La guerra è appena iniziata.
Alfredo la vede cominciare nelle voci che si fanno sempre più alte in strada, nei richiami che quasi dai tetti sfidano i cellulari, nelle finestre spalancate al sole.
I suoni fuoriescono impudici a segnare appartenenze, culture e religioni. Come se tutto quello che fino ad ora è stato pressato, compresso, non resistesse più dentro le piccole celle, nelle stanze ben arredate, in tutti quei lucidi salotti chiusi alla luce.
Alfredo ne è contento in fondo, attende che la vita trovi la sua via di fuga al controllo e fischietta e sorride innamorato al sole.
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