"Comu stai?"
ci chiese "Chiffai ora? Unni stai?"
Calò lo guardò
tutto affettuoso però sembrava non avere voglia di rispondere a
quelle domande accussì semplici.
“Non ti
preoccupare Nino. Ni parramu dopo. Ora però ti devo chiedere una
cosa che il tempo è picca..."
"Dimmi dimmi"
" Insomma tu lo
conosci lonorevole Cummino vero? E certo che lo conosci. U canusciunu
tutti nel quartiere. Insomma lonorevole ha bisogno di noi"
Nino per un attimo
ciaveva sperato che non era questa la minchiata che gli dovevano
chiedere ma lo sapeva dallinizio che sarebbe stata una speranza
fallita.
"E tu mi fai
veniri cà picchistu? Pidda cosa tinta? U sai ca sarrubbau tutti i
soddi de casi popolari quel disgraziato?"
"Sono accuse
false zio. Ci penserà il tribunale a quelle. Quando sarà il
momento. Ora però non è importante questa storia. Che qui tutti ci
dobbiamo qualcosa a quelluomo"
"Iu no"
Era stato siccu Nino che con quelle parole sperava di finire la
discussione.
"Evvabbene tu
no. Ma tutti lautri sì! Macari iu zio che se non acchiana iddu torno
di cussa o cacciri"
"Ecchiè Dio?
Calò tu usai come la penso io e come la pensa tua zia e sua madre
macari"
"Eccerto.
Ancora a sugnari la rivoluzione. E a bannera macari"
"La giustizia
Calò. La giustizia. Che almenu chidda fussi ura"
"Giustizia,
giustizia... macchiè a giustizia zio? A giustizia e travagghiari
comu nmulu sulu pi mangiari e pavari u mutuo comu fai tu? E fari a
fila o spitali comu faceva a nanna? E viriri quanto è bello u munnu
na televisioni comu faceva iu o collegio? A giustizia è quella ca ni
facemu zio. E se tu non ta voi fari ma fazzu iu a modo mio"
" Tu si cunfusu
Calò! E insomma vuoi che lo votiamo..."
"Sono cinque
voti zio. E la libertà per me. E un posto di travagghiu per una
delle tue figghie. Dove vuoi tu che questi sono i patti"
"Al comune?"
"No comuni"
"A scola?"
"Na scola. Unni
voi tu. Ci pensu iu a parrari collonorevole."
"Mah! Ora
minnipozzu iri?" Nino era proprio stanco.
"E certo che
puoi. Non è che ti abbiamo sequestrato. Vero Iano?"
Quello se nera stato
tutto il tempo distante dai due. Assittato dietro a un tavolino aveva
accuminciato a puliziarisi lugna delle mani e dei peri con un
coltellino che aveva nella sacchetta. Sembrava non pinsari a nenti e
anche non sentire e vedere nenti. Sarrusbiggliao solo quando lo
nomino Calogero per accalarici la testa.
"E certo che è
così. Chissemu rapitori?"
Iano accuminciao a
ridere come se avesse fatto una battuta fantastica. Accussì forte
che a un certo punto ci mancau macari u ciato.
"Amuninni Nino.
Amuninni" riuscì però a dire.
Fonte immagine: Antonio Berni, Juanito Laguna
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