orologio da parete, quel piatto bianco e verde regalo di un ristoratore piemontese con il disegno della mole e le lancette rosse, segnava uno stacco di un solo minuto dalla scena precedente.
Incurante, dunque, di quello che era successo, si alzò per indossare il cappotto, era ancora con la vestaglia da camera beige regalo della sua anziana genitrice, ed uscire. Le sette. Il suo amico cuoco, in realtà il padrone della locanda "Al buon gatto", tal Brentano Geronde, stava di certo già aspettandolo.
6 frasi tondetonde, prima parte...
RispondiEliminac'è da tirar respiro
Esercizi di respirazione? :-)
RispondiEliminaOvviamente c'era prima Lu Santu Currau 1... E assai mi piace!
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