09/07/14

Sul tetto il bel gattone scopre tre piccole sardine - 4 -


Isauro nesci che prima sè sistemato bene la cresta che sè fatto tagliare come ai giocatori.  Incoddu ciavi i ginsi che puttusa e una maglietta acculurata tutta aperta davanti che avissa fari viriri i muscoli. Funziona poco con lui ma comunque è buona lo stesso che cè cauro e quello è lorario che il sole tacchiana nella testa e ti fa surari appena ti movi.
Non pigghia mancu lautobussu Isauro.
Scinni per la strada ritta e si ferma alla putia. Due bicchieri di zibibbo e poi di nuovo a caminari verso il centro. A lui ci piaci viriri la gente. Macari cappoi linsulta e su putissi ci pisciassi ncoddu.
Succede quando quelli non si fanno i cazzi sò che lui non ne da fastidio e guarda e talia e si fa i so filmi nella testa senza disturbare a nuddu. Sua madre cè lo dice sempre che uno non ci pò diri mancu chi su beddi stocchi pecchè lui si incazza. E ha ragione. Isauro è fatto accussi.
Arrivato al duomo si fa un giro alla piscaria. Laria è china. E locchi. E i naschi macari. A Isauro ci pari quasi di svenire. Poi si ripigghia e sassetta al tavolino e si fa purtari autri du bicchieri. Friddi questa volta. Gelati. Appena arrivunu nella panza sono una botta che lo sveglia e gli dà piacere.
Nel frattempo osserva con locchi attenti. Da un po' qualcuno se messo nella testa che questi sono i posti giusti per i turisti e ce li porta e ci fa fare un giro. Quelli dicono: "Che bello! Che colori! Che palazzi"  e dentro a loro però sperano di vedere qualche omicidio in diretta o qualche scippo macari. Allautri certo che quando tarrobbano attia e sempri lariu.
Isauru li aspetta che quelli non li sanno gli orari e si presentano a furiari macari quannu cè chiu caru. E infatti.
La comitiva è di tre fimmini e un masculu. Devono essere francesi che laccento ci pari chiddu. Isauru savvicina e li segue per un pezzo poi appena li vede distratti agisce. Loro sono impegnati a viriri una bella quartara e lui allora ci pigghia la borsa a una che laveva lasciata appoggiata e scappa. Corre. E' come il vento dentro alle viuzze strette che lui le conosce bene. E non cè mancu confusione. E' facile. Non si vota arreri mancu per un secondo. Non serve. Anzi rischi di fare qualche minchiata.  Si ferma solo quando si sente tranquillo e  non ciavi chiù fiato. E allora ca rapi la borsa.
Ed è in quel momento che ciarriva una botta nella testa che si scorda tutto. Ci pari di esseri morto. Tutta addiventa niuro. Poi chiù nenti.
Quando si risveglia è in un letto menzu a nura. Cè scuru. Sente delle voci e unaria frisca piacevole. Poi si apre una porta:
"Tarrusbigghiasti? Comu stai?"
Isauro ancora ci scoppia la testa. "Unni sugnu?" addumanna.
"Non sì o carceri! Non ti preoccupare!"
Veramente lui nemmeno ci aveva pensato a questa possibilità. Rapi megghiu locchi che ora si sono abituati e si accorge di essere in una casa antica che il tetto è alto e tutto decorato. Prova a sedersi macari ma ci furia ancora la testa.
"Non ti susiri. Mettiti u ghiacciu! Picchì tu livasti?"
"E tu cusì?"
"Uno"
" Certo. Sì. E iu semu rui"
Quello sorride e richiude la porta mentre Isauro crolla che tutto ancora ci furia.

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