29/03/08

La picciridda - 4 -

La figghia di Arcifa u vigili che sta al primo piano fu la prima a parrari quando ci spiai a tutti per il nome.
"E come la vuole chiamare? Uno solo può essere il nome. Quello della Santuzza! Altri che portano bene come a questo non cè ne stanno al mondo"
Forse per la grande stima che aveva per il padre della carusidda Nunzio dal piano di sopra a quello ci abbiau un pernacchio e se ne entrò in casa dando il posto alla finestra a sua madre.
Mi vutai il collo verso lalto che cera Vito Albana che ittava vuci:
"No! No! Non è chistu il nome giusto. Ma lavete vista che facciuzza ca avi e che è niura poi ve ne siete accorti? Non ci sta bene Agata come nome. Pimmia deve essere quaccosa di forastiero comu nei film dellamericani che là ce nè un cafolo di niuri che recitano"
"Certo! - ciarrispunniu tutto filosofico Agatino Amato con litaliano che ci sivveva per fare poesie- E così rinneghiamo le nostre tradizioni! La nostra lingua! Però Agata non piace neanche a me. Credo ce ne siano di più belli. Io sarei per Maria. Ma se volessimo osare potremmo chiamarla Luna"
"Ma cià finissi! Ci mancassi autru! A luna e le stidde e i cometi macari!"
Dal piano sotto al mio la moglie di Avanzato faceva sentiri la sua voce potenti di masculazzo. Una volta era capitato che ciavevo chiamato al telefono a casa sua e per quattro cinque volte avevo chiuso pensando di avere sbagliato numero che non ci poteva essere un uomo a quellora che mi arrispondeva.
Comunque non si riusciva a mittirisi daccordo.
Io avevo paura che la picciridda accuminciava a chianciri e ci diedi un taglio a quella cosa ma gli altri continuarono per un altro po' fino a quando non sintii silenzio. Poi dopo circa unora il campanello della porta mi avvertì che qualcosa era successo.
La vecchia Astuta con le cosce ancora aperte per loperazione ciaveva in mano un bigliettino. Era quello con i risultati dellelezioni.
Agata voti 2
Angelica voti 5
Deborah voti 2
Luna voti 1
Carmen voti 4
Nensi voti 1
Grazia voti 3
Maria voti 5
Naomi voti 5
Non cera chiù nuddu. Toccava a me decidere.
E io dissi Angelica.

Forse fa impressione vedere un masculo sulu con una picciridda o forse ogni nicuzzu attira i fimmini come i ciuri con lapi. Fatto sta che le visite delle signore del palazzo a me casa non ciavevano sosta.
Ora vogghiu riri. Facevano piacere. Ma u supecchiu e come il mancante e io stavo iniziando a innervosirmi. Anche Angelica non riusciva a addormentarsi con tutte quelle braccia che la volevano tenere. Nemmeno fosse stata una vesti bellissima in occasione al mercato che tutti se la strappano dalle mani per vedere la qualità e nessuno selaccatta.
Fra tutte la più assidua era la Adonia che allimprovviso era nisciuta dalla iaggia in cui sera messa e che maveva già chiesta almeno una decina di volte scusa per non essere passata prima.
"Nessuna notizia?" ci spiai tanto per dire.
"No Totò! Chissà unnè la mia nicuzza"
Gli occhi sò quando pensava alla disgrazia si facevano nichi nichi e la bocca accuminciava a tremare. Con i denti si dava piccoli morsi nelle labbra come a volere provare a sconfiggere il dolore con un altro uguale ma non penso che ciarrinisceva veramente.
Io era bastato un giorno per pensare di poterla capire chiossai a quella mischinedda. Insomma ora lo sapevo che voleva dire avere una figghia e forse proprio per questo notai che tutte queste fisime ci passavano quando teneva Angelica tra le sue braccia e anche il sorriso che ci scappava di nascosto quando con i suoi occhi trovava quelli della nicuzza.
Me la voleva rubare?
E se per caso sinnieva dalla polizia e con la scusa di denunciarimi se la faceva dare lei?
No! Non era tipo! Ma cu li capisci alli fimmini e alle madri soprattutto!
Accuminciai a non farcela pigghiari chiù e con la scusa che Angelica stava dormendo non cià fici vedere per tutto il pomeriggio e per il giorno dopo. Però mi sinteva in colpa.
Fa questeffetto aviri una creaturedda? Ca uno si scanta di tutto?
Ci voleva una birra per farimi passari sti mali pinseri e una persona fidata per badare a Angelica almeno una para di uri che non volevo avvicinarmi a lei con il ciato che puzzava.

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