18/09/08

La famiglia Ardenti


Io non lo capisco come si può essere accussì fottunati. La signora Nunzia me laveva detto che Rocco era uno di quelli che pigghiavano sempre. Macari un tintu ambo almeno una volta a settimana ci nisceva. Cetto però non lo potevo immaginare che sopra a cinquemila persone che facevano la domanda per becchino pigghiavano proprio a lui nella lotteria.
Allepoca me lo cuntò lui stesso che già si vedeva che si sentiva un signore mentre ci metteva la targhetta nuova sopra i citofoni scassati.
"Totò che ti devo dire ci voleva come il pane questo posto. Aveva una vita che furriavo con la lapa per pigghiare i cartuni. Non cia facevo chiù. Eppoi ora mi nasci un altro figghio. Tu lo sai comè"
Ma chissaccio no saccio comè tutta sta storia. So solo che cerano cinquemila cristiani con cinquemila numeri e ognuno ciaveva cinquemila motivi buoni per vincere. Ci voli culu macari per vurricare i morti. Chistu sacciu. E comunque oggi mi sento la bocca tutta lappusa. Ieri per festeggiare lanniversario della vincita e la nascita di Iano la moglie diRocco mi invitò a cena. Cera talmente robba che si mise anche suo marito a cucinare e quando mi susii dalla tavola mi sentivo chinu come un liafante.
Broccoli affugati. Caponatina. Sarde a baccafico. Pomodori secchi. Ricotta infornata. Spaghetti con la salsa e le melenzane. Pasta al forno. Capretto. Carne di cavallo e un melone rosso gigantesco che pareva un gelato.
Soprattutto cera un cafolo di vino. Pungente sopra alla lingua e forte nella panza proprio come piace a me. Ce laveva dato un suo parente di Pedara che ciaveva ancora la vasca per pistare la racina. Quella nera e niciula che a mangiarla ci stai una vita ma a sucare quello che esce dalla botte ti inchi i cianchi.
Io ci fici tanti brindisi in suo onore. Lo vedevo va che dopotutto la sua era una famigghia che ancora aveva veramente bisogno.
I figghi camminavano quasi a nura casacasa e i mobili di sicuro Rocco laveva scelti nei cassonetti dei quartieri della genti fina quando ancora faceva il vecchio lavoro.
Cirino era il più grande. Faceva il giovine nella carrozzeria dello Zio Santo. Nunzio e Orazio ancora invece erano troppo piccoli ma di scola per tutti non cinnera mancu a parrarini. Ogni tanto prima cerano andati con il padre a cogghiri munnizza ma facevano danno e se capitava che li fermava la polizia Rocco doveva inventare sempre qualche scusa. Ora se capitava si futtevano i ciuri che i parenti lassavano allobitorio per poi rivenderli a prezzo speciale.
Una volta era venuto uno del comune a chiederci notizie a sua moglie. E lei niscennu la minna per allattare u chiù nicu ciaveva risposto la stessa cosa che ieri mi disse a me:
"Ma se i picciriddi non ne mangiano scola chi ci putemu fari?"

3 commenti:

  1. Dario su Deserti c'è il nostro "Vent'anni". Vai a leggere i due commenti (belli) che ci sono!!

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  2. Beh, già che ci sono, un bravo Dario anche a te in questa sede.Elys è già brava da sola ma mi sa che in due farete tanta strada.Il che vuol dire: insistere, insistere e poi ancora insistere.Franco

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  3. @ Ciao Elys, ho letto :-)

    @ Grazie Franco :-)

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