“Ma poi perché dovrebbe essere diverso? Perché quello che più non si capisce dovrebbe essere cattivo? Perché ci si dovrebbe muovere sempre avendo di mira solo se stessi, la propria storia?”
Alfredo è ancora più attento, oggi, alle cose, alle persone che incontra, come se solo da quel mondo esterno potessero venir fuori le risposte che cerca.
Il sole ancora scalda e accarezza i corpi e un leggero venticello rende tutto più gioioso. Se non fosse per le strade coperte dalle foglie, per l’assenza dei bambini al parco, delle loro voci, si potrebbe anche pensare a una diversa stagione.
“Forse è proprio questo” pensa Alfredo e riflette, sedendosi sulla panchina, su come sia facile sbagliare quando ci si lasci andare a sommari indizi e sembra quasi più tranquillo per questa sua, in fondo banale, scoperta.
“Forse, invece, continua poi a dire a se stesso, è solo che ogni cosa nel suo fondo rimane uguale pur cambiando ai nostri occhi. Come se allo zigzagare del mondo interessasse poco di mete e obiettivi che stabiliamo, di vincenti e perdenti che creiamo, del nostro stesso fantasticare”
Scuote la testa, Alfredo, e poi si ferma a fissare le forme di una piccola nuvola, il suo nascondersi tra i rami mentre tutto intorno è fruscio e silenzio.
"La poesia è scritta da qualcuno che non è lo scrittore a qualcuno che non è il lettore" - Paul Valéry -
18/10/22
[Alfredo] autunno
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