Fu vicino al ponte dellAlcantara che il treno si fermò di botto e che Araziu per quella frinata si visti arrivari due minni na facci. "A scusari! A scusari!" fu sulu capaci di dire come se era colpa sua quella novità. Per fortuna la fimmina non sera fatta nenti a parte lo scantazzo e anche sopra al treno pareva tutto tranquillo.
Dopo tannicchia di silenzio tra un colpo di tosse e una taliata di sgambesciu accumincianu a parrari. La creatura si chiamava Sara e Araziu si presentò e ci cuntau che cosa aveva fatto e che cosa stava andando a fare e insomma addivintanu amici comu sulu supra a un treno si può diventare.
Sara anche lei parrau. Ci rissi che faceva cumpagnia ai masculi a Giardini e che insomma anche quello era un travagghiu. Lei per farlo partiva ogni giorno di pomeriggio do futtinu a Catania cullautobussu e tornava nelle matinate che lì ciaveva la casa e poi era più sicuro. A dire la verità allinizio non ce ne aveva avuta assai Sara voglia di parrari ma poi si era lasciata andare davanti a quello. Che cera sembrato un bravo carusu dopotutto. Eppoi aveva ancora vogghia di crederci che ne esistono di carusi accussì.
Insomma assittati sopra quel treno mezzo vuoto quei due non se ne accorsero assai del tempo che passava. Della notte che ammucciava ogni cosa.
"Senti scendiamo a fumare una sigaretta?"
Araziu non fumava. Veramente una vota ciaveva anche provato che era in campagna ma il risultato fu che dopo il primo colpo di tosse u muzzucuni ciavvulau sopra alla pagghia che per poco non faceva un disastro.
"Insomma che fai?" ci spiau ancora Sara che si era già alzata.
"Sì, sì, aspetta!" fu la risposta di quello.
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