"C'è un prima e un dopo in ogni cosa e succede così sempre, forse per questo non ci accorgiamo del presente perché vorremmo sempre sapere solo come siamo arrivati a quel punto, cosa ci succederà."
La donna seduta di fronte ad Alfredo continua a parlare, ma lui quasi non l'ascolta concentrato, come è, a fare sua quella ovvietà. Un po' vecchia, in effetti, ma sempre dimenticata.
Si risveglia solo quando lei posiziona un “noi” nel suo discorso e allora accarezza il bicchiere di vino sul tavolo e sorride attento.
“Ecco, noi che siamo seduti qui, perché dovremmo preoccuparci del perché ci siamo arrivati o di dove andremo dopo?”
In altri tempi Alfredo a quel punto si sarebbe chinato su quelle labbra per baciarle, forse era anche la cosa più giusta da fare, a dispetto degli anni che avevano, della gente attorno, di quello che lei realmente volesse o pensasse, invece dice solo: “Già...” e si alza per cercare qualcosa in tasca.
Lei sembra presa alla sprovvista, tace, lo guarda perplessa.
Alfredo esamina le comode tasche dei pantaloni, poi passa al cappotto che giace, in ordine, sulla sedia accanto.
“Ecco, questo lo avevo preso per te”.
Nella mano destra un piccolo oggetto di legno colorato: una giostra tutta rossa con le sagome di tre cavalli bianchi.
Nessun commento:
Posta un commento