Margherita Tomasello era inquieta.
So marito mancava da troppo tempo che già le sue figghie serano lavate e ora sarebbe toccato a lui che a lei invece ci piaceva trasiri nella doccia per ultima. Eppoi Nino di sicuro sinnava iutu a pigghiari sulu un cafè e non cera tutta questa strada fino al bar. Certo macari poteva avere incontrato qualcuno e sera misu a parrari ma a iddu le discussussioni ci piacevano picca che non resisteva assai a fari romanzi con i pinseri. Si tineva tutto intra so marito che anche lei faticava a farici nesciri le cose dalla ucca. E se lavevano investito? No. Avissi sintuto lambulanza e la confusione macari. Chi puteva essiri successo?
“Maria! Maria!”
A figghia chiù ranni narispunneva
“Maria! Maria! Si pronta?”
“Mamma mi staiu ancora truccannu. Chiccè? Chi successi?”
“E to soru? È pronta?”
“Mamma maia mettiri ancora i mutanni” A vuci da nica arrivau subito a farisi sentiri.
Nenti. Su quelle caruse non si puteva cuntari. Ecco. Sarebbe scinnuta lei stessa. Non poteva ancora aspettare.
“Unni stai iennu” Donna Nunzia la bloccò che lei cercava la giacca per nesciri.
“Nino ancora non è tornato”
“Di sicuru è cu quacchi fimmina” la vecchia non ce la faceva proprio a non provocare sua figghia ma quello forse era il momento sbagliato.
“Ammenu fussi! Starei più tranquilla” la voce di Margherita arrivau chiù acida del solito. Non ce ne aveva tempo di perdere cu so o mà. Non in quel momento.
Fonte immagine: Antonio Berni, "Carmen Miranda"
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