“Ma poi perché dovrebbe essere diverso? Perché quello che più non si capisce dovrebbe essere cattivo? Perché ci si dovrebbe muovere sempre avendo di mira solo se stessi, la propria storia?”
Alfredo è ancora più attento, oggi, alle cose, alle persone che incontra, come se solo da quel mondo esterno potessero venir fuori le risposte che cerca.
Il sole ancora scalda e accarezza i corpi e un leggero venticello rende tutto più gioioso. Se non fosse per le strade coperte dalle foglie, per l’assenza dei bambini al parco, delle loro voci, si potrebbe anche pensare a una diversa stagione.
“Forse è proprio questo” pensa Alfredo e riflette, sedendosi sulla panchina, su come sia facile sbagliare quando ci si lasci andare a sommari indizi e sembra quasi più tranquillo per questa sua, in fondo banale, scoperta.
“Forse, invece, continua poi a dire a se stesso, è solo che ogni cosa nel suo fondo rimane uguale pur cambiando ai nostri occhi. Come se allo zigzagare del mondo interessasse poco di mete e obiettivi che stabiliamo, di vincenti e perdenti che creiamo, del nostro stesso fantasticare”
Scuote la testa, Alfredo, e poi si ferma a fissare le forme di una piccola nuvola, il suo nascondersi tra i rami mentre tutto intorno è fruscio e silenzio.
"La poesia è scritta da qualcuno che non è lo scrittore a qualcuno che non è il lettore" - Paul Valéry -
martedì, ottobre 18, 2022
[Alfredo] autunno
venerdì, ottobre 14, 2022
spettrofobia
di me tra le strade vuote
di me a raccontare ancora
di me che mangio, che piscio, che bevo
di me che sfuggo il sole
di me incazzato, triste, allegro
di me che ancora cieco
non ti vedo, non mi vedo
martedì, ottobre 04, 2022
castagne matte
le matte castagne che castagne non sono.
Calciate sull'asfalto,
sbrindellate come libri,
conservate dalle nonne nei taschini,
son loro ogni anno a immolarsi,
a farsi sacrificio
per la gioia dei bambini.
lunedì, ottobre 03, 2022
Yutu
è quella di un coniglio.
Corre, nella foto, dipinto
in un bosco. Gioca, fugge (diranno alcuni)
e non sanno, invece,
che vive, immortale, sulla Luna,
mentre io qui,
come lui, cerco il mio dio.
domenica, ottobre 02, 2022
[Alfredo] il chiosco
“È la verità?” gli chiede il bambino e Alfredo per un attimo dimentica che sarebbe molto più semplice dire “Sì, è così” per poi indicare il piccolo chiosco dove si vendono anche i gelati e con quello i tavolini poggiati uno sull'altro e la piccola saracinesca, da cui si affaccia in genere il proprietario che ogni volta li saluta e conosce già i loro gusti e sorride loro come fossero i soli clienti, i soli viventi, malinconicamente chiusa.
Dimentica e sarebbe invece bastata magari solo una carezza, seguita da un ”non preoccuparti ne troveremo un altro, anzi ora ci andiamo subito perché ricordo che c’è un bar qui vicino. Ecco sì, proprio a quell'incrocio” e così, dopo, prendergli la mano e sentire la sua fiducia, la felicità, mentre lentamente si incamminano.
No, Alfredo dimentica tutto questo e rimane come spossato sulla panchina a guardare lontano, a chiedersi cosa mai sia questa verità anche quella più semplice, anche la più oggettiva e il bambino lo osserva e sorride e aspetta perché, anche se ha fretta, gli vuol bene e inizia a capire la lentezza dei vecchi, di quel vecchio.
Guarda il chiosco e poi torna a fissarlo e non parla, non domanda. Lo aspetta.
sabato, ottobre 01, 2022
e ’l fuoco suo gli mise in seno
mica la conoscevo la cosa dei colori
che potevano essere così luminosi, intendo,
così spenti, anche, e non sapevo
di avere trovato casa, di avere paura di perderla
senza te. Io,
quando mi sei esplosa dentro,
ogni mia cellula ti cercava e no,
non ha mai finito,
ché allora sarebbe stato facile perderti, perdermi.
(un giovane/vecchio che sogna o sta per morire).
Quando mi sei esplosa dentro io
ho saputo la gioia, la fame, la malinconia.