14/01/20

[Alfredo] audiocassette

La schiena tornava a far male e Alfredo si sentiva quasi intrappolato da quel corpo che gli impediva quasi di muoversi.
La città era di nuovo fredda, ma più che la temperatura erano i pensieri a farlo rabbrividire: sembravano essersi rattrappiti, aver perso la loro primavera.
Alfredo aveva preparato mentalmente quello che gli sarebbe servito per preparare il pasto. Aveva controllato che ci fosse tutto, aperto il frigo , il piccolo scaffale, in alto, adibito a dispensa, quello, in basso, dove erano riposte le pentole... poi aveva richiuso tutto con cura per scegliere di tornare a sedersi sul divano. Dalla finestra provenivano pochi rumori, lo scalpiccio veloce di un passante, il lontano suono della voce di un ragazzino.
Passarono pochi minuti. Provò ad alzarsi, era una fatica farlo, per avvicinarsi ai vetri e scrutare il cielo. Sulla finestra un volto. Alfredo stentava a riconoscersi.
"Vuoi proprio piangerti addosso?" chiese. L'altro rimase muto, ma Alfredo non aveva voglia di desistere, così gli venne naturale decidere di iniziare a raccontargli una storia pescata a caso tra quelle conservate nella sua memoria.
Erano storie strane quelle di Alfredo. Si sarebbe detto che fossero senza senso e in effetti, forse, era proprio così.
"Sai quando ero molto più giovane di ora amavo ascoltare la musica di un gruppo, credo fosse irlandese, no inglese, sì, sì  era inglese. Ecco non era facile ascoltarli e anche i dischi credo fosse difficile trovarli, anche se io allora neanche ci tentavo. Non potevo mica permettermi di spendere i soldi che avevo per quelli! Insomma capitava che li ascoltassi alla radio e allora li registravo velocemente su una cassetta che era sempre pronta per queste evenienze. Così capitava spesso che mi mancasse l'inizio di un brano o che avessero tagliato la fine, o che qualcuno ci avesse parlato sopra. Insomma cose così, ma io continuavo a riascoltarli lo stesso e, insomma,  non me ne facevo un cruccio.
Ti dicevo, c'era questo gruppo e la cantante aveva una voce bellissima, almeno a me così sembrava, e allora io me la la immaginavo questa sirena chiamarmi e ogni volta ad ascoltarla c'era un pezzo di lei che si aggiungeva alle mie fantasie e tutto era così reale che chiudendo gli occhi potevo vederla e vedevo anche gli altri che suonavano o cantavano e le chitarre e la batteria e il contrabbasso. Insomma, come dirti, per anni quelle costruzioni sono state la mia realtà, fin quando ho potuto vedere i video dei loro concerti, avere i loro album. Jacqui, la cantante che ti dicevo, era un po' bruttina a dire la verità, ma a chiudere gli occhi lei e gli altri rimanevano come me li ero sempre immaginato e anche dopo quella scoperta non serviva altro."
Il sole era improvvisamente sparito e anche l'amico di Alfredo si era dissolto. Lui, invece, era tornato a sedersi sul divano.


2 commenti:

  1. è anche un mio ricordo, solo che io trovavo gli lp sulle bancarelle a poco prezzo, e avevo visto subito le foto. Jacqui è una cantante formidabile, è bello vederla sui filmati adesso che sono disponibili (li ho anche ascoltati in concerto)
    dopo il post di ieri temevo che avessi chiuso con il tuo personaggio...

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    1. Qualcuno doveva pur venirmi a trovare dopo che i condomini sono andati via :P

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