Alfredo non aveva mai creduto a quel separare buoni e cattivi e non solo perché tutte le volte che si era ritrovato con il gesso tra le dita, davanti alla lavagna, non era mai riuscito a scrivere nessun nome, ma anche perché, soprattutto forse, tra i suoi migliori amici i cattivi si sprecavano e forse lui stesso lo era stato, lo era. E tra gli stessi, ne era sicuro, c'erano anche i migliori uomini che avesse mai incontrato.
Non ci credeva, Alfredo, neanche in quel momento, a quel bianco e a quel nero: mentre i pugni arrivavano sempre più dolorosi, mentre, accasciandosi a terra, sperava solo che quei calci non riuscissero a spezzargli le ossa , a segnare, ancor più, il suo corpo.
Rannicchiato attendeva che tutto finisse, che quei soldi sottratti bastassero, che quello straccio macchiato di sangue accontentasse gli dei e nel farlo aveva iniziato a ripassare mentalmente tutto ciò che di magnifico aveva incontrato: gli amori, le arti, le storie.
"Che cazzo ridi vecchio?"
L'ultimo calcio aveva spento tutto nella sua testa, ma sul volto era rimasto ugualmente qualcosa di simile a un sorriso.
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