Collegando con una linea il marciapiede alla basilica e questa al bar e poi tracciando una curva tra l'uscita a sinistra di quest'ultimo ed il negozio di giocattoli quasi alla fine del viale si ottiene un arco, e se poi mi ci metto in mezzo sono una freccia, e corro, e non riesco più a fermarmi, e uuuuurlo... uuuuurloooooo... e la mia scia sono decina di altri me, centinaia, migliaia, e mi seguono; ma io smetto di urlare, e la piazza è vuota. E' notte.
La casa è appena fuori città, non ci vuole molto ad arrivarci, venti, trenta minuti: secondo il passo, la volontà.
Insomma Giorgio fammi dormire! Ho visto anch'io le luci, e tutte quelle parole, ma chissà se anche tu hai perso a volte, è così? Oggi cercavo la spilla, quella con le tre stelle sai? Quella del secondo anniversario. No! Tu non c'eri... dimenticavo. E allora Giorgio, ce la faremo a perdere? Oppure, anche oggi... senti? Una civetta, la senti? E il cigolio di una bici e le cicale anche, e i grilli, i tordi, i sordi, i morti.
Prima avevo imparato tante filastrocche; potevano servire, mi dicevo, e le ripetevo per strada, che la strada si accorciava e non mi accorgevo di essere arrivato e toh! Sono già qui, e "buongiorno direttore", e "buongiorno collega", "buongiorno!".
Ecco che ci sono arrivato: mi ricordavi qualcuno, il nome è Daniil Charms: lo conosci?
RispondiEliminaPerò è solo una mia suggestione, si potrebbe anche dire Kafka.
Ciao Giuliano, non conoscevo, ma da quello che ho letto, in rapida ricerca, non posso che dichiararmi lusingato per l'accostamento :-)
RispondiEliminaps Francesco è di un altro pianeta :-)
Amschel ber Henoch, se non ricordo male (l'ebraico e il ceco non sono il mio forte...) (Gazza o Cornacchia, anche questo non me lo ricordo mai).
RispondiEliminaGiuliano non sapevo, ma ringrazio per aver avuto la possibilità di leggere un tuo bel post :-)
RispondiEliminaPenso che il nome ebraico di Kafka sia nel libro di Calasso, l'ho memorizzato tanti anni fa perché mi piaceva, e ogni tanto mi piace ripeterlo. "Kafka" è il cognome che prese la famiglia quando l'impero austroungarico decise che gli ebrei dovevano avere un cognome "normale".
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